2014-01-20

Si è spento nella sua casa di Bologna, all’età di 80 anni, il direttore d’orchestra Claudio Abbado, al termine di una vita costantemente accompagnata dalla musica. Nato a Milano nel 1933, figlio di un insegnante di violino e di una pianista, si è diplomato in pianoforte e direzione d’orchestra nel 1955, trasferendosi in seguito a Vienna grazie ad una borsa di studio.

Ha conquistato prestissimo, nel 1958, il primo posto al concorso Koussevitzky a Tanglewood, nel Massachussets, che gli consentì di debuttare negli USA insieme alla New York Philarmonic. Il debutto in Italia è datato 1959 e si è svolto nella città di Trieste, mentre La Scala di Milano lo ha accolto per la prima volta nel 1960. Fu nominato direttore artistico dello storico teatro meneghino nel 1968, rimanendo in carica fino al 1986. Da allora è stata tutta in una carriera in salita, che l’ha portato nei più grandi teatri di tutto il mondo: nominato direttore dei Wiener Philarmoniker, tra il 1979 e il 1987 fu a capo della London Symphony Orchestra, per passare dal 1986 al 1991 alla Staatsoper di Vienna e dall’89 al 2002 ai Berliner Philarmoniker.

Claudio Abbado, un maestro fuori dai canoni tradizionali

Quella di Claudio Abbado era una mente in grado di uscire dai canoni tradizionali, che credeva molto nella funzione terapeutica della musica. Tante le critiche, derivate proprio dal suo modus operandi, che tuttavia non hanno mai cambiato le sue convinzioni; tanti anche i riconoscimenti, tra cui la Gran Croce per meriti in campo musicale e la Laurea honoris causa all’Università degli Studi di Ferrara, che si è aggiunta a quelle di Cambridge, Aberdeen e della Basilicata. Nel 2013 è stato nominato senatore a vita da Giorgio Napolitano, insieme a Renzo Piano, Elena Cattaneo e Carlo Rubbia.

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