2016-07-20

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Campionessa del mondo di fioretto, argento e oro olimpico a Londra 2012, Arianna Errigo da Monza ha collezionato 22 medaglie iridate in 28 anni. Non a caso la chiamano TsunAri (da tsunami) e lei risponde ripetendo infinite volte “Piglia e porta a casa”, il suo motto. Le abbiamo chiesto un po’ di cose. Per esempio: quante volte al giorno pensi a Rio 2016?

«Spesso. Manca davvero poco e ogni cosa è finalizzata a quel giorno. Allenamento, alimentazione, riposo. Curo ogni particolare con in testa le Olimpiadi».
Che cosa fai quando vuoi smettere di pensarci e staccare almeno un po’ la testa?

«Se posso vado al mare. È il posto che preferisco. Mi rilasso, ma mi piace anche surfare o fare una partita a pallavolo. Altrimenti resto a casa e mi dedico a me stessa».
Mai stata prima a Rio?

«Ad aprile durante i mondiali a squadre, proprio nella palestra dove ci sarà la gara».
Che cosa prevede la preparazione olimpica?

«Tante ore di allenamento ma è altrettanto importante fare attenzione al recupero.
Avrò anche momenti di svago e riposo».
E la dieta olimpica, in che cosa consiste?

«L’alimentazione è fondamentale per allenarmi bene e reintegrare. È un dettaglio che fa la differenza, ma io ho un regime alimentare corretto. Del resto non funziona studiare 4 giorni prima di un esame, no?».
Qual è il sacrificio più grande che ti tocca fare?

«Allenarmi! Non amo l’allenamento, faccio davvero tanta fatica, soprattutto mentale. E non è divertente».
Ogni volta che parti per i Giochi, immagino che sentirai una responsabilità altissima: ci si abitua mai?

«No, ma fortunatamente mi è sempre piaciuta la tensione della gara. Ho sempre dato il massimo nelle gare dove la posta in gioco è alta.
Hai qualche gesto scaramantico prima di salire sulla pedana?

«In quel momento ho sempre la sensazione di morire di sete. Devo sempre bere qualcosa dalla borraccia».
L’ultimissimo pensiero prima di infilare la maschera?

«Varia.. Se sono poco estrosa penso a divertirmi. Se sono un po’ apatica penso a essere cattiva. Tutto cambia a ogni gara e a ogni assalto».
Qual è la medaglia che hai sofferto di più?

«Qualche settimana fa ho vinto il mio primo titolo europeo. Sono arrivata stanca mentalmente e non al top della forma. Ho sofferto ogni assalto e la finale è finita 15-14. Dire che è stata dura è poco».
Prima vittoria: nel 2004 ai campionati del mondo cadetti a Plovdiv. Che cosa ti ricordi?

«Tutto. Ero pazza, mi prendevo talmente tanti rischi durante l’assalto, che ogni volta il maestro a fondo pedana rimaneva incredulo e urlava. Ma alla fine riuscivo a non sbagliare la stoccata».
Quando ti sei innamorata del fioretto?

«Avevo 6 anni quando sono entrata in una palestra di scherma. Di solito all’inizio ci si esercita con il fioretto di plastica, ma Giuseppe Davidde, il mio primo maestro, dopo qualche settimana ha pensato di farmi impugnare il fioretto “vero”. È grazie a lui se mi sono innamorata di questo sport».
La paura che non hai ancora sconfitto?

«Non riuscire a vincere la medaglia d’oro individuale alle Olimpiadi».
Il valore in cui uno sportivo deve credere di più?

«Rispetto. Puoi vincere tutto nella tua carriera ma se manchi di rispetto al maestro, ai compagni e all’avversario non sarai mai un vero campione».
Valentina Vezzali ha da poco annunciato il suo ritiro. È rimasta in pedana fino a 42 anni. Pensi mai alla tua “data di scadenza”?

«Ogni tanto penso che potrei ritirarmi perché mi piacerebbe avere una famiglia numerosa e perché ho così tanti interessi a cui non riesco a dedicarmi come vorrei. Ma poi prevale l’amore per questo sport. Allora credo che andrò avanti finché resisteranno la volontà e il fisico. Se potessi fare solo le gare non smetterei mai, ma senza allenamento ovviamente è impossibile».
Sei innamorata?

«Sì, sono fidanzata e convivo con Luca da 3 anni, è anche lui fiorettista in nazionale. In questo momento mi aiuta molto anche dal punto di vista tecnico».
È difficile stare con Arianna Errigo?

«Secondo me sì, un po’. Fortunatamente Luca fa la mia stessa vita quindi comprende e capisce ogni momento».

Arriva da Catania, Rossella Fiamingo e ha un merito: ha solo 25 anni ma ha già collezionato due medaglie d’oro nella spada individuale ai mondiali di Kazan 2014 e Mosca 2015. Schermitrice d’Italia è abituata a vincere dal 2007 e ha ottime probabilità di fare un figurone anche a Rio 2016: l’abbiamo incontrata e l’abbiamo sottoposta a un fuoco di fila di domande. Anche Glamour. La prima non poteva che essere questa.
Che cosa è per te la vittoria?

«Quando vinco una gara sento di aver raggiunto l’obiettivo e di aver realizzato un sogno. Per me la strada per la vittoria non è un traguardo, ma un percorso. Perché devo continuare a vincere. Ancora».
A chi dici grazie, quando ti svegli il mattino e ti ricordi che sei una campionessa?

«A mio padre: è stato lui a convincermi a provare la scherma».
Quale credi sia la maggior vittoria che si può raggiungere nella vita?

«Vivere in pace con se stessi. Apprezzare il buono che abbiamo e goderselo».
Hai un rito spezza tensione?

«Stare seduta per un po’ sugli scogli, al mare, con la musica a palla».
Hai mai paura prima di un incontro?

«Alla tensione non ci si abitua mai, però si può controllare. Io per esempio, faccio training autogeno ed elimino dalla mia testa i pensieri negativi».
I tuoi sogni a occhi aperti?

«Medaglia olimpica. Terzo oro mondiale. Famiglia».
Qual è l’antidoto alla fatica, quello che te la fa passare subito?

«Il sonno. Devo riposare almeno 8 ore. E se non bastano, schiaccio anche un pisolino il pomeriggio».
Come ti tieni in forma?

«Corro tutti i giorni e non mi faccio mancare i piaceri della vita: bar con gli amici, cinema, spiaggia».
Quante ore ti alleni al giorno?

«Dalle 3 alle 6 ore, dipende dal carico di lavoro».
Che cosa ti rende speciale rispetto a quelli che non vincono?

«La determinazione che metto nel raggiungere un obiettivo. Quello che voglio devo ottenerlo».
Sul tuo profilo Instagram scrivi: “Vince chi crede di poterlo fare”. È davvero così?

«Sì. Capita spesso anche a me di andare in pedana e aver paura di perdere. E tutte le volte che ci salgo con questo mood, puntualmente, perdo. Se vuoi arrivare in alto devi crederci sempre. Perché basta anche solo un po’ di incertezza per crollare».
Qual è la regola che, durante i ritiri o gli allenamenti, fai più fatica a seguire?

«Abbiamo il divieto di utilizzare il telefono a tavola. L’anno scorso abbiamo affittato 20 biciclette con i soldi delle multe che ci hanno comminato in una settimana. Io non lo uso troppo a tavola perché mi piace parlare con i miei compagni, ma un’occhiatina ogni tanto la do. E mi beccano sempre».
Che cosa ti metti per essere elegante?

«Vestito lungo o corto e tacco comodo. Non amo i pantaloni per le grandi occasioni».
Sei partita dalla danza classica e dalla ginnastica ritmica. Perché a un certo punto hai cambiato?

«Quando ho iniziato a praticare la ginnastica ritmica mio padre mi ha convinto a provare anche a tirare di scherma. Per un po’ di tempo mi sono preparata in entrambi gli sport, poi ho cominciato a fare le prime gare. E lì ho capito che riuscivo a tirare fuori il carattere solo quando facevo scherma»
Sei iscritta all’università, alla facoltà di dietistica. Come ti vedi tra dieci anni?

«Che domanda difficile, non lo so. Sarò a fine carriera e spero di poter lavorare con gli atleti come dietista».
L’ultima canzone che hai scaricato.

«Girls like di Tinie Tempah».
L’ultimo film che hai visto.

«Perfetti sconosciuti».
L’ultimo libro che hai letto o quello sul comodino che non hai ancora finito.

«Volevo solo averti accanto di Ronald H Balson».
Il divo e la diva che ami.

«David Beckham e Penelope Cruz».

L'articolo Arianna Errigo e Rossella Fiamingo, le ragazze d’oro della scherma sembra essere il primo su Glamour.it.

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