2012-07-23

Al termine della Seconda Guerra Mondiale 1940-45, dopo i cruenti bombardamenti americani e le cannonate tedesche al tempo della Linea Gotica, Barga, nell’attesa che dai vari fronti i proprihe dai vari fronti i suoi cari giovani facessero ritorno a casa, specialmente dalla Russia, pian piano cerca di rinascere e di questa nuova vita se ne fanno carico anche delle persone dedite alla cultura. Sorge, infatti, una specie di comitato paesano con l’intento di contribuire a rendere fiducia e speranza ai barghigiani duramente trafitti da lunghi e angoscianti mesi di Guerra.

Italo Stefani, Bruno Sereni, Anna Martein, Giuliano Arcangeli, Corrado Carradini, il Sen. Adolfo Zerboglio, il proposto Mons. Lino Lombardi e altri, si prendono l’onere di questa importante missione. Il motto di quei giorni: Barga riprenderà! Barga riprenderà! Le incitanti parole pronunciate dall’altare del Duomo da parte di Mons. Lino Lombardi all’indomani della caduta del fronte della Linea Gotica, mentre da quel tetto sfondato da una cannonata, il sole illumina volti emaciati e stanchi.

La rinascita riguarda tutti gli aspetti e durerà per tanti anni. Tra questi, appunto, anche quello culturale: uno dei punti forti dello spontaneo Comitato Cittadino, che si manifesta, come nel caso, nell’idea di dotare Barga di una biblioteca pubblica, detta circolante, al servizio dei cittadini.

Il primo atto di fondazione si ha in seno al Consiglio Comunale di Barga nell’aprile 1950, con l’affido dell’incarico al prof. Corrado Carradini, che apre al pubblico la biblioteca l’11 giugno dello stesso anno con il concorso di vari enti per la fornitura di libri. La sede è una stanza delle scuole elementari femminili di piazza Giovanni Pascoli, cui seguirà il trasferimento in tre stanze al piano terra di Palazzo Pancrazi, entrando definitamente a Palazzo Giannetti tra la fine degli anni ’70 e l’inizio dei ’80. I primi volumi sono 400 e gli iscritti ventitre.

La novella istituzione annovera tra i sostenitori più convinti il Giornale di Barga fondato nel 1949 da Bruno Sereni: “Domenica 11 scorsa si è aperta al pubblico la Biblioteca Comunale…Prestito a domicilio: domenica dalle 11 alle 12 –Mercoledì e sabato dalle 17 alle 19 –Lettura e consultazione: mercoledì e sabato dalle 17 alle 19”.

Passa qualche anno e nel 1955 il prof. Carradini, assumendo l’incarico di sindaco, si trova nella necessità di lasciare l’incarico di bibliotecario. Per circa un anno si ha la chiusura della biblioteca ma l’istituzione è nel cuore del nuovo sindaco, che assolutamente vuole continui. Occorre, però, una persona idonea e soprattutto appassionata, poi ravvisata in quel professore conosciuto nell’ambito della scuola: Angelo Baldi, proveniente da Napoli, venuto tra noi con l’inizio dell’anno scolastico 1948-49, del quale apprezza la serietà, lo scrupolo nell’affrontare ogni cosa, la precisione, e sapendo che nella sua Città aveva conseguito nel 1947 un diploma di bibliotecario presso la locale Biblioteca Nazionale, gli chiede se è disposto ad assumersi la responsabilità della piccola biblioteca di Barga. Subitanea la risposta: sì.

Nel 1956, mettendo a disposizione del Comune la sua competenza, inizia la benefica avventura di Angelo Baldi. La ripresa attività della biblioteca così è sottolineata nel Giornale di Barga dell’ottobre 1956: “Avvertiamo i lettori che la nostra biblioteca comunale da domenica 23 c.m. ha aperto nuovamente il prestito al pubblico… È nostro dovere far notare che la biblioteca ha riaperto i battenti con un volto rinnovato, più moderno e razionale.

Il prof. Angelo Baldi, che con zelo e perizia da qualche tempo si dedica a quest’utile istituzione comunale, ci ha spiegato che molto si è fatto ma c’è ancora da lavorare perché essa sia veramente fornita e completa. Ultimamente sono stati acquistati 260 nuovi libri… la nostra biblioteca ha raggiunto i 1390 volumi… la quota d’iscrizione valida per un anno è di sole 250 lire… avvertiamo che ogni lettore può essere informato da avvisi e dagli stessi bibliotecari”.

Tra le righe dello scritto si apprende che Baldi ha dei collaboratori, i cui nomi, almeno in parte, sono Picarda Colognori in Nardini, impiegata del Comune, cui seguirà tanti anni dopo – nel 1976 – una gentile signora di Mantova, sposatasi a Barga: Lucia Mozzini in Tortelli; questo sino al 1995, anno in cui il Comune di Barga, per motivi burocratici, non potrà più avere collaborazioni esterne all’Ente e la biblioteca di fatto sarà gestita totalmente da impiegati comunali, con l’affido dell’incarico alla funzionaria Maria Luisa Livi, già responsabile da qualche anno della stessa biblioteca, che si avvarrà, in diversi tempi, dell’ausilio di vari impiegati.

Personalmente ricordo quando la biblioteca da piazza del Comune si trasferì a palazzo Giannetti e del piacere nel dare una mano a Lucia Mozzini a sistemare i libri sui nuovi scafali. La Biblioteca è sempre stata una mia grande passione e già da allora la frequentavo, a volte chiedendo al professor Baldi se poteva acquistarmi dei libri che a Barga era difficile far arrivare.

Tornando indietro nel tempo vediamo che nel 1958 i soci sono cresciuti a 100 e i volumi dati in prestito 2600. Segno evidente che l’attività di Baldi ha prodotto gli agognati risultati di crescita. Molti sono anche i cittadini che, stimolati, donano importanti opere che vengono ad arricchire il patrimonio librario della biblioteca: tra questi i fratelli Leo e Guelfo Marcucci, titolari della farmaceutica Biagini. Intanto il Giornale di Barga, per sensibilizzare l’utenza, pubblica nel febbraio 1959 un lungo elenco dei nuovi libri a disposizione in biblioteca.

Nel 1971 la biblioteca ha in dotazione 6500 volumi di diversa natura. Con la costituzione delle regioni la Biblioteca Comunale di Barga riceve dal nuovo ente dei finanziamenti regolari e possiamo dire che da allora il suo sviluppo non è sorretto unicamente dal Comune di Barga. Un utile supporto che porterà all’incremento librario, dei giorni d’apertura, all’acquisto di nuove scaffalature e ad attrezzare le sette sale di palazzo Giannetti con diversi tavoli per la consultazione. Negli anni a seguire prendono avvio una sezione espressamente dedicata al Poeta Giovanni Pascoli e quella dedicata all’emigrazione in collaborazione con Bruno Sereni.

All’inizio degli anni ’80 i volumi sono cresciuti a 13.000, cui si assommano circa 2000 opuscoli, ma aumentano anche i soci che ora sono 400 e i libri prestati 10.000. Le maggiori ore di apertura consentono anche l’aumento delle consultazioni in sede che superano le 4.000 presenze. Tutta quest’attività porta la biblioteca di Barga a essere riconosciuta la seconda in tutta la provincia di Lucca.

Con gli anni a seguire la biblioteca ha sempre progredito e si è espansa in raccolte e importanti donazioni, sino all’ingresso negli anni ’90 dei primi computer. I libri sono saliti di numero e oggi si viaggia verso quota 40.000; gli opuscoli sono migliaia. Esistono poi le raccolte di articoli catalogati in emeroteche, poi i video, DVD, foto, riviste, raccolte di periodici locali e altro. Sono in funzione tre Internet Point, molto frequentati da giovani, ospiti stranieri di Barga, studiosi e altre persone; molte le presenze giornaliere per il prestito di libri, uso dei mezzi tecnici, consultazione e studio. Presenti ancora numerose donazioni di grande livello: Bruno Sereni e Sereno Sereni per l’emigrazione, libri e quadri del pittore Umberto Vittorini, le opere dello scultore su metalli Vincenzo Gonnella, l’intera biblioteca del Dott. Luigi Magri, campioni di foto a colori del fisico Michele Bertagna morto nel 1908, tremila volumi del prof. Renato Coen, per venire alla donazione del giornalista Arrigo Benedetti.

Questa serie di notizie in parte le ho tratte dall’intervento che fece il 18 ottobre 1981, presso la Biblioteca Comunale, l’assessore alla cultura del Comune di Barga Mirna Magrini, in occasione dell’inaugurazione della sala dedicata al pittore Umberto Vittorini, ospitante la sua donazione, e del trentesimo anno dalla fondazione della stessa biblioteca. All’appuntamento era presente l’assessore regionale Luigi Tassinari e la Magrini colse l’occasione per ringraziare pubblicamente Angelo Baldi per l’opera svolta sino allora e con queste parole: “Vogliamo intanto porre in evidenza lo incremento, lo sviluppo notevole avuto dalla Biblioteca Comunale Fratelli Rosselli nei trent’anni di vita… Contemporaneamente desideriamo ricordare, ed è un dovere per noi farlo, i venticinque anni di lavoro che il Prof. Angelo Baldi ha svolto, in qualità di Direttore… e il contributo da lui dato, per l’impegno da lui profuso perché la Biblioteca fosse sistemata in ambienti sempre più adeguati e fosse potenziata e divenisse valido strumento per i ricercatori, per i cittadini del capoluogo e delle frazioni, per gli studenti, per tutti i giovani”.

Al termine dell’intervento la Magrini si rivolge direttamente ad Angelo Baldi: “Esprimo a Lei, professore, in nome dell’Amministrazione Comunale, della Giunta e mio personale, sentimenti di profonda stima e amicizia e di sincero apprezzamento per l’opera egregia e preziosa prestata nel corso di venticinque anni. Grazie alla sua collaborazione, al suo interessamento, alle sue capacità la Biblioteca occupa, oggi, una posizione di rilievo. Lei ha dato molto alla Comunità. Per questo, a nome anche di tutta la cittadinanza di Barga, rivolgo a Lei e alla signora Lucia, sua valida collaboratrice negli ultimi cinque anni, il più sentito ringraziamento”.

Parole quanto mai vere, avvalorate anche da Bruno Sereni, che personalmente ebbe a dirmi: “Vedi, il Baldi ha contribuito a far leggere i barghigiani. Ci pare poco? Meriterebbe di essere fatto cavaliere”. Queste parole me le stampai nella mente e quando nel 1996 il professore dovette lasciare l’incarico per le difficoltà burocratiche insorte circa le collaborazioni esterne con il Comune, in omaggio all’allora defunto Bruno Sereni, quelle parole le volli sottoporre all’attenzione dell’Amministrazione Comunale retta dal dott. Mauro Campani: “Il Baldi deve lasciare, non credi meriti di esser fatto cavaliere su richiesta del Comune di Barga?”. Prese avvio l’iter che, sostenuto da diverse persone di Barga, ebbe il suo successo. In quell’anno, era il 16 marzo, Baldi ebbe anche un pubblico riconoscimento da parte del Giornale di Barga retto dal Prof. Umberto Sereni, dall’Istituto Storico Lucchese di Antonio Nardini, presente anche l’assessore alla cultura del Comune di Barga Enrico Cosimini.

Di questa speciale figura barghigiana ci sarebbe da dire ancora tanto, specialmente del suo ruolo in seno alla scuola. Diremo soltanto che nel 1948 entrò in servizio presso le Medie di Barga e l’Istituto Magistrale di Barga. Poi insegnò alle Medie di Gallicano e al Liceo di Castelnuovo Garfagnana. Dal 1974 al 1982 fu preside dell’Istituto Magistrale di Barga, raggiungendo nel 1983 la pensione. Chiudiamo queste note con un espressivo ricordo dell’uomo e insegnante Angelo Baldi scritto da una sua ex allieva, la poetessa barghigiana Anita Cheloni e pubblicato nel suo libro edito nel 2011, “Memorie scritte a lapis”:

IL PROFESSOR BALDI

Il professor Baldi non è di origine barghigiana, ma è originario di Napoli, ma la cittadinanza onoraria se l’è davvero meritata per l’impegno costante con cui ha curato la nostra biblioteca arricchendola, già da più di trenta anni, con tanti volumi. Dobbiamo a lui, che ne è stato l’iniziatore, la ricchezza di testi, anche rari, che oggi contiene. All’inaugurazione dei nuovi locali, avvenuta da poco, c’ero anch’io ed ho sentito rammentare con riconoscenza dal sindaco Sereni l’opera da lui svolta.

Lo ricordo volentieri prima come insegnante delle Medie, poi delle Magistrali e infine come efficientissimo bibliotecario! Precisissimo in tutto, restaurava in continuazione, con impegno da certosino, le copertine dei volumi un po’ vecchiotti che gli capitavano tra le mani.

Lo rammento come lo vedevo allora, piccolo di statura ma agile e scattante, precisissimo e sportivo-elegante nell’abbigliamento che curava moltissimo, severo per la disciplina, soprattutto con gli allievi delle Medie, ma giusto con tutti e integerrimo.

Avevamo imparato che dovevamo stare composti e in silenzio durante le lezioni perché, giustamente, nella confusione non si può lavorare bene. Bastava un suo richiamo a voce bassa, perché subito gli dessimo retta. Era collega del professor Carradini, erano amici e si rispettavano a vicenda, nonostante la diversità abissale esistente tra loro in tutto. Sono stata un’osservatrice acutissima e mi piaceva indovinare l’emozione altrui, mi affacciavo in punta di piedi, per cogliere ciò che non dicevano esplicitamente, così ho notato il modo diverso di rapportarsi con noi scolari, lo stile opposto, nel vestirsi, perfino l’atteggiamento agli antipodi nei riguardi dei registri di classe. Quasi venerati da uno e trascurati e stropicciati dall’altro.

Aveva il senso dell’ironia e della tipica arguzia napoletana e proprio quando un alunno non apprendeva le regole dell’Inglese, gli vedevo spuntare “sotto i baffi” (come si use dire perché i baffi proprio non ce li aveva!) un sorrisetto trattenuto stento a fior di labbra e qualche volta faceva anche delle battute divertenti, però senza mai offendere. Mi sono sempre immaginata che fosse un “tipetto” allegro, con cui si stava bene in compagnia e il bidello Renato, quando ormai avevo finito di frequentare le scuole, mi ha confermato che era simpaticissimo con i colleghi e gli adulti, mentre non ha mai dato confidenza agli alunni. Quando ero in seconda Media gli è nato il secondo figlio, Andrea, era molto felice, noi ci organizzammo, senza l’aiuto dei genitori, per comprare a suo figlio un pensierino in argento.

Questo nostro pensiero così spontaneo voleva significare che tenevamo a lui, nonostante si mostrasse talvolta severo.

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