2015-08-21



Sulla vicenda, che ha suscitato molto strepito mass-mediatico, dei funerali in pompa magna di un noto boss della malavita romana, ospitiamo un commento di Elvira Zaccagnino, direttora della Casa Editrice La Meridiana.

Chi fosse Casamonica molti di noi lo hanno scoperto ieri.

Era invece noto alle forze dell’ordine, alla giustizia, a ognuno di quelli che erano lì a dargli l’ultimo saluto. Stampa compresa che se ieri c’era alle undici di mattina di un agosto ancora vacanziero anche per i giornali, non ci è capitata per caso. Un boss. E dalla pompa magna dei funerali, non uno qualunque. Uno potente.

È morto da uomo libero segno che nonostante fosse il boss, per la giustizia umana non stava espiando colpe. I suoi gli hanno fatto un gran bel funerale. E tutti, ma proprio tutti, sono indignati.

È indignato il prete che dice che ‘dentro, in Chiesa, il funerale è stato normale’ e di quello che ha accaduto fuori non aveva sentore e comunque lui ‘non è responsabile di ciò che accade fuori la Chiesa’. Alfano che chiama il Prefetto perché si accerti sui permessi dati (perché secondo lui li hanno chiesti?), il Prefetto, l’onorevole Bindi della commissione antimafia. Tutti. E ci sono pure quelli che sono inorriditi perché si tratta della stessa Chiesa che rifiutò i funerali a Welby. Ci sono quelli che con interrogazioni parlamentari annunciano che chiederanno spiegazioni alla Vicaria.

Il parroco dice: ‘all’interno della chiesa è stato tutto molto tranquillo, sembravano cattolici di antica data. Ho parlato della speranza cristiana’. Tipica predica da funerale.

Lo avevano descritto a lui, chiedendogli la messa del funerale, come un ‘buon praticante’. Ecco lo scandalo è qui. Nella pratica religiosa confusa con la pratica mafiosa in vita (cattolici di antica data!). E forse più che prendersela con lui, che gli ha somministrato l’ultimo sacramento, bisognerebbe prendersela con tutti quei preti e fedeli che in vita hanno concesso e condiviso con Casamonica la partecipazione ai sacramenti e hanno permesso a un boss di sentirsi a posto con la sua coscienza. Su questo bisognerebbe farsi delle domande: sui preti dai quali andava a confessarsi o che andavano a confessarlo.

Se il no, la scomunica, a Casamonica fosse venuta prima, il rito religioso non ci sarebbe stato. Bonelli dei Verdi, vorrebbe addirittura sapere che ne pensa il Papa. Su cosa? Sulla stupidità della sua, nostra, indignazione? Dubito che Bergoglio sapesse chi fosse Casamonica. Su chiesa e mafia si è già espresso con chiarezza.

Il funerale laico invece si sarebbe celebrato. Perchè un rito laico è stato celebrato fuori. Forse non lì, all’uscita dalla Chiesa. Ma i suoi non lo avrebbero lasciato andare senza un ultimo saluto degno di un papa mafioso. Le gigantografie lo hanno rappresentato così. Immagini inquietanti.

E che si sia celebrato quel tipo di commiato laico e cosa significhi in termini di potenza e prepotenza in una città come Roma, quella di mafia capitale, non è l’accertamento dei permessi dati o chiesti (la mafia non chiede si prende il territorio) che risolvono la questione.

Ieri la mafia ci ha detto che è più forte dello Stato e della Chiesa. Che ha suoi riti, i suoi inni, le sue economie. E che può celebrarli senza che nemmeno un vigile faccia una multa mentre si affiggono manifesti abusivi.

Qualcuno ha pensato di chiedere le fatture a chi ha noleggiato l’elicottero, la carrozza, la Rolls Royce, alla banda che ha suonato, alla tipografia che ha stampato volantini e manifesti, alla ditta che ha fatto i funerali? La tracciabilità del denaro (si parla di 200mila euro) nessuno l’ha invocata. La verifica dei certificati antimafia delle aziende che hanno permesso che lo spettacolo andasse in scena, sarà chiesta? Si controlleranno conti e redditi di chi farà bonifici e staccherà assegni per pagare? Su questo ci vorrebbe una bella interrogazione parlamentare. Chiedere fatture e pagamenti. Compresa l’offerta data al Parroco per la Messa perchè ora sa.

‘Hai conquistato Roma. Ora conquisterai il Paradiso’, hanno scritto i suoi.

La prima affermazione è inquietante ed è una confessione. Su questa dovrebbero ora agire ministri, prefetti, forze dell’ordine. Ora che il boss non c’è dovrebbero evitare che lo scettro resti forte nella mani di qualcun altro e cominciare a liberare Roma. C’è un vuoto di potere. Quale occasione migliore per riempirlo di legalità.

Sulla seconda affermazione… lasciamogli credere che dall’altra parte funzioni come di qua.

Il solo dubbio è che se dal Paradiso terrestre il Padreterno cacciò Adamo ed Eva perchè avevano disobbedito e non li fece rientrare (quando si arrabbia Jahvè non somministra indulgenze come Santa Madre Chiesa), a me viene da pensare che l’anima di Casamonica un po’ di problemi con la giustizia divina dovrà averli. Se era un boss potente ci saranno sicuramente un po’ di comandamenti a cui avrà trasgredito.

Un dubbio consolatorio. Ma lo preferisco all’indignazione ex post di chi sapeva, a differenza mia, chi fosse Casamonica.

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