2016-05-20

In questi giorni ha ripreso vita un mio vecchio post su Milano e così ho deciso di rifletterci ancora su.

A settembre saranno 14 anni che vivo sotto la Madonnina.

Sono arrivata qui che non ne avevo neanche 18 di anni.

A Milano ci ho studiato, ho trovato il mio primo lavoro, mi sono innamorata, divertita, sbronzata, abboffata. Sono ingrassata, mi sono messa a dieta, mi sono palestrata e rinchiattita. Ho pianto per mega Trimoni con la T di Tabacchino (tanti) e gioito con bravi ragazzi (qualcuno), incontrato Amiche vere (moltissime!) e lasciato andare amiche stronze (un paio).

Ho fatto corsi di: yoga, pilates, salsa, tango, idraulica, muratura, teatro, crossfit, lavorazione del feltro, pasta fresca, panificazione, arabo e cinese.

Non ne ho portato a termine neanche mezzo ma so un pochino di tutto.

Ho prestato volontariato in una casa famiglia, ho dato ripetizioni ai bambini delle elementari e fatto la baby sitter e la cameriera all’Henry’s Cafè.

Ho abitato in 10 case diverse e – per chi sostiene che io sia una ragazzetta viziata e radical chic – ho fatto anche la ragazza di campagna, tra Assago e Abbiategrasso, dove sono diventata allergica a qualunque pianta e insetto. E all’ex fidanzato.
Eppure ho sempre pensato “Milano sì la amo ma non so se sarà mai la MIA città: come faccio senza il mare?”.

Poi quest’anno all’improvviso una decisione non programmata, una di quelle “da grandi”: mi accollo un mutuo a millemila anni e sì, compro una casetta.

Una casetta a NoLo: dicono che un giorno sarà fico ma per ora è ancora un po’ Bronx.

Una casetta in un condominio super pop dove ci sono: cingalesi, pakistani, rumeni, cinesi, egiziani, marocchini, bambini, bambini, bambini, terroni, terroni, terroni, vecchine impertinenti, travoni e pure una manciata di milanesi, un paio di manager e una spruzzatina di architetti.

I bambini che giocano in cortile e tutti che salutano e sorridono. (Sì, a Milano salutano! e sorridono pure!)

Una casetta piccina, che qua mica ti puoi permettere le metrature a cui siamo abituati al Sud: qua ci si stringe, le scarpe sotto al letto, l’aspirapolvere dietro la porta, lo stendino come complemento d’arredo in bagno. Che non c’ho manco il balcone!

Una casetta che mi aiuta a gridare “Milano: non solo ti amo ma ora sei la MIA città”.

Ho deciso che posso rinunciare al mare perchè Milano mi dà qualcosa in più: Milano mi regala l’occasione di conoscere ogni santissimo giorno persone diverse e incredibili. Milano mi arricchisce ogni istante. Milano ogni giorno mi permette di scegliere tra almeno 10 attività diverse da fare, molte delle quali gratuite.

Milano, 14 anni e non l’ho ancora vista tutta!

Milano frenetica, Milano caotica, Milano rilassata e Milano silenziosa.

Milano con la nebbia e anche con un cielo azzurro limpido e un sole caldo e intenso come quello di oggi.

Milano e i picnic in uno dei tantissimi parchi, Milano e piazza Gae Aulenti che mi fa impazzire ogni volta che la attraverso.

L’Hangar Bicocca e le sue mostre incredibili, gli occhi spalancati davanti alla “Cappella Sistina” di San Maurizio al Monastero Maggiore, lo stupore davanti alla collezione della Casa Museo Boschi di Stefano, il gelato zenzero, zafferano e cannella della Gelateria Etnica e la frittura di pesce della Taverna dei Terroni all’interno del mercato di Viale Monza.




I mercatini dell’usato da spulciare, i mercati dei fiori da annusare, i mercati dello street food dove ammazzarsi di cibo, i mercati di qualunque cosa vi venga in mente!



Nunzio e il Circolo Combattenti e Reduci per una carambola e un vino in giardino e il Caffè Arizona per ballare liscio, boogie e revival.

Il Chiosco di Picchio, la Latteria La Cicala per un pranzo verace stretti stretti e La Latteria della Darsena per cenare pugliese e vedere qualcuno fare le mozzarelle live.

Il bistrot di Misha Sukyas  e Al fresco per quando hai due soldini in tasca in più e vuoi mangiare figosità gustose (o fare figurone con la squinzia) e la pizza da Lievità quando ne desideri una che faccia stutare la luce.

E’ vero, ci sono periodi in cui uscire di casa è una prova di coraggio: la settimana della moda e del mobile sono le uniche in cui vado al cinema al Multiplex a Sesto pur di non imbattermi negli esauriti che, richiamati da ogni dove, popolano la città.

E’ vero, quelle due settimane di luglio in cui ci sono 50 gradi e ti trovi le zanzare pure nelle mutande sono difficili da superare.

E’ vero, se ti tocca prendere la 90 la mattina e spiaccicarti sotto le ascelle frizzanti, di poesia non ce ne è molta.

E’ vero, gli affitti sono carissimi, la frutta della PAM fa schifo e fare la ceretta richiede un prestito.

Nessuno ha detto che vivere in una grande città sia facile. Lontana dalla mia famiglia, dal mio cane e dal mio mare.

Ma oltre a tutte le cose meravigliose che ci sono da fare, qui a Milano un po’ di lavoro ancora c’è, il Comune regge, la città è abbastanza pulita e io mi sento al sicuro, persino in Via Padova tornando da Jubin 2 dopo essermi sfondata di gamberi e cipolla.

E poi ho comprato kit ceretta e fornetto manicure e so’ diventata più brava del 50% delle estetiste locali!

Per farla breve, io che ho uno spirito metropolitano, in Italia non vivrei da nessun’altra parte: Milano la amo proprio e sprangate sui denti a chi me la tocca.

#ILoveMilano

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