2016-08-24



Durante le giornate in cui si è tenuta la gamescom 2016 di Colonia, GamesVillage ha avuto il piacere di intervistare Victor Kislyi, CEO di Wargaming, per parlare dell’imminente Master of Orion, da World of Tanks agli strategici a turni, ci illustra la filosofia di un’azienda che si è incaricata di restituire ai videogiocatori un grande classico della fantascienza.



Innanzitutto grazie per il tempo che stai dedicando a GamesVillage.it. La nostra prima domanda è in generale su Wargaming: considerando da dove avete iniziato e dove siete arrivati, cosa pensa in merito ai progressi compiuti?
Che ci creda o meno, pensiamo che ogni compagnia inizi con persone appassionate a cui piace giocare ai videogiochi, e quando abbiamo iniziato noi giocavamo a Master of Orion negli anni ’90.

Uno dei miei preferiti di sempre, in particolar modo il secondo capitolo
Giochi come Civilization, Sim City, Red Alert: ti appassioni al genere e vuoi crearne a tua volta. Ti trovi con una manciata di amici pensi: “Ok, faremo il più grande gioco di sempre” e dopo aver lavorato un anno o due, dovendo continuare a studiare o comunque sopravvivere in qualche modo, crei qualcosa, lo ami con tutta la tua passione ma nessuno gioca, non c’è marketing, non hai niente… cosa fai? Nel gioco successivo puoi trovare il modo di avere più risorse, da lavoretti o con la paghetta dei genitori, ma dobbiamo tutto alla nostra caparbietà: la nostra azienda ha già 18 anni alle spalle. Potevamo finire semplicemente a realizzare anno dopo anno giochi sempre migliori, ma siamo stati fortunati nel 2010 con World of Tanks. Credo che ce lo siamo meritato. L’abbiamo pubblicato ed è diventato una grande hit in tutto il mondo, non solo in Russia. Abbiamo investito molto in pubblicità e attività sul campo, community management, supporto clienti, etc… abbiamo subito aperto e acquisito nuovi studi per realizzare altri giochi come World of Warships, World of Warplanes. Abbiamo portato World of Tanks su PlayStation e Xbox, creato World of Tanks Blitz che permette di giocare su iOs, Android, Mac e Win 10. In tutti questi anni abbiamo amato i giochi, abbiamo giocato – titoli di altri e nostri – e creato nuovi giochi. Questo è quello che facciamo.

La seconda domanda può suonare un po’ strana: è legata al nome della vostra azienda, Wargaming. Tempo fa nel settore c’era un po’ di timore nell’utilizzare la parola “guerra”. Ricorda che Peter Molyneux dovette cambiare il nome di Powermonger da Warmonger a causa del suo publisher. Avete mai avuto il timore che avendo la parola guerra nel vostro nome poteste venir associati in maniera diretta alla violenza?
Se ci pensa anche le birre lo fanno, come la Warsteiner… e infatti non vende molto in America. Il motivo è che i “wargame” sono considerati giochi strategici: se pensa agli scacchi, è un wargame, in cui si cattura e si uccide il nemico. Siamo persone molto pacifiche contrarie a qualsiasi tipo di violenza. Ma quando si parla di scacchi, storia militare, o allenamento per la mente, entrano in gioco gli strategici. Non credo di sembrare una persona violenta che va in giro ad uccidere… giochi di strategia come Master of Orions, Civilization o Total War allenano il mio cervello ad essere più agile, a pensare su più livelli? La risposta è sì.

È il gioco strategico ad essere così, non c’è niente di male in questo e lo sanno tutti. Esistono comunque le classificazioni di età per questi prodotti.

Con in giochi quali World of Tanks e gli altri, vi concentrate principalmente sul multiplayer, quasi al 100%. Master of Orion ha invece anche una campagna single player: è indice di volontà di inserirsi in modo deciso nel mondo del single player?
Prima di World of Tanks realizzavamo giochi single player con elementi online: giochi come Massive Assault o Order of War, come ho detto poi siamo stati fortunati con World of Tanks e abbiamo passato gli ultimi 5 anni a conquistare il mondo online con World of Warships e World of Warplanes su differenti piattaforme. È stato naturale poi tornare alle basi. Le persone che amano i giochi ne amano parecchi, io ne amo tantissimi ma non ho il tempo per giocarli. World of Tanks non è un gioco per tutti, come Master of Orion. È per questo che abbiamo annunciato questi WG Labs, laboratori dove le persone portano le loro idee, una sorta di studio di produzione, e consolidano le relazioni con piccoli e medi studi in tutto il mondo.

Non sai mai quando potrai trovarti tra le mani un’idea vincente e che cosa diventerà: pensa a quei Pokémon… fino ad un paio di mesi fa non tutti li conoscevano, mentre ora sono di dominio pubblico, oppure a Clash Royale per esempio… qualcuno se li è inventati, come Heartstone – o come World of Tanks ad un certo punto. Per questo vogliamo supportare la comunità di sviluppatori in qualche modo e, a volte, un piccolo impegno da parte nostra può fare la differenza per piccoli studi che altrimenti sparirebbero. Abbiamo tante idee internamente, qualcuno ci porta delle idee e prototipi, tecnologie… che includono iterazioni, creazione di prototipi, testing di questi prototipi con persone. Spero e ne sono sicuro che al termine di questo processo verrà fuori nuove hit.



Nel realizzare un nuovo episodio di un franchise nel genere strategico a turni, credo a volte ci sia il rischio di realizzare dei remake, che sono diversi da un sequel diretti. In questa occasione cosa possiamo considerare realmente nuovo rispetto ai vecchi classici?
In questo caso, soprattutto dal punto di vista tecnico, abbiamo praticamente riportato alla luce una serie che era ormai sepolta e abbandonata dalla precedente gestione: vorrei che questo gioco venisse giocato da persone che non erano neanche nate nel 1998, come mio figlio, facendo tutto il possibile per renderlo ottimo. Abbiamo speso due anni, impiegando un budget comparabile a un titolo AAA dello stesso genere o un RPG, abbiamo doppiatori fantastici, un comparto grafico 3D totalmente nuovo… è una nuova partenza. Avendo avuto grandi introiti da World of Tanks avremmo potuto perseguire questo progetto minimizzando i rischi.

Solitamente i giochi di strategia, come ne abbiamo fatti in passato, hanno budget limitati essendo titoli di nicchia. In questo caso invece si tratta di riportare alla gente un grande nome: l’industria dei videogiochi ci ha dato spazio e idee per essere creativi e avere successo, e tutto torna alla community.

Praticamente chiunque io conosca nel campo ha giocato a Master of Orion, tutti i giornalisti – i veri giornalisti – con qualche anno in più sulle spalle hanno giocato a Master of Orion, è un ottimo argomento di discussione davanti a litri di caffè. Noi riportiamo alla luce la leggenda per osservare poi come andrà: il gioco è già disponibile come Early Access su Steam ed ha già ottenuto un discreto successo, ovviamente non ci aspettiamo un riscontro ai livelli di World of Tanks trattandosi di una nicchia, ma il 25 agosto ci sarà la release finale – ovviamente ci saranno delle patch e dei DLC – e osserveremo la reazione della community per vedere cosa va bene e cosa meno. Questi non sono giochi semplici da realizzare: possono esserlo nella parte tecnica, ma non è semplice mantenere il giusto bilanciamento su una campagna lunga. Ma sono certo che siano stati spesi tempo e risorse a sufficienza per garantire un ottimo risultato finale.

Dando una visione d’insieme al settore, come grande publisher quale ritiene sia la prossima grande sfida come industria e come medium?
Ci si può attendere sviluppi in campo AR o VR: Pokémon GO ha provato che la realtà aumentata può essere un concept vincente, mentre la VR ha ancora qualche barriera da superare, sebbene sia evoluta molto guardando il primissimo Oculus. Questa sarà la prossima sfida. Mi piacerebbe però anche che Microsoft e Sony permettessero il cross play: abbiamo fatto miracoli con World of Tanks Blitz, grazie al quale è possibile giocare in un mondo condiviso, nella stessa battaglia, tra Android, iOS, PC e Mac: credo sia fantastico. Le console rappresentano un bacino ridotto rispetto a PC e Mobile, ma se combinassero le loro utenze si aumenterebbe in maniera critica l’efficacia del matchmaking e degli altri elementi del gioco online. Credo proprio dovrebbero perseguire questa strada.

Un’ultima domanda: nel corso degli anni sembrava che l’evoluzione del videogioco mirasse ad opere incentrate sulla narrazione, come film, e si percepiva molto dall’impegno profuso nel creare i trailer. Recentemente invece il successo di titoli legati al gioco competitivo o esperienze di crafting pare averci riportato ad un’idea di gioco più basilare, slegata da grandi storie e personaggi. Cosa ne pensa di questo trend?
Credo che questo sia dovuto al fatto che i giochi stiano diventando uno stile di vita. Ricorda gli anni ’90 chi erano i giocatori: erano persone molto particolari, “Nerd” diciamo. Oggi con titoli quali Farmville, Pokémon GO o Clash of Clans chiunque gioca ai videogiochi. Fa parte dello stile di vita, è una nuova forma d’arte. Come quando ogni mattina ti metti in macchina, accendi la radio e vai a prendere un caffè da Starbucks… i giochi sono parte della vita. Questo è positivo, perché prendi coscienza di questi prodotti in ogni momento, poco alla volta, senza grandi bombardamenti pubblicitari. Si tratta sempre di show business, devi apparire in maniera positiva, creare eventi, fare annunci, ma in giochi come Civilization o Master of Orion, che prevedono lunghe campagne da giocare non-stop, ti dimentichi anche della grafica, perché passi il tempo, in special modo in Master of Orion, a utilizzare i fogli di calcolo per migliorare la tua gestione dell’impero e non pensi a dettagli e delle frivolezze. Ciò è molto positivo.

I giochi sono parte del nostro DNA: l’evoluzione è legata alla sopravvivenza e difatti l’uomo fin fa piccolo gioca facendo wrestling, lanciandosi oggetti, simulando quello che avveniva quando ci addentravamo nelle foreste per cacciare, lanciando sassi e frecce agli animali per poi scappare da loro o da altri umani. Questi istinti primordiali sono nel nostro DNA: per fortuna non abbiamo più la necessità di uccidere le persone, ma manteniamo questo bisogno di giocare. I giochi di strategia ti rendono più intelligente, perché fai qualcosa di interessante, di bello, che al tempo stesso ti richiede di pensare per gestire l’economia, la tua nave, le tattiche, la diplomazia, la scienza: pensi, prendi dozzine di decisioni e di conseguenza alleni la tua mente. Sono convinto che i giochi di strategia rendano le persone più sveglie e in gamba.

L'articolo GamesVillage intervista Victor Kislyi, CEO di Wargaming è estratto da GamesVillage.it.

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