2015-04-29


Affidarsi al lungo termine rimane la soluzione migliore; seguire la strada di improbabili miracoli finanziari può compromettere l’investimento.

Il tempo ha dimostrato come i mercati azionari, pur nella loro vulnerabilità, rispondano a un andamento storicamente ciclico.

Charles H. Dow (fondatore del Wall Street Journal e attento studioso delle dinamiche dei mercati finanziari) identificò nel corso dei suoi studi tre tendenze cicliche dei mercati azionari:

quelle primarie, caratterizzate da rialzi e ribassi di durata compresa tra i 4 e i 6 anni;

quelle secondarie, definite “correzioni” di scarsa entità e durata variabile tra le poche settimane e qualche mese;

quelle secolari, di notevole impatto e durata mediamente compresa tra i 6 e i 20 anni.

Tuttavia nonostante l’evidenza di tali tendenze cicliche, fare stime di lungo termine o affidarsi a interpretazioni superficiali può essere rischioso, soprattutto per gli investitori meno esperti.

Capita spesso ad esempio di cadere nella trappola per cui, certi di aver compreso a fondo il mercato e le sue dinamiche, si fanno scelte dettate dall’impulso, spesso deleterie. Il market timing è un esercizio rischioso: nessuno può sapere davvero quando è il momento di entrare e quando di uscire dai mercati, quindi dall’investimento.

Ma per gli investitori la tentazione è forte e spesso, come dimostrato dalla ricerca di Dalbar, sono portati a investire in un fondo quando sta performando bene e a chiudere la posizione non appena la performance non soddisfa le aspettative.   La regola per cui il long term è il migliore alleato degli investitori viene del tutto trascurata, così come probabilmente si ignora il fatto che tale comportamento può costare fino a un terzo del rendimento che si sarebbe potuto ottenere.

Quanto potrebbe impattare stare fuori dal mercato nel momento sbagliato?

Per capirci meglio vediamo alcuni esempi, piuttosto eloquenti, a dimostrazione di quanto sarebbe potuto costare a un investitore perdere qualche giorno chiave durante un’impennata dei prezzi.



Secondo l’analisi di JP Morgan riportata sulla tabella qui accanto, un investimento di 10.000$ di durata pari a 20 anni (dal 31 dicembre 1993 al 31 dicembre 2013), avrebbe raggiunto nel tempo un valore pari a 58.332$ (con un return del 9,22%).

Rimanere fuori dal mercato nei 10 giorni migliori avrebbe dimezzato i rendimenti portando il valore totale del portafoglio a 29,111$; starne fuori nei migliori 40 giorni avrebbe comportato una perdita sul guadagno annuale pari a 854$.

In sostanza, mantenere le posizioni a lungo temine rimane la strategia migliore, data la complessità dei mercati e la difficoltà nelle previsioni degli andamenti. Come dire che la ricetta più semplice e genuina risulta sempre quella vincente, mentre le soluzioni tattiche, che spesso promettono miracoli e offuscano la vista degli investitori, possono compromettere seriamente l’investimento.

L' articolo La virtù della pazienza: il lungo termine rimane il migliore alleato degli investitori è tratto dal Blog di MoneyFarm

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