2014-02-22

D

i Fabrizio Pinzuti

AMIATA. La centrale geotermica di Montenero, per la quale è in corso la procedura di autorizzazione, non piace agli aanti, agli operatori economici, agli ambientalisti e neppure ai sindaci della zona, ma la Giunta regionale non sembra tornare indietro e pare anzi di scorgere nei riguardi delle tante richieste di autorizzazioni di ricerca della risorsa geotermica avanzate, come quella di Montenero (ai sensi del decreto legislativo 22/2010) una linea di sostanziale accettazione e convergenza, in continà con le posizioni più volte espresse – anche in sede poica – in tema di geotermia, in sintonia con i vari protocolli di intesa in precedenza sottoscti, nella convinzione di un’energia pua e alternativa da incrementare progressivamente.

Si legge infatti in una nota che “La Regione avvierà comunque con i Comuni toscani interessati dai permessi di ricerca (oltre una cinquantina) un percorso finalizzato alla preventiva valutazione complessiva che l’incremento delle attià di sfruttamento della risorsa geotermica può comportare dal punto di vista ambientale ed economico per garantire un utilizzo della risorsa sostenibile, con le migliori tecnologie ambientali e incentivando percorsi di sviluppo nei terori coinvolti”.

Non poteva tardare, e non è tardata, ad arrivare la risposta dei Coati: “Quindi un poco più di attenzione per “l’incremento” delle nuove tecnologie e paesaggio… non per quanto già autorizzato per quelle più cancerogene: gli indiani della riserva possono pure morire”. Che la regione Toscana non avesse intenzione di procedere ad alcun ripensamento lo si era cao anche all’indomani della sentenza del TAR con cui si annullava l’AIA, l’autorizzazione per i lavori della centrale geotermica Bagnore 4. Le motivazioni dell’annullamento venivano ricondotte dalla Regione a un “vizio di forma” facilmente e in breve tempo sanabile, e veniva immediatamente manifestato l’impegno al rilascio di una nuova autorizzazione e alla rapida ripresa dei lavori. Non presa in alcuna considerazione la possibià, avanzata anche da aree lontane dagli ambientalisti, che la concessione della Via fosse stata “forzatamente rilasciata e … infara di oltre 30 prescrizioni di difficile attuazione e che da sole, mettevano in evidenza come il progetto non fosse autorizzabile” e che “è ormai prassi consolidata, come è avvenuto per tanti altri impianti che i tecnici, non volendo contraddire le scelte già compiute a priori dai poici, approvano la realizzazione di impianti altamente pericolosi per la salute pubblica, ma, volendosi sollevare da ogni responsabià, impartiscono ‘a futura memoria’ prescrizioni sul meo, essendo il progetto non autorizzabile”.

Gli orientamenti della regione Toscana erano e sono, del resto in sintonia, come dianzi si accennava, con quelli espressi in sede poica dal PD toscano. In una nota del 14 febbraio scorso Ivan Ferrucci, consigliere regionale e segretario del Pd toscano, scrive: “La geotermia si conferma un settore strategico per i nostri terori; importante sia per i risultati raggiunti finora, sia per le prospettive future. I dati diffusi pochi giorni fa da Enel Green Power hanno, infatti, registrato livelli di produzione mai ottenuti nella nostra regione; inoltre, in questo quadro poivo si inserisce l’accordo promosso dalla Regione nel maggio scorso per il rilancio del centro di ricerca tecnologico di Sesta nei pressi di Radicondoli in provincia di Siena che passerà dalla direzione di Enel a quella di Cosvig, il consorzio per lo sviluppo delle aree geotermiche. Nel polo tecnologico, tra i più avanzati a livello nazionale e non solo, le aziende – come Nuovo Pignone, Ansaldo, Cnr – potranno sviluppare la ricerca sulle turbine a gas a carburanti, tradizionali o alternativi. L’accordo è esempio di una sinergia tra pubblico e privato che punta sulla ricerca e innovazione. Il nuovo piano energetico della nostra Regione conferma così il ruolo primario che svolgerà la geotermia; una risorsa preziosissima che può contribuire al raggiungimento dell’autonomia energetica, alla diminuzione dei costi per famiglie e imprese”.

Lo stesso presidente della regione Enrico Rossi nella sua pagina facebook scrive che i vantaggi della geotermia non si liano all’approvvigionamento energetico: “Turismo geotermico in Toscana: 55.000 vie nel 2013 nelle zone geotermiche di Pisa, Siena e Grosseto. La consiglio a tutti coloro che non conoscono questo pezzo di Toscana: sarà una piacevole scoperta. A Larderello, sede più antico complesso geotermico del mondo, potete viare uno splendido museo sulla storia di questa attià. Poi c’è il Parco delle Biancane, dove è stato attrezzato un bellissimo trekking, il sentiero “Geotermia e Vapore” con le sue manifestazioni naturali di vapore e calore, tra Sasso Pisano e Monterotondo Matimo. La geotermia oltre a una fonte alternativa strategia per la produzione di calore ed elettrià, rappresenta anche un’opportuà di turismo ambientale, della conoscenza e del sapere scientifico su cui puntare sempre di più”.

Sembrano invece disposti a un diverso ascolto di amministrazioni locali, coati di tadini e movimenti ambientalisti, gli assessorati all’ambiente di Umbria e Lazio che hanno deciso di isuire, a breve, un tavolo di lavoro congiunto per esaminare approfonamente tutte le questioni legate al progetto di realizzare un impianto geotermico a Castel Giorgio, dove il Piano Energetico Regionale (PER) della Regione Umbria prevede lo sfruttamento della risorsa geotermica per la produzione congiunta di energia elettrica e calore. Il progetto per cui Geotermia Italia ha presentato al Ministero dello Sviluppo economico un permesso di ricerca nel 2011 e che ha avuto nel 2012 l’approvazione con avvio di procedura di VIA, prevede di utilizzare la risorsa geotermica a media entalpia nell’area nell’altopiano dell’Alfina, tra i comuni di Castel Giorgio e Acquapendente, a cavallo quindi tra Lazio e Umbria. Un progetto che ha sollevato contestazioni da parte di molte associazioni e che ha indotto gli assessori competenti delle due regioni ad attivarsi «in maniera condivisa per una valutazione ancora più ampia e approfona delle cià che l’impianto potrà determinare» scrive l’assessore all’Ambiente della regione Umbria, Silvano Rometti, dopo l’incontro a Roma con l’assessore all’Ambiente della Regione Lazio, Fabio Refrigeri. «Interesse comune – aggiunge Rometti – è quello di tutelare la sicurezza e la salute dei tadini e salvaguardare ambiente e terorio. A questo scopo, ribadiamo la volontà di coinvolgere tutti i portatori di interesse, a partire dalle associazioni ambientaliste e dai coati di tadini delle comuà locali affinché siano presi in esame tutti gli aspetti relativi al progetto, ora in fase di Via, Valutazione di impatto ambientale, a livello nazionale».

Fuente:http://www.ilcittadinoonline.it/news/169304/Geotermia__non_si_torna_indietro.html

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