In viaggio con gli Asinida Matelica a Porto Recanati5-10 Aprile 2012Abbiamo deciso di passare le vacanze di Pasqua in maniera poco convenzionale partecipando ad un trekking organizzato dalla Compagnia dei Cammini attraverso la Valle del Potenza, nelle Marche. La particolarità di questo trekking di 5 giorni è che è pensato per i bambini grazie alla presenza di 6 asinelli che aiutano sia nel trasporto dei bagagli che nel trasporto, a turno, di un bambino.5 Aprile - da Matelica a Braccano Km 4,5; ore di cammino 2.00; dislivello in salita 190 m, in discesa 53 mPartiamo dalla stazione di Chiasso alle 7 visto che il ritrovo è fissato per il 5 Aprile alle 14:00 alla stazione di Matelica, per incontrare nostra guida Massimo Montanari, "asinaro" di lungo corso, grazie alle sue numerose esperienze sia con la Compagnia dei Cammini che con la sua società Aria Aperta. Di Massimo non sapevamo molto, se non che avrebbe controllato con rigore i nostri bagagli, essendosi raccomandato in una sua email prima del viaggio di limitare la quantità di materiale che ci saremmo portati dietro.Sul treno da Ancona a Fabriano incontriamo i nostri primi compagni di viaggio: Anna (mamma) e Giulia (bimba)  da Trento, e Flavio (papà) e Asia (bimba) da Lodi. Federica è un po' più piccola delle due, ma iniziano a giocare assieme. Poi, a Fabriano cambiamo per Matelica e saliamo su di un puzzolentissimo treno diesel dove ci raggiungono anche Diana (mamma) e Sophia (bimba) da Palestrina.  Arriviamo quindi puntuali a Matelica dove incontriamo Silvana (mamma) e Giorgia (bimba, la più grande) che arrivano a Bologna, ma assieme a Samatha e ai suoi due figli Irene ed Ettore (unico maschietto) da Torino. Intanto arrivano anche Francesca e Allegra (bimba, la più piccola, 5 anni) da Camogli. Ci siamo tutti: 8 adulti e 8 bambini. Aspettiamo solo Massimo.Che non compare. Il mistero è presto risolto. Arriva Franco, uno degli organizzatori locali, assieme a Sofia e Luciano, che ci dice che ci aspettano in un parco in centro a Matelica dove sono "parcheggiati" gli asini. Il tempo purtroppo minaccia pioggia, sono previsti forti acquazzoni,  e quindi Massimo ha scelto di evitare di farci tirare fuori le nostre cose dagli zaini per trasferirle nelle sacche da caricare sui basti, casomai piovesse proprio durante questo trasbordo. Quindi andiamo a conoscere gli asini.Gli asini, come detto, sono sei: cinque di Massimo: Gastone, nella foto in primo piano, il principe degli asini, Ginevra e Gigi, madre e figlio, di razza irlandese, Greta e Giada, due asinelle carine e simpatiche. E un’asinella di Sofia, Annabella. pastedGraphic.pdf Download this file Quindi oltre agli 8 adulti e agli 8 bambini, ci sono anche Massimo, la guida, Sofia, Franco e Luciano, gli organizzatori locali dell’associazione “La Carovana” di Appignano, e a salutarci c’è anche il sindaco di Matelica assieme ad un vigile (nella foto qui sotto, da sx a dx: Franco, il Sindaco, e Massimo). PastedGraphic-1.pdf Download this file Conosciuti gli asini, scoppia l’atteso temporale e allora si riorganizza il piano. Massimo con Sofia imbarcano gli asini sul trailer e i portano all’agriturismo “Il Cavalier Errante” a Braccano, pochi chilometri fuori Matelica, dove passeremo la notte, mentre Luciano e Franco ci accompagnano a visitare Matelica e il suo museo archeologico. Appena entrati nel museo Diana inizia ad assumere un atteggiamento da guida professionista, tanto che Luciano si domanda come mai una guida del museo di Matelica si sia aggregata al nostro gruppo asinino. L’arcano è presto svelato, Diana lavora come archeologa presso il ministero dei Beni Culturali, e ha un dottorato in Archeologia Classica... non ha quindi saputo trattenersi e abbiamo potuto ammirare i reperti con una guida esperta.Finita la visita la pioggia insiste: si decide quindi di mandare i bambini (e gli zaini) all’agriturismo in auto, grazie al trasporto di Franco, mentre Luciano ci accompagna a piedi sotto l’acqua, visto che abbiamo insistito per iniziare il trekking in maniera congrua.Il piano originale era che in ogni tappa si sarebbe dormito in tenda presso ogni agriturismo, ma in caso di brutto tempo era previsto che avremmo potuto utilizzare delle camere. Cosa che abbiamo dovuto fare già la prima sera.La nostra prima cena è stata un bel momento per conoscerci meglio. Abbiamo anche scoperto che Luciano ha doti artistiche non indifferenti. Ci ha offerto un concerto voce e chitarra delle canzoni di De André, ma ha anche accompagnato Asia in una interpretazione di un vecchio successo di Celentano che ci ha lasciato a bocca aperta.  PastedGraphic-2.pdf Download this file 6 aprile - da Braccano a Gaglianvecchio Km 15,4; dislivello in salita 514 m, in discesa 514 mLa mattina dopo, il sole splende e siamo tutti pronti per caricare le borse per i vestiti che Massimo ci aveva distribuito. Gli asini sono presto caricati e ci incamminiamo nella nostra prima tappa, verso Braccano, per una distanza di 15 Km e un dislivello di 540 m in salita. Poca cosa con gli asini che trasportano i nostri bagagli, ma la salita iniziale è abbastanza dura per i bambini e anche per me e Gigi, l’asino che mi è stato assegnato. Gigi è un asinone bianco che ha molta voglia di mangiare le erbette tenere ai bordi del sentiero, e meno voglia di zoccolare in salita.  PastedGraphic-3.pdf Download this file Comunque sia, arriviamo, con calma, e lentezza, alla vetta più alta del nostro cammino (ben 900 mt), dove troviamo un bellissimo pratone per il nostro primo pranzo al sacco. Ci raggiungono anche Francesco e sua moglie, due giovani allevatori di cavalli, amici di Franco, Sofia e Luciano.Massimo inizia a rivelare le sue doti di grande intrattenitore di bambini. Inizia a giocare e correre con loro, ma ne paga lo scotto. I bambini gli rubano il cappello che poi nascondono. Il cappello non sarà mai più ritrovato, perché si sono dimenticati di dove l’hanno nascosto. “Chapeau” a Massimo che abbozza e racconta una delle sue storie. Massimo, oltre a fare l’asinaro, scrive anche racconti per bambini (vi consiglio il suo libro “La Costituzione, che soddisfazione”, dovrebbero leggerlo soprattutto gli adulti...).Comunque la pausa pranzo si protrae. Si mangia salame, e poi si beve vino rosso, e poi si mangia il formaggio (ottimi percorini prodotti in loco), e poi si apre un altro salame, e poi si beve ancora un poco. Insomma, quando ci alziamo si è già fatta una cert’ora e dobbiamo camminare di buona lena per arrivare alla nostra destinazione. Destino volle che la lena magari c’era, ma il tempo a disposizione era quello che era, allora arriviamo giusto alla fattoria di Francesco, a Sant’Elena, verso le cinque, dove possiamo riposarci. Massimo dichiara chiusa la tappa. Gli asini vengono scaricati e messi in un recinto, mentre i bambini e gli adulti vengono trasferiti all’agriturismo “La Collina dei Ciliegi” di Gaglianvecchio - San Severino grazie alla gentilezza e alle auto messe a disposizione da Francesco e da Franco. Massimo, Flavio, Francesca ed io rimaniamo fra gli ultimi, ma arriviamo all’agriturismo in tempo per montare la tenda! Il tempo è buono ed è possibile finalmente accamparsi, anche se una parte di noi, specie i bimbi più piccoli, dormiranno in camera. In serata ci raggiunge anche Giorgio, un collega di Massimo di Mariano Comense, che rifarà questo percorso assieme a lui quest’estate, però con un gruppo di bambini e ragazzi.7 aprile - da Gaglianvecchio a Piangiano Treia Km 16,4; dislivello in salita 319 m, in discesa 731 mLa mattina usciamo assonnati dalle tende e dalla “camera accampamento” per fare una sostanziosa colazione e poi caricare gli asini per la prossima tappa. Senza fretta partiamo verso le 10 e ci dirigiamo verso Treia. Dapprima una piccola salita ed una discesa per poi fare tappa, verso le 11 e mezza ad un bar in località Contrada S.Lorenzo dove proviamo la famosa vernaccia locale. La vernaccia è la risposta marchigiana al lambrusco, quindi un vino rosso leggero e frizzante. Diciamo che ben presto la sosta di degustazione si trasforma in una pranzo al sacco vero e proprio, anche grazie all’ospitalità dei gestori del bar. Qui a fianco un’immagine del bar: le sedie dei giocatori di carte sotto l’insegna del Varnelli, il liquore all’anice tipico della zona, ma che recentemente sta acquisendo una popolarità nazionale (e se la merita).  PastedGraphic-4.pdf Download this file Dopo questa lunga pausa ci mettiamo in cammino per Treia, il paese famoso per il gioco della palla con il bracciale. È il gioco che ispirò il Leopardi a dedicare una poesia ad “un vincitore nel pallone”, e non si trattava di Lionel Messi. Il tempo peggiora metre ci avviciniamo a Treia lungo la provinciale, ma arriviamo proprio mentre iniziano a cadere le prime gocce. I nostri organizzatori locali della Carovana avevano avvisato le autorità locali, e i vigili urbani ci scortano fino alla bellissima piazza del paese, dove ci aspetta Gigetto (che poi sarebbe il sindaco). In pratica è come essere al Giro d’Italia, la gente sa del nostro arrivo e ci aspetta sul percorso e ci saluta. Sono poche persone, ma la cosa è curiosa. PastedGraphic-5.pdf Download this file Intanto la pioggia aumenta e si decide di mandare i bambini all’Agriturismo Rio Chiaro, mentre i grandi proseguono a piedi. Fortunatamente la pioggia smette e arriviamo asciutti a Piangiano Treia, dove le opzioni per il pernottamento sono un po’ più limitate a causa del fatto che l'agriturismo non ha camere per la notte. Quindi, un gruppo monta le tende, un gruppo dorme in una roulotte e un altro gruppo presso una stanza del magazzino dell’agriturismo messa gentilmente a disposizione. Del resto abbiamo i nostri sacchi a pelo e materassini autogonfianti che ci permettono di dormire ovunque.La sera cena eccezionale grazie alla cucina di Rocco e soprattutto grazie alla musica dei Vincanto, invitati da Luciano. I Vincanto sono un gruppo folk marchigiano famosi per avere reinterpretato la “Ballata del Bellente” di Peppe di Birtina. La storia è quella di un brigante vissuto a cavallo tra il 700 e l‘800 che aveva conquistato le simpatie del popolo grazie alla sua connotazione antinapoleonica. 8 aprile - da Piangiano a Montefiore Km 15,5; dislivello in salita 362 m, in discesa 381 mLa notte non piove, e il tempo al nostro risveglio è ancora buono, ma quando partiamo si capisce già che cambierà presto. Usciamo quindi da Piangiano Treia e costeggiamo il rio che scorre vicino all’agriturismo. Ad un certo punto dobbiamo guadare questo piccolo fiumiciattolo. Saranno 2/3 metri, ma Annabella, l’asinella di Sofia, non ha mai guadato prima un torrente. Per questo motivo la facciamo passare per ultima, sperando che vedendo gli altri asini passare senza problemi pur bagnandosi gli zoccoli, decida di passare anche lei. Così non è. Inizia un lungo tira e molla che alla fine vede Annabella attaccata a Gastone che, con il nostro aiuto a spingere Annabella sui suoi potenti quarti, riesce a trascinarla oltre il guado. Giubilo generale, e ringraziamenti commossi da parte di Massimo a Gastone, già protagonista della favola “L’asino Gastone e la principessa Malcontenta”.Superato il guado, nel quale ho infradiciato le scarpe, proseguiamo verso il convento dei Frati di Forano, nostra prossima tappa. Il tempo peggiora rapidamente e si solleva un forte vento che diventa quasi insopportabile in corrispondenza del convento. Fortunatamente riusciamo ad arrivare giusto mentre inizia a piovere. Facciamo in tempo a riparare gli asini sotto il portico della chiesa che inizia a cadere una pioggia insistente e fastidiosa. Tanto noi siamo al coperto ormai e sfoderiamo le nostre abbondanti provviste (salami, vino, vino e salami, prosciutti e salami) e ci diamo dentro. Dopo pranzo, Massimo intrattiene i grandi e piccini con una delle sue storie, fino a che non capiamo che il tempo non migliorerà affatto e allora si decide di trasferire tutti via auto. Cesare fa la spola con il trailer di Massimo per trasportare gli asini. Luciano, Giorgio, io, e gli asini Annabella e Greta restiamo ad aspettare il secondo viaggio. PastedGraphic-6.pdf Download this file Arriviamo all’Agriturismo il Giardino dei Sapori che sono quasi le sette e troviamo un accampamento provvisorio nell’atrio dell’agriturismo. Era la domenica di Pasqua e l’agriturismo aveva lavorato a pieno ritmo fino a tardi. Immaginatevi gli eleganti ospiti che hanno visto arrivare una carovana di asini, bambini e genitori che si sono sistemati alla bell’e meglio negli spazi disponibili...  Ad un certo punto, una delle porte delle camere si è aperta ed un’elegante coppia ha dovuto scavalcare gli stanchi escursionisti che si erano sparpagliati nella hall, occupando ogni spazio disponibile.La sera si è unito a noi Marino Severini, uno dei fondatori dei Gang, che ha cantato qualche canzone accompagnandosi con la sua chitarra acustica.Un regalo apprezzato moltissimo a Massimo che era suo fan da tempo.A causa del tempo incerto e freddo abbiamo dormito al coperto, un po’ in camera, un po’ in una sala da pranzo distaccata. Dopo tutto poteva andare peggio.9 aprile - da Montefiore a Recanati Km 14,1; dislivello in salita 377 m, in discesa 484 mLa mattina ci svegliamo e il sole splende! Purtroppo la temperatura è comunque bassa, vediamo infatti i monti SIbillini tutti innevati. Comunque oggi il percorso ci riserva dei paesaggi fantastici. Originalmente si pensava di fare un pezzo sulla provinciale, ma dopo avere rischiato l’arrotamento, Massimo ha saggiamente deciso di attenersi all’ itinerario più lungo, ma più sicuro e paesaggisticamente più interessante. Siamo quindi scesi in una valle circondata da campi coltivati e appena arati per la semina.  PastedGraphic-7.pdf Download this file Dopo avere attraversato questi campi siamo arrivati nei pressi di una piccola fattoria con un delizioso praticello di fronte, ormai in vista di Recanati.  Dalla fattoria è uscita une signora gentilissima che ci ha invitato a sfruttare il suo praticello per la nostra pausa pranzo. Come al solito la pausa si è trasformata in una vera e propria festa campestre. Ripartiamo dunque in direzione di Recanati, in leggera salita. Non appena entriamo nel centro abitato io  passo alla paletta per raccogliere le abbondanti deiezioni dei nostri amici orecchielunghe. C’è da dire che il letame prodotto dagli asini è, oserei dire, profumato, visto che mangiano solo erba. Inoltre è un ottimo concime, apprezzato da tutti gli agricoltori.A Recanati ci fermiamo dapprima in piazza sotto la statua del Leopardi, poi ci muoviamo verso la piazzetta del “Sabato del villaggio” antistante la casa del Leopardi. Qui incontriamo il Conte Leopardi che conosceva Sofia (anch’ella di nobili origini) e diventiamo immediatamente un’attrazione per tutta la gente che era uscita per una passeggiata post-prandiale nel giorno di Lunedì di Pasquetta. Mi sembrava di essere un domatore del circo equestre: i bambini accorrevano da ogni parte per accarezzare e toccare gli asini. Uno ha persino messo la mano in bocca a un asino e si è beccato un piccolo morso (del resto gli asini mangiano quasi tutto quel che gli metti in bocca...)Ultima tappa, scortati dai vigili per difenderci dal traffico, verso la Contrada di S.Francesco, alla periferia di Recanati dove arriviamo all’ Agriturismo Antica Campagna, un piccolo complesso di tre case, in cui in una vive la famiglia che gestisce l’agriturismo, mentre le altre due offrono delle accoglienti camere per i visitatori. Per questa ultima notte era previsto che avremmo avuto quattro camere da condividere, quindi con la possibilità di dormire in camera per tutti. Un’opportunità che ci ha fatto comodo visto che nella notte la temperatura scenderà agli zero gradi.La sera, per cena, ci si ritrova tutti assieme, e si aggiunge anche Ivano Caffarri e la sua compagna. Ivano è un vecchio amico di Luciano, organizzatore di mostre e iniziative culturali e ci intratterrà con un breve profilo sulla figura di Monaldo Leopardi, il padre di Giacomo. Ci racconterà anche di un passaggio segreto che collega alcuni palazzi di Recanati che aveva ospitato un fuggiasco che era anche uno scultore di una certa abilità, e quindi questo passaggio pare sia istoriato di numerosi bassorilievi. Splendidi a suo dire, ma comunque non visitabili.10 aprile - da Recanati a Porto Recanati Km 9,2; dislivello in salita 115 m, in discesa 236 mLa mattina dell’ultimo giorno mi sveglio per primo e vado a salutare gli asini. Mi accorgo che Greta e Annabella sono uscite dal recinto e si sono avvicinate al recinto dei cavalli che era lì vicino. Mi avvicino dunque per riportarle nel recinto, ma, intuendo le mie intenzioni, mi guardano e scappano nei campi. A questo punto corro a chiamare Massimo e Giorgio che si stavano alzando, e velocemente riconducono le due asine, con una manovra di accerchiamento, all’interno del recinto.Dopo una ricca colazione siamo pronti per ripartire. Alla carovana si aggiungono dei cugini di Sofia e ci incamminiamo verso la villa di Beniamino Gigli. A questo proposito Sofia ci racconta l’aneddoto del pappagallo della sorella del Gigli. Quando questa dovette ritirarsi in una casa di riposo, il pappagallo venne regalato a dei vicini di casa di Sofia. Particolarità di questo pappagallo era quella di solfeggiare e cantare arie d’opera. Ogni mattina Sofia si svegliava al canto lirico del pappagallo. Davanti al cancello della villa di Beniamino Gigli veniamo intervistati da una televisione locale. E a questo punto Porto Recanati è davvero vicinissima. Il profumo del mare non si sente a causa delle basse temperature e del vento gelido che soffia dall’entroterra, ma sembra quasi di sentirlo.Qualche centinaia di metri fuori da Recanati un signore ci si avvicina sorridendo. È il papà di Allegra che ha fatto una sorpresa a Francesca e Allegra venendo loro incontro. Abbiamo avuto anche noi il nostro momento “Carramba che sorpresa”.Ultimi metri e arriviamo al mare. Il nostro viaggio è finito. Massimo e Ginevra ci salutando da questa foto, ma altre avventure ci attendono. PastedGraphic-8.pdf Download this file Posted via email from Il diario di Andrea

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