2016-08-24



“L’impianto urbanistico della cittadina può essere collocato precedentemente all’epoca rinascimentale, visto il disegno della pianta che si snoda su 7 strade parallele curvilinee (caratteristica medievale) orientate lungo un asse est-ovest. La via principale più ampia è l’attuale Corso Umberto I, intersecate a croce da altre due strade. Il fatto di trovarsi lungo il tracciato della Via Salaria spiega come la Conca di Amatrice fosse abitata continuativamente dall’epoca pre-romana, come testimoniano resti di edifici e tombe rinvenute in diverse zone del territorio. In effetti, secondo la tradizione, la città di “Summa Villarum” trasmise il proprio nome, nell’epoca di mezzo, a tutta l’area, che nel VI secolo fu annessa al Ducato di Spoleto”.

Questo descrive il sito del Comune di Amatrice nella sezione Turismo, sì: perché la città più famosa d’Italia nel mondo intero difende tutta se stessa in nome del servizio al turista, e tutto ciò che possiede, dai borghi medievali alle terre fresche e profumate, ai vicoli e rigoli che raccontano l’Italia rinascimentale e ancora i suoi unici e succulenti Spaghetti all’Amatriciana. UNA ricetta unica e ineguagliabile, dai sapori forti e con pochi ingredienti che bandiscono aglio e olio in nome di guanciale e pecorino di zona, LA ricetta che gli amatriciani difendono con le unghie contro chiunque cerchi di violarne la storicità e autenticità. Perché in questo piatto “mondiale” c’è tutta l’Italia nelle sue accezioni più genuine, creative, profumate e tipiche. Ed anche quest’anno si festeggia, negli occhi e nel cuore di tutti, anche in mezzo alla polvere, la Sagra degli Spaghetti all’Amatriciana: sono 50 i pochissimi anni che incoronano Amatrice e la sua specialità. E guai a scrivere matriciana sui menù, guai!

“I pastori amatriciani che per secoli sono andati in transumanza nelle campagne romane, hanno esportato in quei luoghi le loro tradizioni culinarie. La gastronomia gustosa, semplice e genuina di Roma è in parte opera anche di numerosi cuochi originari di queste terre che hanno dato vita ad una felicissima compenetrazione fra le due cucine. Gustoso connubio che oggi autorevoli chef sempre più propongono nei loro menù. Tra i prodotti tipici più rilevanti troviamo, nel campo dei salumi, il guanciale ed il prosciutto. Naturalmente le produzioni tipiche del luogo comprendono anche lonze, salami e pancetta, tutti ingredienti tipici di una gastronomia semplice ma ricca di gusto. Non è difficile imbattersi, durante la visita del territorio amatriciano, nelle piccole aziende agricole dove è possibile ancora gustare gli antichi sapori della produzione contadina”. Il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, di cui Amatrice fa parte, riconoscendo l’importanza di questo territorio nel settore agro-alimentare ed in quello della ristorazione, ha istituito nel centro direzionale di Amatrice, il Polo Agro Alimentare. Ospitato nel palazzo restaurato dell’ex pretura, il polo promuove studi e ricerche a favore del settore agroalimentare, definendo gli standard qualitativi per i prodotti tipici del Parco, metodi e regole per i relativi controlli e l’attribuzione ai prodotti e ai servizi del marchio di qualità. Il polo fa parte di un vasto programma di tutela e promozione che l’Ente Parco ha avviato con decisione a favore delle culture locali e dei prodotti tipici”.

Noi parliamo al presente, scriviamo al presente, pensiamo al presente, perché Amatrice è lì con le sue radici, distrutte e intrise di tragedia, ma amata come mai. Amatrice è pregna di storia, lì i pastori si sono battuti per l’indipendenza in anni rinascimentali, e ancor più precedenti…”Non mancano accenni medievali in alcune chiese e tratti dell’abitato: prima fra tutti la monumentale torre civica che pur subendo lavori successivi di innalzamento (1675) e consolidamento nei secoli successivi, è già menzionata nel 1293. Solo alcuni resti rimangono delle antiche mura che un tempo cingevano con il loro perimetro tutta Amatrice. Una testimonianza dell’antica cinta muraria si trova in un affresco datato 1492, rappresentante la Madonna in trono che sostiene la città di Amatrice, presso la chiesa dell’Icona Passatora. Lungo il reticolo delle vie diritte si allineano palazzi e palazzetti di una buona architettura dei secoli XVI, XVII e XVIII. Le testimonianze artistiche più rilevanti si hanno nel capoluogo e in alcuni santuari rurali e chiese situate nelle frazioni o ville, attualmente 69, che in origine dovevano essere più di 90”.

Città dell’Amatrice, uno dei Borghi più belli d’Italia.

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