Manca ancora qualche giorno alla settimana della moda e Milano scalda i motori con “Saturday is fashion”, evento tenutosi sabato 6 settembre nel restaurant Cost della città, organizzato da IT&MF Model Agency. Otto giovani stilisti emergenti hanno messo in scena i loro lavori e come dei veri e propri professionisti hanno cercato di non deludere e di dare il massimo in quei pochi minuti dove una carriera può finire o continuare.
Sampling and mixing, concetto alla base della collezione del designer Andrea Spavone, classe 1992, che per gli outfit con giacche a quadri e pantaloni morbidi afferma di essersi ispirato ai volumi e ai tagli sartoriali di Dior, mixandoli ad altri stili; ne è venuta fuori l’immagine di un uomo che pur con un look originale senza prendersi troppo sul serio, non ha rinunciato ad un mood classico.
Andrea ha saputo giocare con la serietà degli adulti senza dimenticare di essere stato bambino: ne è uscita un’immagine ludica e sognante che guarda avanti con la determinazione di chi grande è già, senza rinunciare all’allegria dei più piccoli. Bravò!
L’ amore per l’ arte, per il cinema e per il mondo della moda, un mondo di sogno che da sempre hanno accompagnato l’ infanzia di Lisa Pomari, giovane designer cresciuta nella cittadina di Locarno, nel canton Ticino in Svizzera. Ride through the frontiers il nome della collezione che ha mostrato l’interesse della designer nei confronti della cultura americana, sottolinenandone come, nonostante una complessa e frammentata identità, ci sia la possibilità di formare un carattere unitario: capi essenziali e puliti, che hanno strizzato l’ occhio al mito della prateria, dei cowboy, delle fattorie, con riferimenti alla culura del Midwest e degli Amish; una collezione come un ” viaggio di scoperta di rivalutazione delle frontiere”, parole della stilista che oltre alla cultura americana, ha dato spazio anche alle civiltà lontane, utilizzando per i suoi outfit stampe geometriche mediorientali.
Non sempre stupire attraverso forme e combinazioni può rivelarsi vincente: Lisa non ha avuto paura di rivelarsi seria, forse addirtittura severa. Rigore e pulizia di linee cedono il passo a stampe quasi anni ’60, “Very Prada” volendo, abbinandosi all’icona di una ballerina di danza classica che con quegli abiti potrebbe ballarci o, volendo, scendere dal palco per scoprire il teatro della strada…
Illogical rationality è l’ ossimoro che ha dato il nome alla collezione di un’ altra giovanissima designer, Alessandra Baiocchi, nata nel 1991 a Torino. Due termini contrari, razionalità ed irrazionalità che nelle creazioni della stilista piemontese accompagnano l’uno all’ altro. Materie scientifiche, disegni tecnici, planimetrie da una parte; immaginazione, fantasia e gioco dall’ altra: giacche con faccine e orsetti, mixati a calcoli e formule matematiche.
Alessandra ha pensato a uno scienziato pazzo, mixato a un novello Peter Pan, a sua volta mediato da sinestesie iconico-scientifiche che ne rafforzano l’allure medico-infantile. Un’infermiera della moda, Alessandra, che ha capito benissimo quale malattia ha da combattere: la noia, che ora e sempre ammazza la creatività.
Ancora sapori americani nei lavori della designer Andreina Quiroga, designer ventiduenne nata in Bolivia e diplomata all’ Istituto Marangoni. Colori vivaci, quelli del paese dov’è cresciuta e un tessuto tipico Aguayo fatto a mano con lana di alpaca, hanno dato vita ad una passerella divertente. Andreina ha elogiato la sua terra, portando in passerella il chola, costume tradizionale della donna indigena in Bolivia, composto da un’ ampia gonna, una camicia e un mantello; ma non ha rinunciato a porre un tocco di made in Italy, aggiungendo all’ outfit delle modelle il borsalino, ovviamente arricchito dei elementi boliviani.Un mix tra Bolivia e Italia; ed è proprio in questo confronto amichevole, la designer ha cercato e ottenuto un mood tra passato e presente, dove ha sottolineato sia l’ importanza per l’ aspetto artiginale della moda, sia per quello contemporaneo che essa rappresenta.
Andreina in parola? Citando il grande Mike: “Allegria!”.
Ancora elementi contrastanti uniti e pronti a stabilire una sinergia; Lucia Zudini, triestina ventunenne, ha vestito le modelle in neoprene ed effetti di trasparenze, mettendo contemporanemante in evidenza la forza e la debolezza dei tessuti, e in un certo senso anche l’ equilibrio immancabile in ognuno di noi.
Un abito bianco, tagliato a due pezzi, come le sfere dell’ermafrodito nel mito dell’amore preso dal simposio platonico, col taglio vivo a separare il sopra e il sotto della figura, è stato questo: eccezionale.
Lisa De Santis a ventidue anni ha già il suo marchio, Farly. Dopo aver studiato Arti visiva applicata, si laurea in Fashion Design nel 2012. La sua esperienza professionale è nata in atelier di alta moda sposa e cerimonia, si è ampliata poi grazie al suo lavoro freelance come designer. Nella collezione a/i 2014, Lisa ha espresso al massimo ciò che più la interessa: la femminilità, attraverso la perfezione delle forme e dei materiali che diventano talvolta imperfetti, donando così alle silhoutte un allure metropolitan- chic; il mixare tessuti come seta, ecopelle e lana ed elementi come pailletes e ricami, ha arricchito gli outfit e resi versatili, adatti a look sia per il giorno che per la sera.
Artigianalità è stata la parola chiave per i lavori di Adriana Nader che per Sensing Africa, si è ispirata all’ artigianato africano, studiandone sia le tecniche tradizionali e che quelle più moderne. Creativa e con una visione chiara che strizza l’occhio a magazine e critica: dove ci porterei la prossima volta Adriana?
Il mare è stata invece protagonista nella collezione di Angela Argirò, ventiseienne calabrese d’ origine, dopo essersi laureata a Roma in Scienza e Costume della Moda, ha ottenuto il diploma di fashion stylist allo IED. Sea inside è il nome della capsule della designer che per i suoi lavori ha utilizzato colori e stoffe della sua terra d’ origine e ha voluto come elemento principale, il mare. Da qui la selta per il blu e le sue diverse sfumature; abiti da tessuti morbidi e leggeri, che rievocano ora il movimento delle onde, ora la trasparenza dei fondali marini. Se Angela fosse una canzone? “La donna dai capelli blu mare”, inclusa nell’ultimo album (Meticci, Sony Music) della grande Ornella Vanoni.
Vera Mele&Marco Maggio