2014-01-31



Stiamo vivendo un momento di svolta epocale. Grazie alla Provvidenza ed alla Voce potente di milioni di cittadini campani il disastro ambientale piu’ grande in quanto piu’ negato di Italia, vissuto dalla Regione Campania negli ultimi trenta anni della sua millenaria Storia, ormai non si nega piu’.

Per chi, come me, ha scelto di fare il proprio dovere deontologico di urlare per avvisare del pericolo, il 50% del proprio dovere e di quello che si doveva fare, è stato fatto.

Ora dobbiamo riprenderci un governo del territorio e renderci conto con esattezza non gia’ se il danno ci sia o meno, ma di quale sia la reale entità di questo danno sia alla mia meravigliosa Terra, la più fertile di Europa, che al sin troppo tollerante Popolo che ci vive, tenuto all’oscuro per oltre trenta anni della vera natura del problema rifiuti (rifiuti speciali, industriali e tossici, non certo rifiuti urbani) e per altrettanti anni e ancora oggi confuso sulla esatta entità della realta’ obbligata del conseguente danno alla salute pubblica di questi territori massacrati da rifiuti tossici.

I concetti di “nesso di causalità” e di “prescrizione del reato” sono due concetti, squisitamente italiani, di carattere  giuridico, non sanitario, come costantemente ricorda il Prof Antonio Giordano, scienziato USA che non dimentica di essere Figlio di questa Madre Terra.

Se si incendiano roghi di rifiuti industriali e speciali, dagli pneumatici all’amianto, non puo’ che esserci un conseguente danno sanitario, che resta solo da quantizzare.

Se si interrano decine di milioni di tonnellate di rifiuti industriali altamente tossici nelle profondita’ di nostra Madre Terra,  con tecnica unica e sopraffina “a biscotto”,  finalizzata proprio ad ottenere prodotti alimentari “puliti” in superficie, non puo’ non esserci un danno sanitario , in un tempo che ormai ha scoccato gli oltre venti anni da tali sversamenti tossici: si deve solo verificarne la esatta portata.

Abbiamo sviluppato in milioni di anni cinque sensi (dall’olfatto alla vista) per adattarci al meglio all’ambiente circostante ed evitare i pericoli (fuggire per la puzza e/o allontanarci  in tempo dalle fiamme) e ora, con la superbia di chi ha inventato uno strumento potente di elaborazione di calcolo come il computer, aspettiamo la certezza statistica prima di prendere decisioni utili al governo della salute.

 Dobbiamo contare con esattezza i morti e cercare il nesso certo (perfettamente consapevoli del tempo che perderemo inutilmente)  per sapere quale sia, tra le milioni di sostanze tossiche che ci bombardano ogni giorno nell’ambiente e che trenta anni fa o non esistevano (plastiche) o non erano state interrate (rifiuti tossici) , la pietra mortale che ,colpendoci , ha provocato il cancro, o la infertilità o quelle che una volta erano rarissime patologie neurodegenerative e psichiatriche, come l’Alzheimer o l’autismo .

Perche’ non vogliamo comprendere , piangendo e chiedendo perdono a Dio, il terribile quanto chiarissimo messaggio epidemiologico dei tanti figli di Casale di Principe che , autistici per sempre, oggi giocano, incoscienti, sui pavimenti in marmo da 11mila euro a metro quadro dei saloni di casa Schiavone?

Ieri sera mi hanno raccontato del dolore immenso di una delle nostre madri delle cartoline alla lettura degli atti presentati in Parlamento dal Magistrato Ceglie, che documentano , ben piu’ e ben oltre le confessioni del pentito Schiavone, come per tempo la Magistratura avesse raccolto e trasmesso agli organi politici competenti, i dati reali non solo del disastro ambientale ma anche sanitario, utilizzando nel 1997 lo strumento amministrativo della esenzione ticket per patologia.

Quei dati, quelle indagini, erano e sono più che sufficienti per azioni di governo della salute pubblica in termine di prevenzione primaria e di applicazione del principio di precauzione, ma sono rimasti del tutto ignorati.

Quelle madri, e, con loro , milioni di cittadini e medici come me, si chiedono oggi: se si fosse fatti qualcosa, qualunque cosa , di concreto, mio figlio sarebbe ancora vivo? La mia vita avrebbe avuto un storia diversa, piu’ umana, meno contro natura? Avrei avuto il cancro che oggi devo combattere in una regione che non ha piu’ risorse economiche?

Questa à la domanda atroce che ogni cittadino campano si fa ormai da anni, e non ci consola sapere che il registro tumori in Campania esiste, con lauti stipendi pagati, sin dal 1996, ma che ancora dobbiamo aspettare altri anni, prima di avere dati certi non gia’ del danno, ma della reale entità del danno.

Signor Presidente Caldoro, ci siamo conosciuti e apprezziamo l’impegno e crediamo nella buona fede di chi oggi è costretto a governare un danno così grave. Anche oggi  discariche coltivate come la RESIT saranno filmate dalle televisioni tedesche, francesi e la settimana prossima anche australiane.

Continuiamo imperterriti a permettere di rendere visibile con gli occhi (e non con il computer) in tutto il mondo, la nostra incapacità di governare con efficacia pochi ettari di territorio gravemente contaminato, come alla RESIT, e non riusciamo ad evitare di fare filmare a tutti come siamo capaci di coltivare  prodotti agroalimentari “puliti” su terreno di copertura di discariche non a norma di rifiuti tossici.

Questo malgoverno, purtroppo,  accade solo in Campania.  In Lombardia, nel caso Caffaro, in soli tre mesi del 2001 cento ettari di territorio sono stati inibiti alle coltivazioni e ben 1200 cittadini bresciani hanno fatto analisi individuali di diossina e sono in follow up dal 2001.

Noi, nel 2013, con sversamenti tossici accertati nel 1993, con un registro tumori istituito dal 1996, siamo  ancora divisi tra “allarmisti” e “negazionisti”, anziche’ azzerare questo immobilismo suicida e mortale che ci porta a fare trasmissioni tv a giorni alterni, ma senza che cambi nulla di concreto ormai da oltre venti anni.

E’ ben grave contraddizione chiedere a tutti i cittadini campani il massimo e giustissimo impegno per combattere tutti insieme per il riequilibrio delle risorse sanitarie utilizzando per la ripartizione anche il criterio tecnico/scientifico della ripartizione per quota capitaria ( corretta non solo per età  ma anche per aspettativa di vita alla nascita, diventata in Campania la più bassa di Italia nei soli ultimi venti anni) , e continuare a dubitare, in attesa di dati certi e nesso di causalità certo tra milioni e milioni di sassi cancerogeni che riceviamo ogni giorno, della esistenza del danno reale alla salute pubblica.

Troppe contraddizioni, troppo gravi e palesi, troppo gravide di conseguenze tragiche nelle vite di ciascuno di noi , per consentirci di potere ragionare serenamente e/o con l’aplomb di chi si veste da arbitro scienziato, ma in realtà è giocatore in campo, specie tra i medici.

Mai sarebbe potuto accadere un simile disastro ambientale senza la piena co responsabilita’ di una importante classe professionale come quella dei medici.

A noi medici compete di governare le leggi naturali, e fare scienza è un di piu’, un meraviglioso quanto aggiuntivo impegno ed onore , non necessario per indirizzare correttamente stili di vita individuali ma anche collettivi e la politica.

Risulta ormai chiaro a tutti, dal pentito Schiavone che ci apostrofa con disprezzo, sino all’onorevole Presidente dell’Ordine dei Medici di Salerno ( e purtroppo non di Napoli! ) , che la classe medica in questa regione è stata ed è co responsabile e non solo vittima di tale disastro gestionale del territorio ma anche della sanità regionale.

Prendiamo atto e siamo certi della buona volontà e dell’impegno sincero non solo del Presidente Caldoro ma anche dei politici oggi all’opposizione come gli Onorevoli Caputo, Amato, Abbate, e di tutti gli altri che alla unanimità avevano votato una legge regionale per il registro tumori, ma nessuno dei due schieramenti politici , come ricordato appunto proprio dal Presidente Caldoro,  puo’  proclamarsi  innocente e non co responsabile in questa tragedia.

Ed ancora piu’ allora , Signor Presidente, mi conceda ricordarle che nessuno è innocente all’interno di quelle lobbies sanitarie di nomina politica che hanno governato e governano di fatto , in regione Campania, strumenti delicatissimi ed essenziali come il registro tumori non solo per l’accertamento del danno ma anche e soprattutto per la migliore programmazione sanitaria, in una Regione Campania che deve uscire fuori da un cosi immane disastro ambientale, gestionale, sanitario.

Faccio mio l’appello del mio Presidente Caldoro alla unità di tutti i campani, al di fuori e al di sopra di tutti i partiti politici , per la necessaria unità di intenti e di azioni per un riequilibrio dovuto delle risorse sanitarie per i cittadini campani.

Ma supplico in ginocchio il mio Presidente Caldoro e tutti i politici di buona volontà della Regione Campania, di non essere ancora padroni, complici o succubi di quelle lobbies sanitarie che ancora governano pienamente, e con organigrammi invariati da oltre venti anni, la gestione della prevenzione primaria, secondaria a anche il registro tumori in Campania .

Che il Signore vi illumini e ci protegga tutti.

Per quanto mi riguarda, io che sono entrato per concorso pubblico e primo in graduatoria presso un Istituto sanitario di eccellenza come il Pascale, insieme a quelli che oggi sono universalmente riconosciuti i migliori oncologi del mondo, da tempo ho fatto mie anche queste parole di Don Peppe Diana:  “ A me non interessa sapere chi e’ (scienziato) Dio: a me interessa sapere da che parte sta!”

Io ho fatto la mia scelta di campo, anche come scienziato: a voi la vostra!

Antonio Marfella

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