2015-05-22

Potrebbe essere come Clint Eastwood, ci avete mai pensato? Invece, è semplicemente Robert Redford. Attore e regista che ha fatto della sua persona qualcosa che nemmeno lo Star System può abbattere. Non è uno dei re Mida di Hollywood, non è uno conosciuto da tutte le generazioni, non si considera il numero uno sulla piazza - o almeno sa di esserlo, ma non lo ammetterà mai - è invece il cantore ipnotizzato della natura, elemento chiave delle sue pellicole che, da interprete e autore, vuole decantare con estrema poesia. Da sempre realizzatore di film di qualità, è lontano anni luce da tutte quelle pellicole con scene di sparatorie a raffica e macchine trita sangue.

Nasce a Santa Monica il 18 agosto 1936, figlio di un contabile della Standard Oil, Redford trascorre la sua infanzia nel quartiere borghese di San Fernando Valley. Perde sua madre - alla quale era stato diagnosticato un cancro - l'anno stesso in cui si diploma alla Van Nuys High School (la sua compagna di classe era Natalie Wood che poi diverrà una delle sue più care amiche). È il lontano 1956. Definito da tutti "il ragazzo d'oro" per via della sua chioma biondissima, riesce a entrare all'University of Colorado per meriti sportivi, che però andranno a farsi benedire per via del suo carattere troppo vivace e ribelle e a causa di numerose sbronze, prima delle partite, che lo vedranno in campo ridotto in un modo tale da non essere di nessun aiuto alla propria squadra di baseball. Abbandonati gli studi comincia a viaggiare per l'Europa, principalmente Italia e Francia. Torna però prestissimo in America, dove inizia a studiare arti sceniche al Pratt Institute of Arts. Concluso il suo corso di studi, si trasferisce a New York, dove tenta anche la strada della recitazione, ma prima di compiere qualsiasi passo, cerca di crearsi un'istruzione anche in quel campo, iscrivendosi all'Accademia Americana di Arti Drammatiche.

Il 12 settembre del 1958, sposa l'attivista Lola Van Wagenen che, per lui, lascerà il college. I due avranno ben quattro figli (fra i quali lo sceneggiatore James Redford e l'attrice Amy Redford), ma uno di questi muore poco dopo la nascita. Il loro legame non durerà in eterno, infatti, già nel 1985, i due prenderanno strade diverse con il divorzio.

È il 1959 quando Redford debutta come attore a Broadway nello spettacolo "Tall Story", ottenendo, fra il 1961 e il 1962, il suo primo ruolo da protagonista nella piece "Sunday in New York" e in "A piedi nudi nel parco" di Neil Simon: due successi che lo condurranno prima nel piccolo schermo per brevi apparizioni in telefilm - Maverick (1960) di Roy Huggins con James Garner e Rescue 8 (1960) di Dann Cahn e William Witney - e poi nel grande schermo per portare proprio la prima piece che lo ha visto affacciarsi al teatro, vale a dire "Tall Story" che da noi ha il titolo di In punta di piedi (1960) di Joshua Logan con Anthony Perkins e Jane Fonda. Sarà ancora televisione: The Deputy (1960) con Henry Fonda, Playhouse 90 (1960) con Peter Lorre, James Mason e Boris Karloff, Play for the Week (1960-1961) con Walter Matthau, The New Breed (1961) dove avrà occasione di conoscere Sydney Pollack, Alfred Hitchcock presenta... (1961) e Ai confini della realtà (1962). Ed è proprio con Pollack che stringerà una particolare amicizia, che si rinsalderà sul set de Caccia di guerra (1961). Ma il grande cinema, quello con la A maiuscola, è ancora lontano per Redford, che deve fare ancora tanta gavetta. Così, il bell'attore, continua a passare da un serial all'altro: Dr. Kildare (1962) con Fred Astaire, James Mason, Jack Nicholson e Alida Valli, Alcoa Premiere (1962) sempre con Astaire, Il virginiano (1963) e The Defenders (1964) con Robert Duvall, Gene Hackman, Dustin Hoffman, Lillian Gish e Dennis Hopper.

Finalmente, nel 1965, una parte che lo faccia notare al grande pubblico delle sale cinematografiche: quello accanto all'amica Natalie Wood ne Lo strano mondo di Daisy Clover e il suo ruolo va così bene che viene premiato con il Golden Globe come nuova promessa maschile. Da quel momento in poi, piovono su di lui una valanga di proposte dagli Studios: Il laureato (1967), Chi ha paura di Virginia Woolf? (1966), Rosemary's Baby (1968), Bob & Carol & Ted & Alice(1969), Love story (1970) e Il giorno dello sciacallo (1973). Tutte pellicole che lui rifiuterà, scegliendo invece di essere diretto dal suo migliore amico: Pollack in Questa ragazza è di tutti (1966) ancora una volta con l'amica Wood, il western Corvo rosso non avrai il mio scalpo (1972), la commedia Come eravamo (1973) con Barbra Streisand, I tre giorni del Condor (1975) con Max von Sydow e Faye Dunaway, l'atipico Il cavaliere elettrico con Jane Fonda (1976), il capolavoro La mia Africa (1985) con Meryl Streep e Havana (1990). Pollack, insomma, consolida il volto polveroso e biondo di Redford nello Star System e lo introduce alla corte di Arthur Penn, che lo dirige nel dramma civile La caccia (1966), dove dividerà il set - ancora una volta - con la Fonda (con la quale recita anche nella trasposizione cinematografica di A piedi nudi nel parco) e Duvall, ma anche con Marlon Brando.

Non basta. A mettere la ciliegina sulla torta arriva George Roy Hill, adoratore di Redford, che lo vuole come assolutamente come protagonista in Butch Cassidy (1969) con Paul Newman. La sua parte, vale a dire quella di Sundance Kid, doveva andare invece proprio a Newman che avrebbe girato il film in coppia con Jack Lemmon che avrebbe recitato il ruolo di Butch, ma la produzione poi intervenne per sostituirli con Marlon Brando e Warren Beatty. Fu solo per merito e per l'ostinazione di George Roy Hill che si impose Redford, che infatti, stravinse un BAFTA come miglior attore. Nel 1972, fu anche considerato per il ruolo di Michael Corleone in Il padrino, dopo che furono scartati Warren Beatty, Alain Delon e Burt Reynolds, ma Francis Ford Coppola e il produttore capo della Paramount, Robert Evans, si opposero, scegliendo Al Pacino. Poco male per Redford che si riprese con La stangata (1973) - sempre firmata da Hill e sempre accanto a Newman - e che gli permise di ottenere la sua prima nomination all'Oscar come miglior attore protagonista (poi vinta da Jack Lemmon per Salvate la tigre) e un David di Donatello come miglior attore straniero. Dopo Il temerario (1975) con Susan Sarandon, gli venne proposto il remake de La fiamma del peccato (1944), nel ruolo che fu di Fred MacMurray, ma lui rifiutò categoricamente, scegliendo invece Gli spericolati (1969) accanto all'amico Hackman e Tutti gli uomini del presidente (1976) con Dustin Hoffman. Fu proprio Redford ad acquistare per 450 mila dollari, prima dell'esplosione dello scandalo Watergate, i diritti del libro da cui era stata tratta la pellicola, impegnandosi anche come produttore.

Determinato e politicizzato (infatti, è autore del libro "The Outlaw Trail" contro l'espansione americana verso ovest), firma una clausola del suo contratto di attore dove si rifiuta tassativamente di interpretare film di genere fantascientifico, fantasy o horror, preferendo invece pellicole più serie e profonde. Ma quello che nessuno si aspettava da lui era che prendesse il romanzo di Judith Guest Gente comune (1980) e ne facesse un film omonimo dove lui stesso firmava la regia. Redford diventa inaspettatamente un autore e dirige i colleghi Donald Sutherland, Mary Tyler Moore, Timothy Hutton e Elizabeth McGovern in una pellicola preziosa, socievole e in grado di comunicare, il più fedelmente possibile al testo, l'idea di un dolore e di una rottura familiare. Tanta è la bravura che Redford conquista due statuette, quella come miglior regista e quella per il miglior film, nonché i Golden Globe.

Nel 1982, rifiuta il ruolo di protagonista de Il verdetto che andrà poi a Newman e, in vista del divorzio con la moglie, intreccerà delle relazioni amorose con Sonia Braga e Kathy O'Rear. Nel 1984 affianca Glenn Close ne Il migliore e quattro anni dopo dirige Christopher Walken in Milagro (1988), seguito dalla trasposizione sul grande schermo del romanzo di Norman MacLean In mezzo scorre il fiume (1992) con Brad Pitt. Lo stesso anno, è accanto a Sidney Poitier ne I signori della truffa (1992) e dal libro omonimo di Richard N. Goodwin firma un altro piccolo gioiello del cinema: Quiz Show (1994) con Martin Scorsese in veste di attore, che lo travolgerà con un'ondata di nomination agli Oscar e ai BAFTA. Vincitore del premio Cecil B. DeMille, continua a recitare in commedie sentimentali (Qualcosa di personale, 1996, con Michelle Pfeiffer), lasciandosi travolgere dall'amore per la pittrice tedesca Sibille Szaggars. Nel 1998, arriva il suo capolavoro. Nel doppio ruolo di attore e regista, da un best seller romantico di Nicolas Evans, arriva L'uomo che sussurrava ai cavalli con Sam Neill, Kristin Scott Thomas, Scarlett Johansson e Chris Cooper che Redford, ormai alla sua quinta regia, dirige con estrema facilità, andando però a sbattere ripetutamente contro gli scogli del melodramma facile. Ma il film rimane comunque campione di incassi. Dopo Spy Game (2001) ancora con Pitt e accanto a Charlotte Rampling, riceve un Oscar onorario come fondatore e creatore del Sundance Film Festival che promuove e ispira il cinema indipendente e innovativo. Redford raccoglie il premio e gli applausi e si prepara per il suo ritorno ruggente, sempre come regista in Leoni per agnelli (2007) con la Streep e Tom Cruise. Nel 2011 torna dirigendo un altro film sulla storia d'America e i suoi tradimenti, senza effetti speciali, ma con bravissimi attori e un'intensità straordinaria: The Conspirator e l'anno successivo presenta in Concorso alla Mostra del Cinema di Venezia The Company You Keep, da lui diretto e interpretato. Nel 2013 è inoltre unico protagonista alla deriva nel film di J.C. Chandor ambientato in mare aperto dal titolo All is Lost.

Oggi più che mai, Robert Redford ha letteralmente aperto una strada per tutti quegli attori e autori indipendenti che non vogliono stare sotto le rigide schermaglie di Hollywood e del suo Star System imperante. Questo è Robert Redford in una valanga di aggettivi più o meno virili che volano intorno al suo nome. Impegnato e anticonformista, questo individuo diviso fra regie e recitazione, è considerato attualmente un divo intellettuale ed ecologicamente impegnato. Emblema di un nuovo tipo di uomo che fra il sensibile e il problematico, si impegna visceralmente in un suo percorso esistenziale da anti-star.

Filmografia come attore

Caccia di guerra, regia di Denis Sanders (1962)

Situazione disperata ma non seria, regia di Gottfried Reinhardt (1965)

Lo strano mondo di Daisy Clover, regia di Robert Mulligan (1965)

La caccia, regia di Arthur Penn (1966)
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Questa ragazza è di tutti, regia di Sydney Pollack (1966)
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A piedi nudi nel parco, regia di Gene Saks (1967)
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Butch Cassidy, regia di George Roy Hill (1969)

Ucciderò Willie Kid, regia di Abraham Polonsky (1969)

Gli spericolati, regia di Michael Ritchie (1969)

Lo spavaldo, regia di Sidney J. Furie (1970)

La pietra che scotta, regia di Peter Yates (1972)

Corvo rosso non avrai il mio scalpo, regia di Sydney Pollack (1972)
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Il candidato, regia di Michael Ritchie (1972)

Come eravamo, regia di Sydney Pollack (1973)
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La stangata, regia di George Roy Hill (1973)
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Il grande Gatsby, regia di Jack Clayton (1974)

Il temerario, regia di George Roy Hill (1975)
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I tre giorni del condor, regia di Sydney Pollack (1975)
http://effettolunatico.altervista.or...el-Condor-1975

Tutti gli uomini del presidente, regia di Alan J. Pakula (1976)
http://mondolunatico.altervista.org/...esidente-1976/

Quell'ultimo ponte, regia di Richard Attenborough (1977)
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Il cavaliere elettrico, regia di Sydney Pollack (1979)
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Brubaker, regia di Stuart Rosenberg (1980)
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Il migliore, regia di Barry Levinson (1984)
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La mia Africa, regia di Sydney Pollack (1985)
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Pericolosamente insieme, regia di Ivan Reitman (1986)
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Havana, regia di Sydney Pollack (1990)

I signori della truffa, regia di Phil Alden Robinson (1992)

Proposta indecente, regia di Adrian Lyne (1993)
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Qualcosa di personale, regia di Jon Avnet (1996)

L'uomo che sussurrava ai cavalli, regia di Robert Redford (1998) – anche attore
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Il castello, regia di Rod Lurie (2001)
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Spy Game, regia di Tony Scott (2001)
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In ostaggio, regia di Pieter Jan Brugge (2004)

Il vento del perdono, regia di Lasse Hallström (2005)
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Leoni per agnelli, regia di Robert Redford (2007) – anche attore
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La regola del silenzio - The Company You Keep, regia di Robert Redford (2012) – anche attore http://mondolunatico.altervista.org/...you-keep-2012/

All Is Lost - Tutto è perduto, regia di Jeffrey C. Chandor (2013)
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Captain America: The Winter Soldier, regia di Anthony e Joe Russo (2014)
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A Walk in the Woods, regia di Ken Kwapis (2015)

Filmografia come regista

Gente comune (1980)
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Milagro (1988)

In mezzo scorre il fiume (1992)
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Quiz Show (1994)

La leggenda di Bagger Vance (2000)
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The Conspirator (2010)
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