2014-11-08

 Il tanto atesso capitolo di Konami Pro Evolution Soccer 2015
Ancora di più next-gen, ancora di più grafica, ancora di più emozione ci offre il nuovo capitolo.
Partiamo dall’aspetto grafico del titolo, mosso anche per questa edizione dal Fox Engine, libero di esprimere finalmente tutto il suo potenziale: il risultato è generalmente buono, con i giocatori più famosi riprodotti in maniera fedele in ogni più piccolo dettaglio mentre discorso diverso per i giocatori di seconda fascia, con volti predefiniti e spesso difficilmente riconoscibili.

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Konami ha annunciato quella che sarà la colonna sonora di Pro Evolution Soccer 2015. Nell'elenco, consultabile poco sotto, figurano artisti del calibro di Avicii, Bastille e Linkin Park:
American Authors
Avicii feat. Aloe Blacc
Bastille
Bombay Bicycle Club
Calvin Harris feat. Ellie Goulding
Cold War Kids
Imagine Dragons
Linkin Park feat. Page Hamilton
Morning Parade
The Preatures



In aggiunta a questo, Konami ha deciso di premiare i giocatori che hanno scaricato la demo di PES 2015 e che acquisteranno la versione completa del gioco, donando loro 10.000 Game Points per avviare la modalità myClub. Per ricevere questi punti gli utenti devono aver completato una partita nella demo del gioco e dovranno giocare attraverso il tutorial della modalità myClub che sarà presente in Pro Evolution Soccer 2015.



Grafica roboante

Partiamo dall’aspetto grafico del titolo, mosso anche per questa edizione dal Fox Engine, libero di esprimere finalmente tutto il suo potenziale: il risultato è generalmente buono, con i giocatori più famosi riprodotti in maniera fedele in ogni più piccolo dettaglio mentre discorso diverso per i giocatori di seconda fascia, con volti predefiniti e spesso difficilmente riconoscibili. L’utilizzo del Player ID, che permette di riprodurre i movimenti reali dei giocatori, dalla caratteristica corsa di Ronaldo al dribbling di Robben, è stato esteso a molti più giocatori per garantire una maggiore fedeltà del titolo. Notevole anche la resa del manto erboso, in particolare durante le partite sotto la pioggia, con il campo che influenza direttamente la traiettoria del pallone, con il serio rischio di vedere la palla schizzare via dopo un lancio troppo lungo. Buona la resa dei 17 stadi presenti nel gioco, con i campi realmente esistenti realizzati alla perfezione, sebbene in numero esiguo. Non aiuta l’editor di stadi che ci permette di cambiare solo pochi parametri, come colore delle tribune e forma della rete, partendo da uno stadio presente. Dimenticabile invece la resa grafica del pubblico, non particolarmente dettagliato sugli spalti.

Diverso è il discorso per l’atmosfera, che cambia a seconda della partita che stiamo disputando. Non ci saranno infatti semplici differenze tra un’amichevole e una finale, ma anche tra una partita di Libertadores e una di Europa League, con lo stadio che, nel primo caso, si trasforma in una bolgia fin dai primi istanti di gioco, con il pubblico che incita le squadre per tutta la durata dell’incontro. Il tutto viaggiando, almeno per quanto riguarda la versione Playstation 4, a 1080p e a 60 frames al secondo.



Grandi miglioramenti

Punto forte della produzione resta però il gameplay, decisamente migliorato rispetto alle scorse edizioni ma con ancora qualche piccola sbavatura. Iniziamo dai movimenti, vera spina nel fianco del titolo a causa dei famigerati binari che non permettevano un controllo totale del giocatore. Come già evidenziato nelle scorse preview, questi sono finalmente spariti, dandoci la possibilità di controllare alla perfezione i calciatori. Ora sarà quindi più facile cambiare direzione durante la corsa per tagliare fuori un difensore o saltare più uomini con un giocatore come Messi, praticamente infermabile nello stretto. Non tutte le animazioni sono però perfette, in particolare nel girarsi dopo aver ricevuto spalle alla porta, segno che c’è ancora del lavoro da fare. Ottimi i tiri, in grado di trasmettere perfettamente la sensazione di potenza sulle conclusioni dalla distanza. Grosso merito è sicuramente della fisica della palla, con la giusta pesantezza che impedisce di vedere continuamente conclusioni all’incrocio dei pali. Segnare dalla distanza non è però impossibile e, proprio come avviene nella realtà, i giocatori più forti sono in grado di tirare fuori dal cilindro quel tiro che si infila dove il portiere non può arrivare. Buone anche le conclusioni a giro, ottime per superare il portiere nell’uno contro uno e mai troppo efficaci da grandi distanze. Un consiglio che ci sentiamo di darvi è l’utilizzo di attaccanti bravi a finalizzare in area visto che, a volte, capita di sbagliare tiri apparentemente semplici, con il giocatore che, magari a causa dello scarso equilibrio, spara il pallone alle stelle vanificando una buona azione.

Rispetto alla demo ci è parso cambiato anche il comportamento della reti di porta, ora più morbide anche se ancora troppo rigide su qualche tiro. Ben realizzati anche i passaggi, con i giocatori più tecnici come Pirlo in grado di eseguire lanci millimetrici per i compagni, e il dribbling, che permette sì di saltare uno o due avversari, ma mai di arrivare direttamente in porta partendo da centrocampo saltando tutti i difensori. Buoni, infine, anche i colpi di testa, mai troppo efficaci a causa dei cross non sempre precisi ma capaci di essere sfruttati dagli specialisti nel gioco aereo, in grado di svettare sui corner per impegnare seriamente i portieri. Estremi difensori che ci sono parsi generalmente sicuri, bravi sia nelle uscite alte che in quelle basse per neutralizzare le minacce avversarie. Anche sui tiri ci sono sembrati, almeno ai livelli di difficoltà più alti, molto reattivi e sempre nella posizione giusta, bravi a non respingere il pallone sui piedi degli attaccanti e a coprire il proprio palo. Non sono però imbattibili e, a volte, assistiamo a delle vere e proprie papere, con il nostro portiere superato in uscita da un filtrante alto appena sfiorato dall’attaccante avversario.

Una delle principali caratteristiche di questo PES 2015 è sicuramente il ritmo di gioco, molto ragionato e che obbliga i giocatori a costruire l’azione facendo girare la palla, cercando l’imbucata giusta per trovarsi soli davanti al portiere. Non pensate però ad un gioco troppo lento visto che, i giocatori particolarmente rapidi, si rivelano spesso difficili da fermare proprio come avviene nella realtà, dove gente come Gervinho si rivela imprendibile in campo aperto ma neutralizzabile con più facilità nei contrasti fisici. In fase difensiva è quindi importante coprire bene gli spazi, senza salire troppo con i centrali per non creare buchi sfruttabili dalla CPU. E’ comunque possibile scegliere di pressare a tutto campo e attaccare a testa bassa, tenendo premuto incessantemente il pulsante della corsa, con la conseguenza però di ritrovarsi tutta la squadra sfinita a metà partita, obbligandoci a ricorrere presto alle nostre tre sostituzioni. Diventa quindi fondamentale studiare l’andamento della partita, inserendo giocatori veloci al momento giusto per spaccare il match con un contropiede letale o imbottendo la squadra di calciatori tecnici per addormentare il ritmo di gioco con una fitta rete di passaggi. Buon lavoro è stato fatto per migliorare l’intelligenza artificiale, sia per quanto riguarda i nostri compagni che gli avversari. Le squadre si muovono in maniera intelligente, con i compagni che accompagnano l’azione dando una linea di passaggio, scattando sulla fascia o tagliando in area per seguire i cross. I difensori si rivelano spesso dei difficili ostacoli, anticipando gli attaccanti sui tagli e non disdegnando qualche tackle duro per fermare i giocatori che rischiano di andarsene. Una delle feature più facilmente riconoscibili è la fedeltà nel riproporre lo stile di gioco specifico per le varie squadre più famose. Affrontare il Bayern Monaco, che basa il suo gioco su una fitta rete di passaggi tra tutta la squadra e su continui inserimenti degli esterni e dei centrocampisti, rappresenta una sfida completamente diversa dall’affrontare il Real Madrid, straordinario in contropiede dove può contare su giocatori formidabili come Bale e Ronaldo, capaci di esaltarsi in campo aperto.

Tutto questo si nota in maniera marginale ai livelli di difficoltà più bassi, dove le difese sono facilmente perforabili e non servono particolari sforzi per arrivare in area e segnare, con il rischio di assistere a veri e propri risultati tennistici. Il discorso cambia completamente alla difficoltà più alta, dove il gioco esprime il meglio di sè. Affrontare una partita a questo livello non rappresenta infatti una frustrazione per gli utenti, mai costretti ad assistere a lunghi monologhi della CPU in grado di tenere palla per buona parte della partite, ma si mostra la vera essenza del gioco, con giocatori in grado di sbagliare tiri e passaggi e squadre che si adattano alle varie situazioni che si presentano all’interno di un match, perdendo tempo negli ultimi minuti quando si trovano in vantaggio e attaccando senza sosta quando costrette a recuperare il risultato. Importante lavoro è stato infine svolto per i valori dei giocatori, con parecchi calciatori abbassati di qualche punticino per non creare giocatori infermabili. Konami ha inoltre promesso update settimanali, in modo da ribilanciare continuamente il titolo per avvicinarsi alla realtà, con i valori dei giocatori che cambieranno a seconda delle loro prestazioni nella realtà e con i moduli delle squadre pronti a variare durante l’anno in base alle scelte degli allenatori veri.

Le modalità

La nuova interfaccia dei menù, ispirata allo stile grafico di Windows 8, mette subito in evidenza le varie modalità disponibili nel gioco. A dominare l’offerta troviamo la possibilità di disputare la Uefa Champions League, completamente licenziata dalla grafica in campo allo stile dei menù, affrontabile partendo dalla fase a gironi con l’obiettivo di disputare la finalissima di Berlino. Unica pecca è quella di non potere disputare il torneo con le reali 32 squadre impegnate, vista l’assenza di alcune di esse a causa di problemi con le licenze ufficiali. Oltre alla Champions troviamo poi l’Europa League, la Copa Libertadores, l’AFC meglio nota come Champions League Asiatica e la Coppa Sudamericana, ognuna con regole e schermate ufficiali. Ogni competizione sarà inoltre affrontabile in co-op locale con i propri amici, un modo per garantire ulteriori ore di divertimento, in grado di rubare agli appassionati moltissimi giorni di gioco. Ovviamente sarà sempre possibile disputare i classici campionati, con la possibilità di qualificarsi alle competizioni UEFA, e le coppe, che permettono di creare un torneo personalizzato agendo su vari parametri come numero di squadre, formula delle partite e così via. Corposa come sempre la modalità allenamento, vero e proprio tutorial che ci permetterà di padroneggiare alla perfezione tutte le situazioni di gioco, dai calci di punizione alle mosse abilità. Passare per questa modalità si rivela fondamentale, in particolare per tutti quei giocatori che sono stati lontani dalla serie per parecchi anni e per tutti quelli che si trovano in difficoltà durante le prime partite, spiazzati dai cambiamenti di gameplay del titolo.

Le due modalità più corpose sono però Diventa un Mito e l’intramontabile Campionato Master. Nella prima dovremo scegliere se prendere il comando di un giocatore reale o di crearne uno da zero, partendo da una squadra di bassa classifica per arrivare ai vertici del calcio mondiale. L’editor del gioco si rivela, come da tradizione per la serie, molto profondo, con la possibilità di intervenire su un grandissimo numero di parametri diversi, dalla dimensione della testa alla grandezza delle cosce. Anche per il ruolo del nostro alter ego virtuale avremo grande possibilità di scelta, con tantissimi ruoli diversi che influenzeranno le nostre statistiche di base, migliorabili in seguito durante la nostra carriera. La progressione del giocatore ci è parsa moderatamente lenta, senza il rischio di ritrovarsi con giocatori incredibilmente forti dopo pochissime partite. Avremo a disposizione solo un numero limitato di punti di sviluppo per indirizzare la crescita del nostro calciatore, obbligandoci di fatto a scegliere un percorso preciso per il nostro giocatore, migliorando - ad esempio - la sua categoria Tiro a scapito della Difesa, o viceversa. Qualche problemino lo abbiamo riscontrato in campo, dove la CPU si lascia spesso andare ad un possesso di palla sterile, con il nostro giocatore impossibilitato a chiamare il pallone e costretto a rimanere spettatore per lunghi tratti della partita.

Modalità principe rimane però la Master League che ci vedrà impegnati nei panni di allenatore/manager per costruire la nostra squadra dei sogni partendo o da una base reale o da un team pieno di giocatori inventati, degni eredi dei vari Castolo e Minanda impressi nei ricordi degli appassionati. Attraverso il mercato dovremo aggiungere piano piano nuovi calciatori, tenendo sempre sotto controllo le finanze della squadra per non arrivare in rosso al momento di pagare gli stipendi ai calciatori. Qualche dubbio sui trasferimenti, con la possibilità di ingaggiare giocatori trasferitisi in nuove squadre nell’ultima sessione di calciomercato come Menez o Pellè. La modalità non trasmette però una sensazione di controllo completo sul club, con un mancato dialogo diretto con i giocatori e il presidente, senza la possibilità di intervenire direttamente nella gestione di contorno del club come i prezzi dei biglietti per le partite, il miglioramento del proprio stadio e le trattative con gli sponsor. Chiudiamo parlando delle licenze delle squadre, con le solite mancanze in Premier League, con i nomi dei club fittizzi, e Bundesliga, con tantissime assenze anche di squadre di prima fascia come il Borussia Dortmund. Presente il campionato Brasiliano, anche se non con tutti i giocatori completamente licenziati, con un mix tra nomi reali e storpiati proprio come accadeva nei primissimi capitoli della serie. Gli appassionati non potranno neppure fare ricorso ai File Opzioni da scaricare per aggiungere nuove squadre al titolo, visto il mancato supporto di questa feature per quanto riguarda le console next gen.

Chiudiamo parlando della telecronaca, che vede il debutto dell’inedita coppia composta da Luca Marchegiani e Fabio Caressa, passato a PES dopo parecchi anni a commentare la serie di Fifa. I risultati sono altalenanti, con i due commentatori che riescono ad offrire qualche spunto interessante solo durante le partite più importanti. Il problema principale è nella tonalità delle frasi, in particolare quando Caressa deve passare dal pronunciare il nome di un calciatore o di una squadra ad una frase predefinita. Poco convincente anche Marchegiani, a volte davvero troppo assente e capace di intervenire solo con frasi semplici e banali.

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