2016-06-16

PARIGI – Dalle vetrate del Centro di Ricerca Estetica di Huawei, il colosso cinese della telefonia, si vede la Tour Eiffel. Sui tavoli esplodono le composizioni floreali e sono decine gli oggetti di design disseminati negli eleganti uffici. Qui, nell’unico centro del genere al mondo, lavorano una dozzina di esteti. A loro, che di bello si nutrono e di bello sono contornati, è affidato il compito di sviluppare l’identità dei prodotti Huawei. Non solo dal punto di vista della realizzazione tecnica – in questo l’azienda cinese non sarebbe certo la prima – ma sotto ogni aspetto della creazione: dall’ideazione dei prodotti alla comunicazione, passando per il marketing.

Parigi, Mathieu e gli esteti: tra i designer della bellezza

Il centro, fondato a Parigi nel marzo 2015, è guidato dal designer francese Mathieu Lehanneur, bello anche lui ma soprattutto bravo. Al punto che il suo progetto di diploma all’Ecole Nationale Supérieure de Création Industrielle fa parte della collezione permanente del MoMa di New York.

Tra i tanti progetti firmati dal francese ce ne è uno del 2011 che spiega perfettamente cosa fa un esteta della tecnologia. Si chiama “Tomorrow is another day” ed  è stato realizzato per l’ospedale francese Croix-Saint-Simon, una struttura dedicata alle cure dei malati terminali. Per loro il designer ha pensato una sorta di oblò interattivo da appendere alle pareti. Come se fosse una finestra sul domani, lo schermo arrotondato trasmette le immagini del cielo del giorno successivo. Il device, collegato tramite wi-fi alle previsioni metereologiche, permette ai malati di scegliere il cielo del giorno successivo in qualsiasi parte del mondo. “È un oggetto pieno di tecnologia, quasi un piccolo computer, ma dentro ci sono anche le emozioni”, spiega Mathieu Lehanneur durante la quarta edizione dello European Huawei Innovation Day.

A lui, nella due giorni di keynote e incontri dedicati alla bellezza della tecnologia che si è tenuta a Parigi, abbiamo chiesto di spiegare come possono queste emozioni entrare anche dentro a uno smartphone. “Basta dimenticare l’aspetto tecnologico e focalizzarsi solo sugli esseri umani pensando che siamo tutti molto instabili, così il nostro scopo diventa surfare ogni giorno in questo oceano in movimento continuo che sono le persone. Per questo siamo una staff molto aperto e molto vario”.

Tra i dodici“esteti” guidati da Lehanneur ci sono industrial designer, product designer, graphic designer, fashion designer, luxury designer che vengono da Francia, Corea, Giapponese. Il loro compito è quello di dare cibo creativo a ogni dipartimento dell’azienda. “Non sempre però l’interazione con i reparti tecnici è facile. A volte i rapporti sono strategici, a volte tesi. A volte si scopre che idee che funzionano non possono essere realizzate tecnicamente. E la ricerca continua”, aggiunge.

Una ricerca tutta incentrata sul concetto di bello, al punto che viene spontaneo chiedere a Lehanneur cosa significhi per lui. “Per me bello è quando non riesci a descrivere cosa è bello. Quando non riesci a dire è bello perché ha quel tipo di capelli o di occhi, quella mente o quella forma. La bellezza è qualcosa che va oltre l’estetica. L’estetica la puoi descrivere e definire ma la bellezza è qualcosa di più impalpabile”.

Bello appunto come un uovo. Perché alla domanda su quale sia per lui l’oggetto esteticamente perfetto, il designer non ha alcuna esitazione. “Un uovo. E’  la perfezione. La forma è semplice, entra in una mano, è utile per vari aspetti. Lo puoi mangiare, lo puoi toccare ma può anche diventare un’arma amichevole”.

Così, tra una conferenza e l’inaugurazione di un’installazione all’International Garden Festival di Domaine de Chaumont-sur-Loire (qui il designer ha appena presentato una piscina finta ricoperta da una lastra in marmo che grazie al disegno in 3D riproduce l’effetto dell’acqua increspata dal vento), Lehanneur trova anche il tempo di pensare alle prossime sfide per Huawei. “Vorremmo portare l’azienda in avanti ma senza dimenticare mai il Dna. Siamo in una sorta di rivoluzione estetica e può succedere che si finisca per fare tabula rasa. E’ importante tenere alcuni elementi che fanno parte della tua storia. A volte sono minuscoli, così si costruiscono le molecole di Huawei”.

Ma non senza lanciare uno sguardo anche al mondo dei competitor e così, quando gli chiedo un parere sull’iPhone, Lehanneur ribadisce il concetto di storia. “Tutti vogliono farne parte e Apple rischia di essere un brand talmente forte da oscurare le possibilità dell’utente di interagirci. È come una scatola perfetta ma assolutamente ermetica. Chiaramente in termini di estetica e di efficienza è uno strumento ineccepibile ma dove è il mio posto in tutto questo?”

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