Si è svolta lo scorso fine settimana l’ultima edizione di Libri nel Borgo Antico, la rassegna biscegliese dedicata al mondo dell’editoria ed ai racconti dei suoi autori. Tantissimi gli argomenti affrontati nei dibattiti, numerosi i nomi che, dal 26 al 28 agosto, si sono avvicendati nei vicoli di Bisceglie. Tra questi molto coinvolgente l’incontro con l’autore Gianfranco Longo e con la dimensione del suo Empireo.
Ricercatore e docente di Filosofie giuridiche, diritti umani e religioni del Medio e dell’Estremo Oriente presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Bari insignito del Premio Internazionale Sarnelli 2016 per i suoi studi giuridici e per quelli di filosofia delle religioni del Medio ed Estremo Oriente, Gianfranco Longo vive nella scrittura la necessità della riflessione. Frutto di questa tensione sono le sue produzioni letterarie. Il suo ultimo libro, Empireo, è stato pubblicato nel maggio scorso per la Mimesis Edizioni.
Mi soffermo sull’illustrazione di Gustave Dorè in copertina, con Dante e Beatrice che contemplano, appunto, l’Empireo. Raccontare questo libro è un’esperienza difficile perché, più di molti altri, l’effetto che sortisce dipende dall’accoglienza che trova in chi lo legge. Empireo è un poema che raccoglie in sé una riflessione filosofica, frutto di un lungo percorso di ricerca culturale e personale, partito circa ventisette anni fa, in seguito ad un lutto importante. Il lutto come perdita e come simbolo del male è stato l’elemento che ha innescato questo processo nell’autore. Il risultato è stata la stesura di un testo in versi che fonde elementi storico-politici e filosofici, ripercorrendo le empietà del nostro tempo per ricordare e non incorrere negli stessi errori.
Ventisette anni sono stati il tempo necessario a Gianfranco Longo per raccogliere gli elementi fondanti della sua opera; pochi mesi invece sono stati sufficienti per rielaborarli e dar loro una forma: quella di un poema che racchiude i suoi pensieri in oltre undicimila versi. Per mettere nero su bianco le sue riflessioni l’autore ha scelto di affidarsi al verso. La filosofia sin dai suoi inizi ha usato il mezzo poetico per la sua maggiore diffusione – ci racconta -. Un esempio famoso è il De rerum natura. Il verso lascia maggiore spazio alla riflessione, lascia al lettore una evocazione, come la musica. Grazie ad essa ho potuto portare a termine questo mi scritto. E la scansione metrica e la rima mi hanno aiutato a entrare maggiormente nel tema facilitandomi nel comporre.
La metrica usata per Empireo è la stessa scelta dall’autore nella sua precedente pubblicazione intitolata Poetica e di cui Empireo costituisce la naturale prosecuzione. Pubblicato lo scorso anno, Poetica è una riflessione incentrata sul rapporto esistente tra uomo e donna, in quanto parte di un tutt’uno che è la coppia.
Attraverso Empireo Longo indaga invece il tema della creazione e del creato, riprendendo e proseguendo la sua meditazione. Per far questo attraversa ed interroga la mistica giudaico-cristiana, quella sufista (l’esperienza mistica dell’Islam), e shivaitica del Kashmir. Nel quotidiano siamo così tanto abituati a leggere queste realtà cultuali e culturali intendendole come contrapposte da non afferrare quanto in realtà siano sovrapponibili e complementari tra di loro. Esattamente a questo si appella l’autore nella ricerca di un antidoto ai mali dei nostri giorni.
Un antidoto a quel male che ci vuole soffocare nei tempi moderni: ha cercato di realizzare questo Gianfranco Longo mettendo nero su bianco le sue riflessioni: La desolazione che emerge da alcuni passi è in realtà la descrizione di quello che abbiamo vissuto o che stiamo vivendo. Non sono una sorta di fantascienza negativa del futuro. Si tratta piuttosto di un promemoria, un appunto per ricordare e per non ripetere. Esplicito il riferimento agli eventi bellici ed ai meccanismi che si innescano in questi casi. Immediato il pensiero corre alla profanazione della vita umana nella sua forma più bella e più innocente: i bambini. O anche l’uccisione di animali in virtù della loro appartenenza alla popolazione ed alla cultura del nemico.
Al dolore e a questo scempio si contrappone l’arte come strumento di salvezza e di ricongiungimento a Dio. Ed è l’intenzione dell’autore quel che colpisce: la desolazione non è l’unica realtà. Esistono momenti in cui l’umanità torna a respirare. E può farlo attraverso elementi a tratti dimenticati nel nostro vivere quotidiano, come la dimensione metafisico-teologica. Darsi del tempo per la riflessione, astrarsi dalla frenesia, dare dignità alle nostre giornate, dar loro un senso: è forse questa la chiave per tornare a respirare. Sfogliare le pagine di questo libro è un tentativo per farlo, abolendo la falsa convinzione che un poema sia alla portata solo di pochi eletti.
Raccolgo di buon grado l’invito di Gianfranco Longo e lo rigiro a voi: un invito a vivere in maniera libera questo libro, ad aprirlo a caso per coglierne, di volta in volta, una nuova sfumatura. Ogni verso sarà una nuova tessera che entrerà a far parte del fitto mosaico dell’anima.
Gianfranco Longo
“Empireo. Dio, i cori angelici e il fondamento blu della creazione”
Edizione: 2016
Collana: Filosofie
Editore: Mimesis
Prezzo: 32,00 €