2013-06-27

Una riunione intensa, quella del Consiglio dei Ministri di ieri, che vedeva ancora una volta la contrapposizione tra le due anime forti di questo governo. Ore di discussione tramite le quali è venuta alla luce la bozza di decreto legge che dovrebbe regolare il fisco italiano nel breve e medio periodo. I provvedimenti immediati vedono al centro il contestato aumento dell’Iva dal 21% al 22%, un incremento che molti, ma non tutti, volevano davvero scongiurare. A fine discussione è la linea del “no” a risultare vincente, con l’aumento rinviato dal 1° luglio al 1° ottobre di quest’anno.

La discussione si è dunque immediatamente spostata sul problema della copertura del gettito mancante, un problema risolto aumentando gli acconti dovuti da privati e imprese rispettivamente su Irpef, Irap e Ires. L’acconto Irpef, dovuto per ciò che riguarda al periodo d’imposta fino a fine dicembre, sale dal 99% al 100%, mentre viene incrementato dal 100% al 101% l’acconto dovuto dalle imprese per Ires e Irap. Si registra un aumento più consistente, dal 100% al 110%, per gli acconti che le banche pagheranno sulle ritenute di interessi e redditi da capitale. Un gioco di pesi e contrappesi che suscita perplessità soprattutto nel Pdl, con il capogruppo alla Camera Renato Brunetta che parla apertamente di provvedimento «ai limiti del raggiro».

Un altro provvedimento contestato, che però avrà effetti sul gettito fiscale solo a partire dal 2014, è l’aumento dal 21 al 58,5% della tassazione sulla vendita di sigarette elettroniche. L’Anafe, Associazione Nazionale Fumo Elettronico, insorge temendo la perdita di circa 3mila posti di lavoro, con la chiusura di circa due terzi dei punti vendita di sigarette elettroniche. Il ministro dell’Economia Saccomanni precisa comunque che la bozza è da considerarsi «non blindata», aperta quindi a nuove proposte sui metodi di copertura finanziaria dei provvedimenti. L’essenziale, ricorda lo stesso Saccomanni, è che si continui ad agire negli ambiti delle garanzie offerte all’Ue, quindi «senza sforamenti nè nuovi debiti».

 

27 giugno 2013

Giorgio Scapparone Suma

 

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