Testo Concita Borrelli
ATTI OSCENI IN LUOGO PRIVATO
Era una serata meravigliosa. Si tolse la pashmina e passeggiò con il seno più esposto. Ricordo un sentimento indefinito: gelosia e voglia. Libero Marsell è a New York con la sua Lunette – siamo all’interno del romanzo, Atti osceni in luogo privato di Marco Missiroli – e quel luogo privato c’incanta.
Perché Le Grand Libero sperimenta dolori, piaceri e sogni in ambiti definiti, raffinati, inaspettati – con la leggerezza, la pudicizia e la perversione tenue che oggi un po’ ci son sfuggite dalle mani. Cosa è oggi osceno? Inteso come erotico, sensuale, invalicabile – stupendo.
Aurora Ramazzotti, figlia di Eros – e di Michelle.
È jeunesse che smania e che non vuole aspettare il turno che l’età le imporrebbe.
Sotto i fotografi, prima a volto censurato, oggi maggiorenne a pieni tratti, il suo quotidiano è nel nostro, e mai viceversa.
È una nuova epoca, va bene esser figli di qualcuno, ma non basta più. Qualcuno direbbe non sia mai bastato, ma non è vero: è bastato quasi lungo tutto il corso della storia – soltanto, ci sono aristocrazie nuove, come quelle di Aurora, e ci sono aristocrazie antiche.
Tutto questo, a volte, è osceno – di nuovo, che vuol dire stupendo.
Quanti di noi sanno chi è Antonius von Fürstenberg, un principe tedesco – forse l’uomo più bello del mondo. L’eros? Nel romanzo di Missiroli, Brera segna il confine dell’eleganza a Milano – e di certe chiacchierate.
È inevitabile, ti senti escluso, e perso e solo se non entri in quei portoni.
A me lo ha insegnato nel 2007 Carlo Mazzoni con I Postromantici, pensa un po’.
Filippa Lagerback l’ha capito da sempre. Nasce modella che ha sperimentato con successo la cifra della presentatrice rapida, nel salotto buono delle terza rete. Appare cum judicio. Sorride da una pubblicità. Non si profonde in selfie. Non è sciura, non è vedette. È più Milano delle milanesi.
Come Guglielmo Miani, milanese per acclamazione, pur avendo origini pugliesi. Presidente del Gruppo Larusmiani non sbaglia un indirizzo e per lui c’è Brera nel caffè del mattino.
Dov’è questo Eros? Quello divino e non paterno.
Allo stadio Olimpico, Claudia Gerini. Romana de’ Roma, madre, compagna di Zampaglione Federico. Erotica in luoghi privati, come sullo schermo. A Claudia non le misuri la circonferenza vita e l’altezza dei tacchi, ti piace il suo sguardo riccio e spontaneo. Le sue passeggiate con Rosa e Linda – e quell’icona di fuori porta romana, arricchita, viziata e tenera di cui quel genio di Verdone le fece, un tempo, omaggio.
Text Concita Borrelli
INDECENT ACTS IN PRIVATE PLACES
It was a beautiful evening. She slipped off her pashmina and revealed more of her breasts as she walked, I remember a vague feeling of jealousy and desire. Libero Marsell is in NY with his Lunette – but we are in a novel, Atti osceni in luogo privato (Indecent Acts in Private Places) by Marco Missiroli – and we are captivated by that private place. Because Le Grand Libero experiences suffering and pleasure, and dreams in refined, unexpected settings – with a light- ness, modesty and subtle perversion that we seem to have lost. What is indecent today? What is erotic, what is sensual, what is insuperable?
Aurora Ramazzotti, the daughter of Eros – and of Michelle. She represents jeunesse that is restless, and who does not wish to wait her turn that age would impose upon her. Always a photographers’ favourite, as a child in images with her face blurred, now as a young adult her features in full view, her everyday life is part of ours, and never vice-versa. This is a new era, it is advantageous to be the child of someone famous, but it is no longer enough. Some would say that it was never enough, but it is not true: it was enough almost throughout history – it is just that there are new aristocracies, like those of Aurora, and there are ancient ones. All this, at times, is indecent – at others it is wonderful.
How many of us know who Antonius von Fürstenberg is? A German prince and maybe the best looking man in the world. Eros? In Missiroli’s novel, Brera marks the boundaries of elegance in Milan – and certain conversations. Of course you’re going to feel excluded, lost and alone if you don’t have an entrée. I learned this from Carlo Mazzoni and I Postromantici in 2007.
Filippa Lagerback has understood this. She started out as a model and then successfully assumed the personality of the swift, host in the respectable salon of Rai Tre. Sober look. Smile like an ad. She doesn’t go overboard with selfies. She’s not a sciura – signora to you; she’s not a showgirl. She’s more Milanese than the locals.
Just like Guglielmo Miani an acclaimed gentleman, although he’s originally from Puglia. President of the Larusmiani Group, he doesn’t put a foot wrong, and gets Brera with his morning coffee. So tell me, where is Eros then? The divine kind and not the paternal one.
At the soccer stadium you found Claudia Gerini. Roman born and bred, mother, and Federico Zampaglione’s partner. Erotic in private places, as well as on the screen. You don’t determine Claudia’s waist measurement or the height of her heels, you just love her sexy yet natural gaze. Her walks in Rome with Rosa and Linda. This icon of the nouveau riche, spoilt and appealing Roman suburban girl to whom that genius Carlo Verdone once paid tribute.
I CAVALIERI D’ORO
Un uomo attraversa la slow-photo del suo sito come fosse Rodolfo Valentino, con lo sguardo tagliente, in abiti sartoriali. Bello più che Rodolfo. Luca Marin. Il nuotatore. Ve lo aspettereste – raccontare di come si fende la pigra acqua della piscina e pure la piega delle onde.
Ve lo aspettereste certo vincente, ma non troppo – invece esibisce abiti e amori. Poi? Poi… Luca, quando vuole, sa giocare al divismo dei più consumati, un altro lavoro per stare a galla oggi che in tanti vorrebbero saper fare.
Giulio Berruti gioca all’antidivo, il che è lo stesso. Nasce odontoiatra. Fa cinema e televisione. Sportivo. Si direbbe bello anche di lui – forse è un eufemismo. Non può non essere sotto il nostro sguardo, sempre. Più balli in tv, con chi ti capita, e dove capita, più al cinema ti riconoscono, perché oggi il cinema non lo riconosce più nessuno. È una corsa forsennata all’essere, all’apparire, a rispondere la mattina a un appello. Non puoi immaginarteli diversamente i giovani che attraversano questo secolo. Non puoi immaginarteli tormentati e immersi in un fondale a ingaggiare lotte lente con l’orata. Ferito a morte, capolavoro di Raffaele La Capria, ambientato tra gli anni Cinquanta e Sessanta. Alternarsi di risate e pettegolezzi, ritratti e dubbi di ragazzi di fa-miglia buona nel rallenty dei circoli nautici di Napoli occupati dai loro padri e madri, loro unica opportunità sociale. Giovinezza quella che profumava di immagini rubate, di occhiate tanto spregiudicate quanto represse – che la violenza televisiva e la velocità del web uccidono o incoronano. Chi se lo ricorda il bello sotto un abito, un bacio forse dietro un’ombra? Oggi la trappola è nelle esistenze perfette ed esibite.
Alessia Marcuzzi sa ancora cosa sia il Festivalbar. Oggi lo chiamano Coca Cola Summer Festival – come cambia il costume, e la civiltà, guardando queste piccole cose, grandi cose televisive – quel Festivalbar che era l’inizio della nostalgia di ogni nostra estate.
Oggi Alessia Marcuzzi resta regina, evoluta, nella cronaca di un’isola che non c’è.
Tra selfie sorridenti dai bordi di piscine e spiagge di Spagna.
Non ha mai la pancia, non ha mai la febbre, non ha mai il sospetto di dover esser altro in un altro luogo – è bella, e bacia sempre.
Chiara Biasi è una fanciulla che si muove davanti lo specchio anche quando non ce l’ha. La bellezza è inquietudine, quando è così potente. «Mi racconto e guadagno cambiandomi d’abito. Vado in spiaggia. Al baretto. Stasera una festa. Domani a NY. A Miami per Art Basel. Qui sono a Ibiza».
Noi divoriamo, imitiamo, e facciamo di lei una fashion blogger. Più di tutto spiamo, le misuriamo i chili di troppo o troppo pochi. Il seno non era, adesso è. L’esposizione è nemica della misura. Esplode un contrasto così netto da diventare brillante.
Scilla Ruffo di Calabria discende da una delle più antiche famiglie d’Europa. Scilla inquieta, la meraviglia. Oggi – cosmopolita, spia nel mondo e seleziona musica, per quelle feste dall’allure escludente. A chi affidare l’inquietudine, rappresentata e non – l’inquietudine quella precisa, decisa, così dritta da diventare una reazione.
Il giorno più felice della mia vita sarebbe per altri il matrimonio. Per noi che lo abbiamo letto, un libro. Per comprendere sino in fondo il dolore di non poter dire chi si è e cosa si desidera – e poi la gioia di dirlo, e poi l’amarezza della fatica. Sebastiano Mauri è una sorta di principe a sua volta, aristocrazia in editoria. Cresciuto in viaggio, forse in fuga, di certo in ricerca, tanta Africa, gli States. Con una ferita, qui sì, ma Sebastiano ne ha fatto battaglia – e anche bellezza.
THE GOLDEN KNIGHTS
A man moves across the screen in a slow-photo as if he were Rudolph Valentino, with
piercing eyes and tailored clothes. He is better looking than Rudolph. Luca Marin.
The swimmer. You would expect him to tell you how he cuts through the mass of
water in a pool and the crests of the waves. You would certainly expect him to be
a winner, but without flaunting it – instead he shows off his clothes and his loves.
So? So … Luca knows how to play the star to the hilt when he wants to – another way
to keep your head above water that a lot of people would like to master, today.
Giulio Berruti plays at being the anti-star – which is the same. He started out as a dentist.
He works in movies and television. Sporty type. He is good-looking, though perhaps
this is a euphemism. He cannot but be in front of our eyes. The more you dance on
TV, with whoever happens to be there, and wherever you happen to be, the more
they recognize you at the movies, because no one recognizes cinema any more. It is a
mad race to be, to show off, to answer the roll call in the morning. You can’t imagine
young people living any other way today. You can’t imagine them tormented and
engaged in slow wrestling with a sea bream, as happens in the novel Ferito a morte,
a masterpiece by Raffaele La Capria, set between the late 1950s and the early 1960s.
Laughter and gossip, portraits and the doubts that plague kids from good families
in the suspended world of Neapolitan sailing clubs occupied by their fathers and
mothers: their only social opportunity. The kind of youth redolent of stolen images,
of glances as brazen as they are repressed. That the violence on TV and the speed of
the Internet either kills or crowns. Whoever remembers beauty hidden by clothes, a
kiss in the shadows? Today the trap lies in perfect, flaunted lives.
Alessia Marcuzzi still knows what Festivalbar is. Now they call it the Coca-Cola Summer Festival
– how customs – and society – change, as we can see from looking at these ordi-
nary but great TV programmes. Festivalbar made us nostalgic for every summer.
Alessia Marcuzzi is still the reigning queen, more sophisticated now, in presenting
never-never land. Between selfies and smiling faces at poolside and beaches in Spain. She never has a fat tummy, she never has a temperature, it never crosses her mind that she should be someone else in some other place. She’s attractive, and kisses everyone.
Chiara Biasi is a chick who always moves as if she were in front of a mirror. Beauty is restlessness, when it’s so powerful. «I talk about myself and I make money by changing my outfit. I go to the beach. To the bar. To a party. To New York. To Miami for Art Basel. This is me on Ibiza». We lap it up, imitate her and turn her into a fashion blogger. But mainly we spy on her: we calculate how many kilos she’s put on or lost. She didn’t have a bust and now she does. Exhibition is the enemy of moderation. The contrast is so glaring.
Princess Scilla Ruffo di Calabria comes from one of the oldest noble families in Europe. Scilla beautifully restless. Now she’s a cosmopolitan woman who tracks down and selects music the world over for those parties with an exclusive allure. So to whom can we attribute that precise, acute restlessness, so sharp it becomes a reaction?
The happiest experience in some people’s lives is their wedding day. For us it is a particular book. To fully understand how much we suffer if we can’t say who we are and what we want – and then the joy of saying it, followed by the bitter struggle. Sebastiano Mauri is a kind of prince himself, an aristocrat of the publishing world. He grew up travelling, maybe escaping, certainly looking for something, throughout Africa and the States. Suffering, yes, but Sebastiano has turned it into a crusade – and beauty.
Starring Alessia Marcuzzi, Antonius Von Fürstenberg, Aurora Ramazzotti, Chiara Biasi, Claudia Gerini, Filippa Lagerback, Giulio Berruti, Guglielmo Miani, Luca Marin, Malika Ayane, Marco Missiroli and Sebastiano Mauri
Creative Direction Roberta Ruiu
Director Lorenzo Gironi
Styling Alice Maiolini and Giuseppe Sileo
Hair Luca Orazi and Giovanni Erroi
Make-up Giuseppe Giarratana @L&A Artist NY and Sara Casiraghi
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