2016-03-17

AMIATA.  (f. p.) Recentemente sono stati diffusi da SOS Geotermia, coordinamento dei movimenti per l’Amiata, sul proprio o nel Bericht “La montagna che non vuol morire”, alcuni dati di carattere scientifico che si engono utili per un aggiornamento sulla uazione saaria delle popolazioni della montagna in rapporto all’attià geotermica.

“L’accavallarsi delle notizie in meo alla geotermia toscana rischiano spesso di far dimenticare questioni che, seppure già assodate e ormai patrimonio delle popolazioni, continuano a rimanere fondamentali per comprendere la dura opposizione di coati e tadini alla geotermia, soprattutto sul monte Amiata. Per questo è bene riprendere, aggiornandoli, gli aspetti più gravi legati alla questione saaria sul monte Amiata.

Le emissioni e gli effetti degli impianti geotermici variano notevolmente da zona a zona, a seconda sia della natura mineralogica del bacino geotermico, che delle tecnologie utilizzate. Pertanto non si può mai generalizzare. Le altissime temperature, con cui risalgono in superficie i vapori, fondono di norma i minerali presenti, i cui elementi vengono rilasciati in atmosfera dalle centrali “flash”, come quelle in Amiata, di più vecchia generazione. Esse immettono, salvo quanto trattenuto in parte dai filtri, quanà rilevanti di mercurio, arsenico, anidride carbonica, idrogeno solforato ed altri elementi tossici.Ancora da ulteriori recenti pubblicazioni scientifiche, il prof. Riccardo Basosi e del dott. Mirko Bravi (*), le emissioni della geotermia dell’Amiata rappresentano il 17,7% per l’ammoniaca e il 42,5% per il mercurio di tutte le emissionialiane relative ai settori industriali.

Per quanto riguarda le emissioni climalteranti delle centrali geotermiche dell’Amiata, gli stessi ricercatori scrivono in un recente studio (**) che: “dal punto di vista dell’ACP [potenziale di acidificazione], l’impatto derivante dall’energia prodotta dalle centrali geotermoelettriche del Monte Amiata è in media 2,2 volte maggiore dell’impatto di una centrale a carbone. Il valore medio dell’ACP di Bagnore 3 è 4,3 volte più alto di una centrale a carbone e circa 35,6 volte più alto di una centrale a gas. Gli alti valori dell’ACP del campo geotermico di Bagnore rispetto a quello di Piancastagnaio, sono connessi alla grande quanà di ammoniaca (NH3) presente nelle emissioni di Bagnore 3”.

Le molecole di ammoniaca contribuiscono alla formazione delle polveri sottili Pm10 e Pm 2,5; sono trasportate a molte decine di Km di distanza e in atmosfera subiscono varie reazioni chimiche. Sulle più autorevoli riviste scientifiche (***) americane è aperto un dibato sia sul costo saario delle emissioni di ammoniaca, stimato di recente pari a 100 dollari al kg, che sulla convenienza o meno di incrementare le produzioni agricole interne per l’esportazione di cereali e carne che richiedono dosi notevoli di concimi ammoniacali.

L’ammoniaca è infatti universalmente riconosciuta come un precursore del particolato inorganico, i cui effetti pericolosi e nocivi per la salute umana sono ormai accertati da almeno un decennio. Le polveri sottili sono cose chimicamente, per circa il 70%, da sali ammoniacali: rato di Ammonio e Solfato di Ammonio. Mentre nelle tà e nelle aree industriali gli ossidi di zolfo e di azoto vengono emessi dalle auto, dalle fabbriche e dagli impianti di riscaldamento, l’ammoniaca di soo proviene dalle attià agricole di concimazione e di allevamento del bestiame. In Italia anche dalla geotermia dell’Amiata. Ciò nonostante, il danno saario alla popolazione non viene considerato. A denunciare tale uazione, come riportato nelle pubblicazioni ate, è il prof. Riccardo Basosi, che scrive: ”Paulot e Jacob, chimici dell’Harvard Univery, descrivono le modaà di interazione dell’NH3 in atmosfera per formare particelle nocive e calcolano che l’impatto sulla salute umana (secondo l’EPA) negli Stati Ui è pari a 100 $ al kg di NH3 emesso in atmosfera. Il problema dell’ammoniaca è stato discusso nel 2014 anche da Eric Stokstad sulla rivista Science giungendo alle stesse conclusioni. A livello europeo, il CAFE aveva quantificato nel 2005 i danni generati dall’NH3 specifici per l’Italia in media pari a 20,5 euro/kg di NH3”. Pertanto il costo saario annuo delle emissioni di ammoniaca dalle centrali geotermiche dell’Amiata, che sono ammontate nel 2010 a 4.334 tonnellate, è stimato solo per quell’anno in oltre 90 milioni di euro. Cifre simili vengono invece date al gestore degli impianti sotto forma di incentivi per le energie .

La Regione Toscana ha pubblicato nel ottobre 2010 uno studio epidemiologico del CNR per verificare i possibili danni alla salute dei residenti nei sedici comuni della Toscana, sede di impianti geotermici, uati in due differenti aree: quella tradizionale nei comuni di Pisa e di Siena di Larderello e Pomarance e quella dell’ Amiata. Tale studio è stato aggiornato nel 2012 ed è ancora oggi oggetto di revisione, ma non viene più aggiornato il suo Allegato 6, che nel 2010 ha accertato per 54 patologie che ci sono evidenti correlazioni statisticamente significative tra l’aumento dei casi accertati di tali malattie e le concentrazioni crescenti di mercurio, arsenico, acido solfidrico… …misurate nei paesi geotermici e prodotte in gran quanà anche dalle centrali geotermiche.

L’analisi dei dati fori dallo studio epidemiologico del 2010 sull’inquinamento di aria, acqua e suolo, rilevati nelle due aree geotermiche, ha messo in evidenza diverà importanti tra le due aree geotermiche per la quanà e quaà degli inquinanti rilasciati in atmosfera. Lo studio per gran parte degli effetti saari, tiene correttamente ben separate le due are geotermiche, mettendo in evidenza i risultati per zona e per popolazioni esposte, segnalando sostanziali diverà tra uomo e donna e per area geografica. Dall’analisi dei dati prodotti in suddetti studi emerge che, per i tumori, nei maschi residenti nei comuni geotermici dell’Amiata si registra un eccesso statisticamente significativo del + 13% (2010) e +10% (2012). Per tutti i tumori sono segnalati eccessi statisticamente significativi intorno al + 30% in diversi comuni (Abbadia San Salvatore, Arcidosso, Piancastagnaio, vale a dire – sarà casuale? – i più esposti direttamente all’attià geotermica ndr). Nonostante tali dati, le conclusioni sono state fatte sui dati complessivi delle due aree geotermiche, aggregando valori molto differenti tra loro e diluendo uazioni molto preoccupanti in violazione di molti autorevoli studi in materia, che denunciano (****) tali metodi errati di confondimento, cumulando dati ricavati su popolazioni diversamente esposte. E’ peraltro accertato anche in studi successivi che non hanno rilevanza i presunti “diversi stili di a” delle popolazioni locali, inizialmente ipotizzati dalla Giunta della Regione Toscana.

Note:

(*) Il prof. Riccardo Basosi, ordinario di Chimica Fisica presso l’Univerà di Siena, è stato nominato dal Ministro dell’Istruzione, dell’Univerà e della Ricerca, Maria Chiara Carrozza, tra i Rappresentantialiani nel Coato di Horizon 2020, Programma quadro della ricerca europea per il periodo 2014-2020: http://www.dbcf.unisi/en/department/people/academic-staff/riccardo-basosi Il dott. Mirko Bravi è laureato in Economia Ambientale e con PhD in Scienze Chimiche indirizzo Ambientale (ottenuto sotto la direzione del Prof. Enzo Tiezzi), è socio fondatore ed E.S.Co. LCA-LCC Manager di LMS ENERGIA. La sua esperienza unisce aspetti della ricerca scientifica dell’industria e della finanza, con l’obiettivo di implementare nuove opportuà di sviluppo sostenibile.

(**) M. Bravi-R. Basosi, Environmental impact of electriy from selected geothermal power plants in Italy, in “Journal of Cleaner Production”, 66 (2014), pp. 301-308 http://www.arpat.toscana/notizie/arpatnews/2014/12214/Bravi%20M%20Basosi%20R%20Environmental%20impact%20of%20electriy%20from%20selected%20geothermal%20power.pdf
http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0959652613007798

(***) Si segnalano due lavori: –F.Paulot e D.J.Jacob, “Hidden Cost of U.S. Agricultural Exports: Particulate Matter from Ammonia Emissions” in Environmental science technology, 2014, 48 (2), pp 903–908:  http://pubs.acs.org/doi/abs/10.1021/es4034793 –Erik Stokstad, “Ammonia Pollution From Farming May Exact Hefty Health Costs”, in Science 17 January 2014: Vol. 343:  https://www.sciencemag.org/content/343/6168/238.summary?related-urls=yeslegid=sci;343/6168/238

(****) Si segnalano diversi studi che denunciano l’opera di confondimento:

a) V.Gennaro, P.Ricci, AG.Levis, P.Crosignani. Epidemiology’s and epidemiologists’ vice and virtues: Vizi e virtù dell’epidemiologia e degli epidemiologi. Epi Prev 2009; 33 (4-5), supp 2:49-56. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20124642

b) V.Gennaro, L.Tomatis. Business bias: How epidemiologic studies may underestimate or fail to detect increased risks of cancer and other diseases. Int J Occup Environ Health 2005;11:356–359:  http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16350469
c) S.Parodi, V.Gennaro, M.Ceppi, PL.Cocco Comparison bias and dilution effect in occupational cohort studies. Int J Occup Environ Health 2007; Apr-Jun: 13 (2): 143-52:  http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17718170
d) Hernberg. ”Negative” results in cohort studies: how to recognize fallacies.SJWEH.1981; 7:121-6: http://www.sjweh.fi/php?abstract_id=2589
e) N.Pearce. Corporate influences on epidemiology. Int J Epidem 2008; 37(1):46-53: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18245050
f) N.Bailar. How to distort the scientific record hout actually lying: truth, and the arts of science. Eur J Oncol 2006; 11(4):217-224.

g) D.Michaels. Doubt is their product. How industry’s assault on science threatens your health. Oxford  Univery Press 2008?.

Fuente: http://www.ilcittadinoonline.it/ambiente/sos-geotermia-ed-dati-scientifici-della-situazione-sanitaria/

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