2016-06-09



C’è un momento ben definito in cui il videogiocatore entra in uno stato sinergico con Valentino Rossi: The Game. E’ l’esatto istante in cui, pad alla mano, si instaura un feeling empatico con una specie di residuo di coscienza che ogni membro del team di sviluppo ha impresso a fuoco nel codice del gioco, un frammento d’anima potremmo dire, che ci spinge ad assimilarne le dinamiche simulative, nonostante i primi deludenti risultati, caduta dopo caduta, errore dopo errore, giro dopo giro, rispondendo all’imperativo interiore di avvicinarci sempre più alla traiettoria ideale, cercando la giusta frenata prima dell’ingresso in un tornante, calibrando l’acceleratore in curva per poi accelerare con il giusto tempismo per effettuare la miglior staccata possibile, nel veemente tentativo di raschiare millesimi su un tempo che ci vede staccati dalla prima posizione di diversi secondi. E’ in quell’esatto istante che accade qualcosa di magico, quasi mistico, e si attiva un flusso di coscienza del tutto particolare che ci permette di comprendere che non stiamo solo giocando, ma il rapporto di causa effetto tra le nostre mani sul pad e quello che succede su schermo viene naturalmente percepito dal subconscio come ‘Esperienza’. E’ quello l’esatto istante in cui la passione si tinge di giallo, proprio come il colore dell’aurora che timidamente si affaccia alla nostra finestra, rendendoci finalmente consapevoli che è trascorsa una nottata intera, di quelle che iniziano dopo cena e finiscono al sorgere del sole. Un incantesimo notturno capace di lasciarci con il dubbio di come sia stato possibile non accorgersi del tempo che passava. E’ così che l’attesissimo Valentino Rossi: The Game si presenta al mondo, ed è così che ci ha conquistati, rendendoci consapevoli del processo alchemico che si verifica quando un’eccellenza italiana nello sviluppo dei videogiochi incontra il 9 volte campione del mondo della Moto GP.



VR46 ACADEMY

C’è tanto, tantissimo, del Dottore di Tavullia, in Valentino Rossi: The Game. La prima cosa che balza immediatamente all’occhio sono i moltissimi contenuti che portano la firma del nostro Valentino Nazionale. Certo, come da buona tradizione dei precedenti MotoGP, potremo disputare l’intero motomondiale in versione ufficiale o personalizzata così come una gara singola, per poi giungere al classico Time Attack. Ma sono le nuove modalità carriera e tutte le altre a firma del Dottore a rendere questo titolo qualcosa di assolutamente diverso da quanto visto in produzioni similari. La modalità carriera si pone nel mondo dei racing come in una veste del tutto nuova e originale. Innanzitutto, sarà una modalità che passerà per la VR46 Academy, l’accademia per giovani piloti fondata e capitanata da Valentino Rossi in persona. Una volta creato il nostro avatar, saremo subito chiamati a competere con gli altri allievi dell’academy in una competizione sul circuito Flat Track nel ranch di Valentino Rossi. Non avremo, in questo caso, la fisica di MXGP 2 (titolo Milestone dedicato al motocross), ma la prima cosa che noteremo sarà l’impatto realistico della fisica anche al più basso coefficiente di difficoltà e con tutti i possibili aiuti attivati. A prescindere dal nostro piazzamento, sarà proprio alla fine di questa prima corsa, che poco ha a che vedere con il mondo Moto GP, che faremo la conoscenza del sistema di progressione del pilota. Infatti, dipendentemente dalla nostra prestazione, otterremo una serie di punteggi su delle abilità specifiche quali, ad esempio, accelerazione, resistenza, guida sul bagnato e via dicendo. Tale sistema di progressione sarà nostro fedele alleato per tutto il gioco e meglio affronteremo le varie competizioni che ci si pareranno davanti, più il nostro pilota acquisirà capacità che lo renderanno via via migliore, restituendoci un progressivo feedback dell’esperienza maturata. Insomma, un sistema di crescita ruolistico che si integra davvero molto bene con il gioco.

La modalità carriera si pone nel mondo dei racing come qualcosa di assolutamente nuovo e originale

Dopo questa prima gara, potremo progredire nel calendario degli eventi in programma partecipando alle competizioni del mondiale Moto 3 che si alterneranno, nelle settimane di pausa, ad altre gare Flat Track. Ma non è tutto: infatti, assecondando a 360 gradi le passioni di Valentino Rossi e di concerto con lui, Milestone ha ben pensato di inserire degli eventi che non hanno nulla a che vedere con il mondo delle due ruote. Stiamo parlando delle competizioni Drift e Rally. Nelle prime, saremo messi al volante di una Ford Mustang e saremo chiamati ad esibirci lungo alcuni tracciati in cui acquisiremo punti ad ogni Sgommata, derapata e controsterzata. Nelle seconde saremo impegnati ad affrontare 9 eventi rally che si terranno presso l’autodromo di Monza. Ovviamente, anche negli eventi sulle quattro ruote, acquisiremo comunque una serie di punti esperienza pilota che ci renderanno più agevole la scalata della classifica Moto 3, Moto 2 e Moto GP. Sempre presso l’academy potremo, infine, prendere parte a tutta una serie di allenamenti e gare con la moto da strada Yamaha R1M. Si tratta di un’ulteriore apprezzatissima variante sul tema. La differenza di bilanciamento della R1M rispetto alle Moto 3, Moto 2 e Moto GP, unita alle diverse prestazioni rendono questa modalità una vera e propria chicca che vi vedrà impegnati come non mai per avere la meglio in quegli eventi che hanno questo bolide per protagonista. La modalità carriera rappresenta, con ogni probabilità, il cuore pulsante di Valentino Rossi: The Game, ma le sorprese non finiscono qui. Il gioco porta con se, infatti, una modalità chiamata Rossi Experience nella potremo accedere a tre differenti sezioni. Nella prima, chiamata Rossi Story, ripercorreremo gli ultimi vent’anni della carriera di Valentino rivivendo 20 magnifiche sfide come la sfida con Stoner a Laguna Seca nel 2008, la lotta senza quartiere con Max Biagi a Philip Island nel 2001 o, ancora, la sfida con Lorenzo a Catalunya nel 2009. La seconda sezione, intitolata Rossipedia, è una vera e propria enciclopedia dedicata a Valentino in potremo documentarci su tutta una serie di storici avvenimenti della sua carriera e sapere perché in alcune gare sono state scelte particolari livree tute e caschi. Sempre in questa sezione potremo acquistare nuovi caschi, moto e tute spendendo la valuta di gioco che guadagneremo in ognuna delle competizioni che il titolo mette a disposizione. Nell’ultima sezione potremo affrontare un Time Attack contro il Dottore in persona, cercando di battere i suoi record personali sui circuiti attuali della MotoGP oltre che su alcuni storici. Come dicevamo, Valentino Rossi: The Game è una inesauribile fonte di contenuti. Per tutte le competizioni del mondiale (dalla moto 3 alla MotoGP) sia in modalità carriera, MotoGP o gara singola, potremo scegliere se affrontare l’intero week-end, dalle prove alle qualificazioni, passando per il warm up o se scendere direttamente in pista in occasione della gara. E, sempre parlando di gare, il gioco offre sia le attuali categorie del motomondiale (Moto 3, Moto 2, MotoGP) che quelle storiche (125, 250, 500) con un roster di 90 piloti attuali più una sessantina di vecchie glorie. Insomma, tanto sul fronte dei contenuti che dei numeri, si tratta di un titolo davvero impressionante che ben mette in evidenza tutto l’impegno profuso da Milestone per consegnarci un titolo che definire completo sarebbe eufemistico.



Abbiamo fin qui parlato degli innumerevoli contenuti di questa immensa produzione. Ma tutto ciò che il gioco contiene sarebbe totalmente fine a se stesso e crollerebbe al primo soffio di vento se non fosse sostenuto da un impianto strutturale capace di sorreggerne il peso. Ebbene, anche sotto questo aspetto il titolo non delude affatto. Sul fronte di struttura e giocabilità ci troviamo davanti alla miglior simulazione motociclistica di sempre. La fisica del gioco appare fin dalle prime battute rifinita e affinata rispetto alla passata incarnazione di Moto GP. Ogni ciclomotore chiamato in causa ha delle caratteristiche proprie che ben si riflettono in gara e si hanno chiari fin da subito i diversi parametri di maneggevolezza o tenuta che differenziano una Yamaha, ad esempio, da una Ducati. L’equilibrio raggiunto dai ragazzi di Milestone è qualcosa di talmente elegante e funzionale che, inevitabilmente, avrete voglia di provare i differenti bolidi messi a disposizione. Il fattore G, per quanto non fisicamente avvertibile, è qualcosa di realmente intuibile da un ingresso in curva così come dalla successiva staccata e la sensazione di peso ed equilibrio sarà qualcosa di ben più che avvertibile. Nelle varie sessioni di gioco vi ritroverete, sovente, a voler affrontare l’intero week-end di gara, impiegando tutte le mezz’ore o i dieci minuti disponibili per studiare un circuito ed ottenere il miglior piazzamento possibile, cercando di rosicchiare millesimi ad ogni giro in modo da garantirvi un buon punto di approccio alla gara sulla griglia di partenza. La personalizzazione delle motociclette, poi, è davvero completa: avrete la possibilità di intervenire su ogni possibile parametro per adattare i bolidi al vostro stile di guida e renderli più addomesticabili.

La fisica del gioco appare fin dalle prime battute rifinita e affinata rispetto alla passata incarnazione di Moto GP

Tali operazioni sono però decisamente complesse e, a meno che non siate degli esperti del setting, potrebbe essere problematico trovare il giusto assetto e la corretta configurazione. Rendendosi conto delle difficoltà del caso, lo sviluppatore è intervenuto inserendo una modalità di regolazione assistita attraverso la quale individuare un problema che si può incontrare nel pilotare una moto, definirlo in maniera precisa ed ottenere dei suggerimenti di bilanciamento che potranno essere applicati automaticamente. Questa trovata, oltre a facilitarci e non poco nella gestione del bilanciamento del nostro mezzo, è anche una buona palestra per capire cosa accade a seguito delle variazioni proposte dal sistema. Tutto merito delle descrizioni certosine e particolareggiate che Milestone ha aggiunto a compendio dei settings suggeriti. Pertanto, se siete a digiuno del tipo di disco da montare su un freno anteriore, su come bilanciare la moto attraverso sospensioni e gomme diverse per avantreno e posteriore, su come ottimizzare il cambio e via dicendo, potrete trarre dai setting assistiti degli utili suggerimenti che potranno via via iniziarvi alla gestione manuale dei vari settaggi. Ogni variazione si rifletterà realmente sul comportamento del mezzo in gara e se questo potrebbe essere avvertibile ma appena influente al più basso coefficiente di difficoltà e con tutti gli aiuti attivi, sarà proprio alle difficoltà più alte e con gli aiuti disattivati che farà la differenza tra una buona gara ed lo spazzare costantemente l’asfalto con il vostro corpo a seguito di cadute costanti e altrettante uscite di pista. Insomma, se c’è un aspetto che mai come in questo titolo è stato così determinante, è proprio l’impianto simulativo. L’attenzione per i dettagli si è spinta al punto da poter decidere di gestire indipendentemente il freno anteriore a quello posteriore, provando così tutta l’ebbrezza della differente risposta della moto alle vostre sollecitazioni sui freni e, addirittura, il differente spostamento di massa. Nulla è stato lasciato al caso e tutto converge verso l’eccellente risultato finale, capace di rendere Valentino Rossi: The Game la più valida trasposizione digitale delle due ruote mai realizzata.

Quanto detto finora sembrerebbe mettere in luce un gioco privo di qualsivoglia difetto, ma questo non risponde al vero. Valentino Rossi: The Game porta con se alcune criticità. La prima, e più evidente, riguarda l’impianto cosmetico del prodotto. Quanto appare su schermo è sicuramente soddisfacente per ciò che concerne l’impatto visivo ma il gioco non si avvicina alla magnificenza grafica di un Forza Motorsport 6, tanto per fare un nome. Il quadro d’insieme è sicuramente gradevole e alcuni scorci sono davvero validissimi (il Mugello su tutti). Tuttavia, l’impianto grafico nel complesso appare un po’ spoglio e privo di vita. Moto e circuiti sono realizzati fedelmente, così come sono graditissimi diversi elementi di contorno come l’erba sul ciglio della carreggiata. L’asfalto è una vera gioia per gli occhi e alcune strutture poligonali fanno una figura più che dignitosa. Tuttavia gli elementi su schermo non sono tantissimi, la rappresentazione delle condizioni atmosferiche avverse non risulta credibile, così come la riflessione ambientale del manto stradale intriso dalla pioggia. Di contro, l’illuminazione appare davvero molto convincente e più che coerente con le condizioni meteorologiche. Altra nota dolente, per quanto marginale, è rappresentata dalla legnosità dei piloti in sella ai loro bolidi: le loro animazioni mancano di naturalezza e plasticità e la sensazione di finzione, a tratti, è davvero forte. Questo elemento è ancora più evidente nel corso delle cadute, davvero poco realistiche. L’impatto visivo nel suo insieme, per quanto valido, si attesta al di sotto del valore complessivo della produzione. Questa carenza di elementi ha però contribuito alla fluidità del prodotto che non risente di alcun calo, rendendo così ogni gara altamente piacevole. Altro elemento discutibile riguarda la fisica delle collisioni unita all’IA. La sensazione, a volte, è che i piloti avversari procedano per la loro traiettoria senza curarsi minimamente di urtarci e, se in taluni casi di particolare congestione, toccarsi è inevitabile, in altri finire a terra per la noncuranza dell’avversario può rivelarsi un’esperienza frustrante, soprattutto alla massima difficoltà con fisica PRO, dove recuperare le posizioni perdute a seguito di una caduta causata da un avversario potrebbe essere un compito improbo, con conseguente compromissione dell’intera prestazione. Quanto detto è parzialmente bilanciato da un tasto rewind che lo sviluppatore ha inserito per poter riavvolgere il tempo in questi casi, in modo tale da riaffrontare gli ultimi due o tre secondi sapendo cosa aspettarci ed agendo diversamente. In ogni caso, il più delle volte è sufficiente sapere come gestire il proprio bolide, stick alla mano, per poter governare correttamente il proprio mezzo e restare in sella senza cedere posizioni importanti. I difetti appena citati potrebbero indurre il giocatore a pensare di trovarsi davanti a qualcosa di fortemente compromettente, ma non deve essere tratto in inganno poiché, nel complesso, i pregi di Valentino Rossi: The Game superano ampiamente i pochi citati difetti e rendono il titolo la miglior esperienza digitale per le due ruote mai realizzata.

L'articolo Valentino Rossi: The Game – Recensione è estratto da GamesVillage.it.

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