2014-11-23

Articolo apparso la scorsa settimana sul New York Times e accompagnato da un servizio fotografico che non rende molta giustizia a noi fan, ma ne rende parecchia a Benedict.

Benedict e le Cumberbitches: che aspetto ha la fama da dentro un meme.

Quelle nelle prime file sono accampate da ore, corpi schiacciati contro le barriere – una calca di 10 file di persone, che si danno da fare per conquistarsi una buona posizione, che si arrampicano sui pali della luce per vedere meglio, e che rendono intransitabili interi isolati di King Street, la strada principale del centro di Toronto. “Si vede che deve arrivare Denzel,” deduce un uomo di mezza età di passaggio, visto che stiamo parlando di una premiere al Festival Internazionale di Cinema di Toronto. Ma no, è Benedict Cumberbatch, una star del cinema che non ha nemmeno un film di successo all’attivo e un sex symbol estremamente britannico, ormai diventato un fenomeno virale su internet, i cui ruoli più degni di nota (Sherlock Holmes, Julian Assange, Khan di Star Trek Into Darkness) sono permeati da un potente alone di asessualità.

Ma non sembra esserci né logica né buonsenso nella forza sismica dell’isteria femminile che segue Cumberbatch ovunque vada. Tutto questo è già accaduto al TIFF lo scorso anno, quando venne a promuovere il suo film su Assange, The Fifth Estate, che si è poi rivelato essere il più grande flop del 2013. E sta certamente succedendo anche ora, alla premiere a Toronto di The Imitation Game, che non si può certamente considerare un film di cassetta bensì un film storico ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale sull’asociale crittografo inglese (e martire gay) Alan Turing. Al termine del festival, il film conquisterà il premio del pubblico People’s Choice Award, che precedentemente è stato vinto da The King’s Speech e 12 Years a Slave – è quindi estremamente probabile che questo film sulla matematica che ha nel ruolo principale un attore un po’ nerd ma molto sexy possa portarsi a casa un Oscar.

Un SUV nero si avvicina, e le urla hanno inizio. La folla spinge in avanti, centinaia cellulari si sollevano in aria in direzione dell’auto, attraverso la nuvola di collage fatti a mano della faccia di Cumberbatch. “E’ così figo!” ridacchia un’esausta ragazzina dai capelli rossi che impugna grezzi disegni di Cumberbatch nelle vesti dello Sherlock della BBC, con lunghi ricci e un impermeabile, e il colletto tirato su. “Amo i suoi occhi un po’ strabici e la sua faccia. Anche mia nonna lo ama, ed ha 75 anni!” sospira una ventenne in una giacca da marinaio. Senza alcun preavviso, una piccola ragazza giapponese si fa largo tra la folla con impressionante abilità e arriva davanti, travolgendo varie persone al suo passaggio. Lo sportello della macchina si apre. Le urla crescono fino a diventare assordanti. “Ben-e-dict! Ben-e-dict! Ben-e-dict!”

“Conosco Ben da 15 anni”, mi dirà il suo collega in The Imitation Game Matthew Goode il giorno seguente, “e ieri è stata la prima volta in cui mi sono reso conto che lui ormai è come un Beatle.”

Non appena Cumberbatch si accomoda al 31esimo piano del Trump Hotel a Toronto ed annuncia che avrebbe voglia di un cocktail a base di pisco (ndt acquavite sudamericana), il sempre all’erta cameriere appare: “Mi sembra di capire che vogliate due cocktail al pisco?”

“Sì per favore!” urla Cumberbatch.

“Singoli o doppi? Com’è stata la Sua giornata oggi?”

“Doppi, cazzo!” dice Cumberbatch, facendo un gran sorriso e accennando un ballo sulla sedia. “Per forza doppio. Sempre!”

È un drogato dei cocktail al pisco, dice, perché gli piacciono i cocktail al whiskey, e un amico che è stato in Sud America ha preteso che ne provasse uno. Dice che gli piace anche la tequila, cosa che accende una discussione sulle origini del pisco, se sia ricavato dal cactus o dall’uva (è un brandy, quindi dall’uva), che a sua volta diventa spunto per una discussione su Google, sui libri, sui Kindle e su come ormai nessuno conosca più nulla e conservi più alcuna informazione.

“Qualcuno probabilmente quando sono nato mi ha detto quale fosse il significato della vita, ma tendo a dimenticare le informazioni finché non diventano rilevanti nell’immediato”, dice Cumberbatch. “Altrimenti la mia testa girerebbe vorticosamente in un migliaio di direzioni e non sarebbe carino”. La cosa più bella del suo viaggio, dice, è stato incontrare Naomi Watts (“Ho una cotta pazzesca per lei. È semplicemente meravigliosa. So che è sposata, e sono anche io molto felice, ma lei – credo sia il suo talento”). È così dispiaciuto di non aver potuto vedere nessun film al festival ed è ‘disperato’ di ascoltare la mia recensione di ognuno di essi, in particolare di The Riot Club, una satira sociale incentrata su una élite di giovani coglioni di Oxford, che gli è già famigliare in quanto originariamente era un’opera teatrale diretta da Lindsay Turner, colei che lo dirigerà il prossimo anno al Barbican nell’Amleto. Si potrebbe supporre che anche Cumberbatch sia un coglione di Oxford, anche solo per quel ridicolo nome inglese che porta, per quel suo vocabolario degno di stima, per quella sua propensione a usare whilst (ndt parola formale), per quel suo setoso accento snob, per quei suoi penetranti occhi blu, per quel suo viso cesellato, per quella sua pelle traslucida che suggerisce cieli nuvolosi e librerie in tenute di campagna – tutto questo gli permette in qualche modo di trasudare erotismo, pur ricordando un gentiluomo del diciannovesimo secolo esangue e scongelato dagli alieni. O solo un alieno. O forse un piccolo mammifero anfibio. Ha scherzato sul fatto che la sua ‘strana faccia’ potrebbe essere indicativa di endogamia (ndt frutto di un incrocio tra consanguinei) ed “è una sorta di incrocio tra una lontra e qualcosa che le persone trovano vagamente attraente, oppure solo una lontra, vagamente attraente”.

Ma lui è, insiste, la lontra della gente. Ha frequentato l’Università Pubblica di Manchester e l’Accademia di Musica e Arte Drammatica di Londra, dopo aver frequentato il collegio di Harrow –cosa che, ok, è forse un po’ da coglioni (Winston Churchill è stato un alunno) – ma dovete tenere ben a mente che Cumberbatch era il figlio unico di attori che, lui dice “hanno lavorato molto duramente per potersi permettere la mia educazione, perché era una delle educazioni più costose che, a quei tempi, si potesse comprare per un bambino. La metterò in questo modo: sono andato a scuola con principi e re e persone che, sai, possedevano terreni petroliferi, o che avevano la possibilità di comprare interi edifici per la scuola”. Il terribile segreto, lui dice, è che, nonostante abbia interpretato personaggi del calibro di Stephen Hawking, il fisico Werner Heisenberg e Vincent Van Gogh, senza dimenticare il genio della matematica Alan Turing, e il consulente detective numero uno di 221B Baker Street, “faccio solo finta di essere intelligente. In realtà non lo sono”. Dall’impianto stereo esce la musica di Phantogram; Cumberbatch si ferma per farmi notare che sono un gran gruppo.

Come sono i vostri cocktail a base di pisco, chiede il cameriere? “Pissssco!” dice Cumberbatch. “E’ buono da bere in compagnia quando ti stai ubriacando, non trovi?”. Ne ordiniamo altri due.

Gli dico che a volte quando bevo il pisco, la mia faccia diventa strana e sento un po’ di formicolii. “Ok, non ti preoccupare, questo lo possiamo risolvere”, mi dice Cumberbatch con tono rassicurante. “Lanciati addosso del ghiaccio. Dopo vedrai che andrà tutto bene”. Poi, non appena il cameriere se ne va, salta su. “Ascolta, mi imbarazza dirtelo, ma ho bisogno del bagno”.

L’ultima volta che Cumberbatch ha dichiarato pubblicamente di aver bisogno di pisciare, è diventato subito virale. “Ho bevuto molto. Ho bisogno di andare in bagno!” ha detto in settembre mentre accettava il premio di attore dell’anno per GQ. (Cercate su Google ‘Benedict Cumberbatch ubriaco’). “Avevo bevuto molto, ma non ero davvero ubriaco,” dice Cumberbatch. Ciò che accadde fu che gli avevano detto che il suo discorso sarebbe stato all’inizio della serata, ma poi in realtà ci sono voluti secoli prima che venisse chiamato sul palco, così quando è finalmente giunto il suo turno, dice, “la mia vescica era ormai così piena che mi arrivava alle narici. Ho seriamente pensato che se mi fossi mosso anche di poco, l’urina mi sarebbe uscita dal naso!”

“Il fidanzato di Internet” è allo stesso tempo sia una descrizione accurata dell’attuale ruolo di Cumberbatch nella cultura popolare sia il nome di uno dei molti Tumblr a lui dedicati, un altro di questi è un generatore di nomi con un’assonanza inglese, ancora più buffi del suo, tipo Tiddleywomp Vegemite e Wellington Comblyclomp. I membri del suo fan club si definiscono Cumberbitches, sebbene alcune preferiscano Cumberbunnies o Benaddicts o Cumbercookies. (L’oggetto del loro amore ha detto che pensa che “Cumberbabes” sia un nome più femminista, o “Cumbercollective”.)

Un sondaggio tra il pubblico della puntata del Graham Norton Show che ha visto la partecipazione di Cumberbatch lo scorso anno ha rivelato che alcune fan sono volate fin qui dal Giappone e da Hong Kong (è altrettanto famoso anche in Asia) o si sono fatte un viaggio in pullman di 20 ore dalla Germania per vederlo. Da aprile 2013, una pasticcera indonesiana che si chiama Vereen Tjoeng crea elaborate Cumbercupcakes a sua immagine e somiglianza. Esiste anche l’hashtag #cumberwatch, che viene usato dai fan per tracciare i suoi spostamenti; alla premiere di The Imitation Game, mi è capitato di ascoltare un gruppo di ragazze che lo usavano per sapere dove si tenesse l’after-party, allo scopo ovviamente di seguirlo fin lì.

Quasi tutto quello che fa, ha un eco esplosivo sui social media. Si veda ad esempio l’articolo di Buzzfeed in 16 parti “Benedict Cumberbatch ha realizzato il sogno di un fortunato ombrello”, interamente costruito intorno al fatto che alla piovosa premiere londinese di The Imitation Game aveva usato tale oggetto, oppure quella singola foto di lui che balla con il suo collega di 12 Years a Slave Michael Fassbender ai Golden Globe. “Tutti l’hanno definita una sorta di gara di ballo tra noi due”, dice Cumberbatch. “Stavamo ballando insieme, come fanno due uomini adulti. Non c’era nessuna gara tra di noi. Anzi. Eravamo insieme, in una perfetta armonia maschile”.

“Flirto con questa cosa. Mi diverto,” dice Cumberbatch parlando di questa improvvisa fama che lo ha colpito. (Quando una fan gli chiese, durante una sessione di domande e risposte nell’ambito del Reddit chiedimi qualsiasi cosa, se lui e i suoi amici ossuti britannici Tom Hiddleston e Matt Smith danno feste in cui si lucidano gli zigomi, Cumberbatch rispose: “Non c’è nulla di meglio per noi che lucidare le nostra ossa zigomatica. E creare fantasie sessuali che hanno come protagonisti un personaggio della leggenda nordica, un arrapato viaggiatore nel tempo e un super segugio che indossa un lungo cappotto e una sciarpa fucsia. Internet, mettetevi pure a lavorare su questa idea”.) “Io credo che se si prendono le cose troppo seriamente, finisci per essere irrevocabilmente morto, e se invece le ignori, allora diventa una sorta di insulto perché quella è la realtà e non la puoi ignorare. Perciò scendo a patti con essa nei miei termini, e mi sembra proprio che le persone apprezzino questa cosa perché sono io, piuttosto che ascoltare me che dico in un tono acuto ‘Ciao, internet, grazie mille! Vi amo tanto, “all the feels”, le sdolcinatezze, LOL! Imbarazzante!’”

Fino a quattro anni fa, Cumberbatch era conosciuto principalmente per i suoi lavori nei teatri londinesi (Shakespeare, Ibsen) e per i film della BBC come Hawking del 2004, che gli ha fatto guadagnare la prima delle sue quattro candidature ai BAFTA. (Ha vinto un Olivier per aver interpretato sia lo scienziato che la creatura nell’adattamento del Frankenstein di Mary Shelley e un Emmy nel 2014 per Sherlock). E perciò conserva tuttora un vivido ricordo del momento in cui ha visto la sua vita cambiare, letteralmente lungo il corso degli 88 minuti del primo episodio di Sherlock nel 2010. “Sapevo che sarei finito sotto i riflettori, perché Sherlock è un personaggio così iconico,” dice. “Ma nessuno di noi aveva la più pallida idea di quale genere di successo ci saremmo ritrovati tra le mani, ne siamo rimasti scioccati. Quella prima notte in cui l’episodio andò in onda in Inghilterra, mio Dio! Non sapevo molto di questa fenomeno su internet, perché non mi ero mai appassionato ad una serie tv o a qualcosa di simile che avesse un tale potenziale seguito cult, come ad esempio Doctor Who o Downtown Abbey. Ma quando internet è letteralmente esploso, praticamente in contemporanea alla diretta tv, con i commenti e le reazioni del pubblico, era come se fossimo sul palco in un teatro davanti a milioni di persone”. Se ne andò dalla proiezione organizzata dai creatori di Sherlock Steven Moffat e Mark Gatiss con l’allora fidanzata di oltre un decennio, l’attrice Olivia Poulet, quasi aspettandosi che “dei giornalisti li avrebbero aggrediti nei cespugli” dice. “Che si sarebbero calati sullo stile di HALO dal retro di velivoli Hercules impugnando un microfono, sai, pronti per farmi delle domande. È stato così immediata, la reazione, che è stata quasi terrificante. E questa cosa di essere un trend su Twitter, non avevo idea di cosa fosse Twitter prima di quella serata! Perciò all’improvviso mi sono ritrovato dall’essere mio padre a catapultato in prima linea in questa nuova cosa”.

Sherlock è davvero la chiave per avere accesso alle Cumberbitches, e lui pensa di avere col tempo compreso cosa lo renda attraente alle donne (e ai gay – internet è pieno zeppo di fiction che immaginano lo Sherlock Holmes di Cumberbatch e il John Watson di Martin Freeman sfogare le loro voglie sessuali, una volta tornati nel loro appartamento dopo una lunga giornata passata a indagare, di solito con Watson sopra). “Sherlock è un sociopatico,” Cumberbatch dice del suo Holmes, il cui usuale modo di interagire con un membro del sesso opposto è quello di intuire nel giro di pochi secondi la cosa che la distruggerà nel suo profondo, per poi dirgliela, nel modo più raggelante possibile. Ma nella serie della BBC è anche un uomo moderno estremamente intelligente e competente, esperto di tecnologia al punto da parlare la stessa lingua di coloro che twittano mentre guardano il programma. “E’ un po’ come dire, ‘Ah, uno di noi, grande!’” dice Cumberbatch. “Una persona che è esperta di tecnologia, che è stufa della mediocrità e vuole farsi largo nel mondo ed essere determinato e asessuato e continuare a fare cose, ed è anche un po’ crudele, cosa che è abbastanza sexy, ma adorabile perché non è realmente completo come essere umano”. L’asprezza di carattere che mostra sullo schermo è totalmente in contrasto con l’immediato calore e l’allegria che Cumberbatch emana di persona, basta questo per strappare tutte le mutandine del mondo, incluse quelle di una lesbica che sul forum Reddit di Cumberbatch si proclama “etero per BMFC (Benedict Mother Fucking Cumberbatch)”.

Recitare è la sua droga. Ogni ‘bitch su Reddit, Facebook, Twitter o Tumblr vanta la sua storia di come ha scoperto Cumberbatch e con quale interpretazione – prima è avvenuta la scoperta più grande è l’orgoglio e il senso di possesso – e di come si sia affrettata a guardare tutte le cose che ha fatto (sì, era quel viso vagamente famigliare in Tinker Tailor Soldier Spy e War Horse). È essenzialmente un personaggio, scrive Jana Prikryl, editore del New York Review of Books, che ha pubblicato un lungo poema a versi liberi su di lui nel London Review of Books immaginando loro due che lasciano una festa insieme e lodando “le sue battute e il suo vincente / onesto desiderio di rispondere / a ogni domanda, / ed essere molto molto gentile”. Quando parla, è con passione, ha scritto un’utente di Reddit; “è lì che noti il brillante scintillio nei suoi occhi, il suo grande sorriso, le pieghe che increspano le sue guance”. Un’altra utente di Reddit, che per prima ha definito Cumberbatch “il bambolotto della donna intelligente”, ha scritto: “basta guardarlo in ognuna delle sue tante interpretazioni e sarebbe in grado di farti cascare la mandibola (e se per questo anche le mutande) con un semplice sguardo o gesto”. Si dilungano a disquisire anche delle sue braccia, del suo corpo (ci sono addominali scolpiti lì sotto, anche se appena accennati), della sua adorabile difficoltà a pronunciare correttamente la parola penguin (li ha chiamati “pengwings” e “penglings” in un documentario sulla natura), della sua capacità di essere “sia mascolino che sensibile allo stesso tempo, bellissimo senza essere un minimo effeminato”. E poi naturalmente c’è la sua voce – “il rimedio migliore quando hai una giornata no o vuoi solo chiudere gli occhi e rilassarti”, mi dice una Cumberbitch. Un’altra dice, “la pura potenza che si nasconde dietro la sua voce non può che lasciarti sbalordita e vorresti che si mettesse a leggerti un libro”. Cumberbatch è il fidanzato accanto a cui vorresti alzarti la mattina mentre Holmes è l’uomo che speri che ti devasterà.

“Il sex appeal dello Sherlock di Benedict è un qualcosa di cui ho discusso molto con un paio di amici”, dice Zadie O’Neill, una bella ragazza australiana dai capelli rossi che ho trovato su Facebook. Tutto si riduce al fatto che si concentra con determinazione sul crimine ‘escludendo tutto il resto’, ha concluso. “Ciò che lo rende sexy è l’idea che se si potesse incanalare tutta quell’intensità e concentrazione sul sesso invece che sul lavoro… beh…”

Questo tipo di reazione dei fan “ancora mi fa sorridere”, dice Cumberbatch. “E’ assolutamente il superpotere più inopportuno che si possa immaginare: ‘Sei davvero famoso e sei un sex symbol. Vai!” Finge di fare fatica a trovare il senso di tutto questo. “Perciò, uh, tutti – no, non tutti mi trovano attraente. Quindi alcune persone mi trovano attraente? Beh certo alcun persone sono ossessionate dal mio lavoro. Ma non sono solo ciò che faccio, perciò cosa dovrei fare? Dovrei fidarmi di loro? Voglio dire che cosa ci faresti con tutto questo?’ Non puoi farci davvero nulla con tutto questo, oltre che esserne divertito. E io lo sono davvero. Mi fa ridere” continua. “E’ divertente, ma sono abbastanza vecchio per capire che non devo prendere la cosa troppo sul serio. Ma un po’ mi fa piacere.”

“Nooooooo.” “Il giorno peggiore della mia vita è arrivato”. “#cuorespezzato #stoperpiangere.” “Aspetta cosa Benedict Cumberbatch si è fidanzato ho il magone questa è una notizia terribile davvero terribile odio tutti sono così triste.” “BENEDICT CUMBERBATCH SI E’ FIDANZATO LA MIA VITA E’ FINITA.”

Quello che avete sentito lo scorso 5 novembre era il suono di centinaia di migliaia di cuori spezzati, quando “Il signor B.T. Cumberbatch” ha neutralizzato i tabloid e anche le sue fidanzate su internet annunciando il suo fidanzamento con l’attrice e acclamata regista di teatro e opera avant-garde Sophie Hunter nel modo più elegante possibile; un annuncio sul Times di Londra. Il corteggiamento della coppia è stato ugualmente discreto. Si erano incontrati lavorando in un thriller del 2009 Burlesque Fairytales e, in maniera ammirevole e quasi miracolosa, sono stati fotografati insieme solo una volta, ai French Open l’estate scorsa. Si dice che Cumberbatch sia volato a Edinburgo per chiedere la sua mano alla madre di lei. È stato tutto, per quotare un poster comparso sul Reddit delle Cumberbitches, “smooth as fuck.” Le sue fan sembra abbiano trovato un modo di andare avanti con la propria vita preparandosi ad ossessionarsi con il Cumbermatrimonio e i Cumberbambini.

Se si osserva bene il suo curriculum, tuttavia, scopriremo che Cumberbatch sullo schermo ha spezzato davvero pochi cuori, se non addirittura nessuno. E questo di certo non cambierà con Turing, che trascorse la sua vita tenendo segreto chi fosse e cosa facesse – che, quando era in vita, non ha mai avuto alcun riconoscimento per il suo inestimabile lavoro nella decriptazione dell’impossibile da decifrare codice nazista, lavoro grazie al quale la guerra è finita almeno due anni prima del previsto, e che inventò la macchina che ora conosciamo come computer prima che il governo di fatto lo torturasse fino al sopraggiungere della sua morte, a 41 anni, perché era gay. “E’ ironico in maniera disturbante che l’uomo che ha ottenuto una tale vittoria per una democrazia e per un governo che ha sconfitto il fascismo sia stato spinto da quello stesso governo in tempi di paranoia Maccartista e di intolleranza al suicidio a causa di ciò che era il suo orientamento sessuale,” dice Cumberbatch. Turing venne sorpreso ad adescare un uomo e condannato alla castrazione chimica prima di commettere suicidio. “Voglio dire, è davvero una catastrofe.”

Il ruolo forse più romantico che ha interpretato sino ad ora, scherza Cumberbatch, è stato quello del lupo nei Pinguini del Madagascar di quest’anno, quando ha ballato con un altro animale “e li ha sedotti e ha fatto emergere tutte le loro peggiori idee su Bond.” (La scena è stata purtroppo tagliata). Questo è un uomo che deve ancora provare di essere in grado di rendere un suo film di successo, e mentre l’artistico Imitation Game potrebbe non essere il test migliore per provarlo, quest’anno potrebbe comunque rappresentare un punto di svolta per Cumberbatch verso la super fama. In ciò che è allo stesso tempo sia un atto di fede che un testamento per il suo talento e il suo appeal, circolano voci insistenti sulla sua partecipazione come protagonista nel nuovo film della Marvel. In maniera appropriata, si tratterebbe del Dottor Strange.

“Non ho mai avuto un momento alla Gosling come personaggio. Non sono mai stato quel tipo di uomo che fa andare le ragazze in brodo di giuggiole,” dice, poi si gonfia tutto, con tono di scherno. “Credo fosse giunto il tempo che capitasse anche a me”. Invece i ruoli di Cumberbatch sono sempre stati quelli di genio torturato, sebbene lo irriti questa categorizzazione riduttiva. “Ho anche interpretato persone stupide! Se qualcuno ha in mente una qualsiasi altra persona stupida che possa interpretare me lo faccia sapere.” Si trova anche in disaccordo con quelle persone che gli chiedono se Turing e Sherlock soffrissero di autismo. “Credo che siano entrambi profondamente condizionati dalle circostanze,” dice. Con Turing specialmente, “credo che sia davvero riduttivo arrivare a definirlo ‘autistico, malato di Asperger, con difficoltà di apprendimento, leggermente dislessico’, o qualsiasi altro modo di svilire le sue capacità.” Il balbettamento di Turing, sottolinea Cumberbatch, ha avuto origine dall’essere stato cresciuto da genitori affidatari e peggiorò a scuola per colpa del bullismo di cui fu vittima e della morte del suo primo amore. “Nacque in un mondo molto intollerante.”

Sherlock si sente in maniera simile bloccato, dice – sicuramente astinente, sebbene, dice Cumberbatch, non asessuato. È convinto che Sherlock abbia consumato la sua relazione con la dominatrice di un’intelligenza tagliente Irene Adler: “Sì, io penso che abbiano davvero consumato dopo che lui l’ha salvata dalla decapitazione in Pakistan,” dice Cumberbatch. “Sono sicuro che l’hanno fatto. Ne sono convinto.” Ma “penso che lui in passato sia rimasto scottato. Credo anche che lui sappia che non può battere l’intuito femminile. Sa leggere le donne se non ne è attratto o non ha nessun tipo di coinvolgimento con loro, e sa che diventerà molto confuso se iniziasse a provare qualcosa per qualcuno. Perciò invischiarsi in situazioni in cui potrebbe ritrovarsi schiavo dell’amore o del desiderio sessuale o di un qualsiasi altro potere o alchimia che ha a che fare con l’amore è un rischio troppo grande per lui, per ciò che vuole raggiungere. Questo non lo rende gay, e non lo rende asessuato; significa, io credo, che si astiene intenzionalmente per amore della sua arte. Non una cosa che io farei.”

Scusami?

“Non è qualcosa che io farei.” Ride Cumberbatch. “Questa cosa che ho appena detto sarebbe un titolo fantastico: “Benedict Cumberbatch non si astiene dal sesso per l’amore della sua arte.” Non sarebbe fantastico? Non dovrei forse dirlo?”

In realtà ha accettato di indossare denti finti fatti sulla falsariga dei denti di Turing per entrare ancora di più nel personaggio in The Imitation Game – un modo alquanto ingegnoso per imitare il modo di parlare balbettante di Turing, visto che non esistono registrazioni della sua voce. “Gli ho detto, ‘Nessuno lo saprà, perché nessuno sa come fossero i suoi denti. Se non sono comodi, non devi per forza portarli,’” dice il regista di The Imitation Game Morten Tyldum. Cumberbatch decise di indossarli comunque. Era anche solito alzarsi alle cinque ogni mattina prima di arrivare sul set per fare una corsa e schiarirsi la mente, proprio come faceva Turing. Cumberbatch dice che amava il modo in cui Turing vedeva il suo corpo, come un contenitore per la sua mente, e infatti tende ad affrontare i suoi ruoli con la fisicità di un’atleta. Ad Harrow, giocava a rugby; oggigiorno va a cavallo e in moto, fa snowboard e paracadutismo.

Siamo al nostro secondo o terzo cocktail doppio con pisco quando Adam Ackland, il miglior amico di Cumberbatch e collega della loro casa di produzione SunnyMarch arriva. Ackland è stato impegnato tutto il giorno con incontri di lavoro per conto di entrambi. “Lui si è dato da fare a cacciare mentre io sono stato impegnato a parlare,” dice Cumberbatch, che ordina altri cocktail al pisco e un po’ di pollo fritto. “Cantala!” canta (ndt fa riferimento alla frase detta precedentemente perché ricorda il ritornello di una vecchia canzone inglese) Si prende anche un pezzo di tonno che però finisce per volare sul mio telefono. “Oh,no!” dice. “Ti ho fatto finire un po’ di ceviche (ndt piatto a base di pesce) spiaccicata sul tuo fottuto Samsung. Mi dispiace tanto! Oh, Gesù!”

Gli dico che va tutto bene. Ora il telefono ha un qualche valore. “Esattamente,” dice, ridendo. “Ti stavo per dire, ‘Vai e impacchetta il telefono e vendilo su eBay o da qualche altra parte.’ Anche se non è il mio schizzo. Non è un Cumberschizzo. È lo schizzo di una ceviche.”

Cumberbatch ha fondato la SunnyMarch perché, “egoisticamente”, dice “mi piacerebbe fare film che voglio vedere.” Inoltre la sua speranza è quella di trovare un modo nuovo per fare affari e per poter evitare queste terribili giornate scandite dal susseguirsi di interviste della durata di 3 minuti. Non è contrario al dover fare le interviste – “Non mi importa imbarcarmi in questa fatica” – ma alla loro brevità, perché come può un uomo che non intende avere un profilo su Twitter perché è troppo logorroico per i 140 caratteri che lo vincolerebbero, spiegare in poche parole un film che, dice, parla di “comunicazione, amore, condizionamento, società, guerra, pace, scienza e ciò che è umano, l’essere eroico, ed essere allo stesso normale o diverso”? E il senso di colpa che dice di avere in merito al non riuscire a dare ai giornalisti ciò di cui hanno bisogno e l’ansia di non poter fare giustizia a Turing non faranno che aumentare poiché Harvey Weinstein sta facendo di tutto per spingere The Imitation Game verso l’Oscar, cosa che Cumberbatch dice “è enormemente eccitante per me e per il film. Ma sai in tutta onestà, non posso in realtà imbarcarmi in questa cosa,” intendendo la campagna pubblicitaria lunga dei mesi. “Non ho il tempo di dedicarmici.” Sta girando Richard III per la BBC fino a Natale, poi c’è la puntata speciale di Sherlock a gennaio (e la quarta serie a fine anno), poi dovrà interpretare Shere Khan in una versione motion-capture del Libro della Giungla di Andy Serkis, e trascorrerà la sua estate a teatro nei panni dell’Amleto – in una produzione che è andata esaurito in un giorno, diventando il sold out più veloce nella storia del teatro londinese. Con la sua casa di produzione, dice, “voglio vedere se ci sono altri modi di fare questo. Potrei rimanerne terribilmente deluso. O potrei rendermi conto che Harvey è davvero un brav’uomo e che questo è l’unico modo di fare le cose.”

Il nostro cameriere si avvicina un’ultima volta. “I gentiluomini al bar sono dei suoi fan e hanno voluto offrirle un bicchiere di Champagne. Questo è Billecart-SalmonBrut.”

Cumberbatch diventa un po’ teso, come se si sforzasse di mettere a tacere il suo fastidio. “Beh, grazie,” dice con un lieve sospiro e ricambia con entusiasmo il saluto delle distanti figure al bar – viene fuori che sono i suoi colleghi in The Imitation Game e buoni amici Matthew Goode (Finn in The Good Wife) e Allen Leech (Tom in Downton Abbey).

“Matthew e Allen!” dice Cumberbatch, scoppiando a ridere. “Gesù Cristo. Rimanda indietro il bicchiere! Puoi rimandarlo indietro e dire che ho un’allergia?” chiede al cameriere. “Grazie mille.” Poi per essere sicuro grida, abbastanza forte affinché possano sentirlo: “E non è abbastanza buono!”

Qualche minuto dopo, il cameriere ritorna. “Vogliono sapere se l’allergia è allo Champagne o a loro.”

“Entrambi. Dì solo che ho un’allergia allo Champagne poco costoso. Digli esattamente questo. Soffro di reflusso acido, e almeno che le bollicine non siano davvero buone, non ho intenzione di bere quella roba!” Scuote la testa e ride. “Ma per favore non venderla troppo bene. Assicurati che sappiano che si tratta di uno scherzo o penseranno davvero che sono un cretino.”

Traduzione a cura di Monia per Cumberbatched Italy. Non riportare altrove, nemmeno parzialmente, senza citarci come fonte. Grazie.

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